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I film borderline del 2013 (che ho visto solo io)

Nell'anno di transizione tra oldgen e néSgen, come ho detto nello speciale GOTY, non ho giocato molti videogheims nel mio tempo libero, tornando ad un altro mio pallino storico: i film. Sarà la voglia di cambiare, saranno le mezze stagioni e le cavallette sempre in agguato, ma l'intrattenimento non interattivo sa ancora dire la sua, ogni tanto. Attenzione: non sto parlando dei megablockbuster in stile Iron Man 3 (che comunque ho visto, da bravo pecorone finto alternativo) ma di quelle produzioni che più o meno nessuno conosce, ogni tanto persino meglio dei megamattoni prodotti dallo star system hollywoodiano. Tutte pellicole del genere action/commedia e ovviamente borderline, ma anche hardboiled in certi casi.

Tornando alla miniclassifica, qui sotto ho messo la mia personalissima Top Five dell'anno ormai concluso, che magari qualcuno trova in giro uno dei film elencati ed è indeciso se guardarlo, noleggiarlo o acquistarlo. Certo, il fatto che sia io a consigliarveli potrebbe essere un buon motivo per starne alla larga, ma non divaghiamo.

Silenzio in sala e giù le luci, inizia lo spettacolo.

Al numero 5: End of Watch (uscito nel 2012 ma stica)

Dramma poliziesco con protagonista Jake Cognomeimpronciabile e Michael Pena, diretto dallo sceneggiatore di Training Day (David Ayer) e quindi degno di nota solo per questo. Ma soprattutto, girato in stile Cloverfield - con una finta steadycam che ci tiene incollati ai personaggi e l'immancabile mal di mare dietro l'angolo. La storia è quella di due agenti alle prese col crimine dei sobborghi di Los Angeles e con le loro vicissitudini quotidiane, presentate in modo molto più umano e realistico del solito. Finale compreso, ma non svelo nulla: guardatelo.

Al numero 4: Parker

Jason Statham e Jennifer Lopez in un'action comedy che vede il solito gangster affiancato suo malgrado (ma neanche tanto) alla bellona di turno, in quel di Miami tanto per completare i cliché. Però l'accento british di Statham e l'ironia che caratterizza tutto il film sono un ottimo mix, così come la presenza scenica della Lopez, malgrado il passare degli anni (su cui scherza lei stessa). E c'è pure Michael Chiklis, il Victor Mackey della serie The Shield.

Al numero 3: Pain & Gain

Sì, è diretto da Michael Bay. No, non è un film ad alto budget, tant'è che lo stesso Bay ci ha messo tipo vent'anni per realizzarlo e convincere gli attori. Criticatissimo in USA perché “glorifica” un gruppo di culturisti-criminali, se guardato nel modo giusto riesce a divertire parecchio. Marky Mark e The Rock, oltretutto, non fanno rimpiangere le loro origini extra-cinematografiche e la storia è talmente fuori di testa (e quasi tutta vera!) da tenerci incollati fino alla fine.

Al numero 2: Cani Sciolti (2 Guns)

Ancora Wahlberg, ma stavolta c'è sua maestà Denzel Washington in un ruolo “action” veramente azzeccato. La solita storia dei due poliziotti sopra le righe che si fanno dispetti e ammazzano tipo 300 persone in due ore, resa più interessante da situazioni limite e dialoghi che vi entrano in testa. Pochi effetti speciali e tante battute, tipo i classici del genere che si vedevano negli anni '80. Oltretutto, ma forse sono io, non dura troppo come gran parte dei film odierni.

AND THE WINNER IS....

Dead Man Down

Attenzione: c'è Colin Farrell. Siete ancora qui? OK, lo stesso Farrell non manda in vacca per una volta tutto il film ma, anzi, riesce a mostrare scampoli di recitazione mica da ridere. Si parla di una vendetta nel mondo del crimine, e di una storia d'amore che lega due persone colpite da altrettante tragedie. Farrell è un gangster dato per morto, mentre Noomi Rapace è una vittima di un incidente stradale anch'essa a caccia di rivincite. Ottimo come sempre Terrence Howard, stavolta nei panni del cattivo. E il regista? Il regista (Niels Arden Oplev) è lo stesso di Uomini che Odiano le Donne, quello originale svedese e non il remake con Daniel Craig. Complessivamente da vedere perché inizia in stile popcorn movie tutto sparatorie e bossoli, si trasforma in un film drammatico e infine torna all'azione spinta. Un ottovolante, insomma.