Outcast FOTY 2020
Ed eccoci al secondo giorno di OTY, chiaramente dedicato ai FOTY. Ieri, infatti, vi abbiamo parlato delle serie che assolutamente ci hanno più fatto provare piacere fisico nel 2020, oggi si passa ai film.
Buona lettura e buon 2021!
Andrea Maderna
Il mio film del 2020 è Piccole donne, che tra l’altro fa parte del simpatico gruppone di film sostanzialmente del 2019 ma che qui valgono come del 2020 perché in Italia sono usciti nel 2020 (e comunque io l’ho visto al cinema nel 2020, dato che pure in Francia è uscito nel 2020). Se devo essere sincero, è il mio film dell’anno anche per questo: l’ho visto un anno fa, l’ho piazzato lì in cima, non ormai non me lo ricordo a sufficienza da mettere in discussione l’averlo piazzato lì in cima. Il rovescio della medaglia, però, è che col passare dei mesi, nel ricordo, è solo e unicamente cresciuto, si è consolidato, non mi ha mai dato motivi per mettere in discussione l’averlo piazzato lì in cima. È un film bellissimo, scritto, messo in scena, fotografato, montato, musicato, interpretato, curato in ogni dettagli, diretto in maniera sontuosa; nasce da un lavoro di adattamento fenomenale, che riscrive, reinterpreta, aggiorna, attualizza in maniera fantastica pur rimanendo estremamente fedele alla scrittura originale; ed è, banalmente, il paio d’ore più piacevole che l’hanno scorso ho passato davanti a un film (uscito l’anno scorso).
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Francesco Tanzillo
Se Tenet sarebbe stato il film dell’anno anche in un anno normale io non lo so. Sta di fatto che dobbiamo giocare con le carte che ci vengono date e il 2020 è stato un anno avaro di Assi. Tenet è il film del 2020 anche per tutta la narrazione collaterale degli eventi che hanno coinvolto il settore dell’intrattenimento durante l’anno.
Uscito in un periodo di relativa quiete, quando credevamo che la vita potesse tornare a scorrere normale, Tenet è stato investito anche di aspettative che sono state puntualmente deluse. Le sale non hanno riaperto e il film è stato un flop tale da condizionare tutta la strategia distributiva di Warner per il 2021 (e oltre?).
Ricordarlo solo come flop o metafora, comunque, sarebbe limitativo e parziale per un film bellissimo, una spy story piena d’amore per i film di James Bond, diretta da un vero maestro del cinema contemporaneo.
Grazie, Chistopher Nolan, continua a dirigere roba che hai scritto senza tuo fratello e a farti stampare le mail anche nel prossimo futuro.
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Gianni Mancini
Guardo ormai pochi film all'anno e non metto piede in una sala cinematografica da quando è nata la mia prima figlia, quindi sei anni fa! Ma per fortuna il 2020 e Netflix hanno portato direttamente nel mio salotto I'm thinking of ending things (ancora una volta, ma ormai è una costante per i film in cui Kaufman c'entra qualcosa, storpiato nella traduzione italiana in Sto pensando di finirla qui). Si, perché questo è un film sulle cose (things), sugli oggetti, sui dettagli, oltre che le cose in senso generico. C'è tutta la poetica di Kaufman concentrata in meno di due ore, le sue angosce per il tempo che passa, le sue elucubrazioni sulla memoria e su ciò che sarebbe potuto accadere. Continue citazioni (da D.F.Wallace a Guy Debord) rendono quest'opera complessa, ricca, da guardare più e più volte per cercare di capirne tutti i vari piani di lettura. Non un film facile, è angosciante fin quasi a sfociare nell'horror (memorabile la cena a casa dei genitori). Se Kaufman facesse un film all'anno, io sarei a posto.
Stefano Talarico
Una scelta difficilissima, quella del FOTY, anche perché il 2020 si è portato dietro strascichi di distribuzione del 2019 che hanno sparigliato tutte le carte, e non si capisce più cosa sia uscito davvero nel 2020 e cosa no. Non parlo solo del solito, annoso problema dei film che arrivano in Italia con mesi di ritardo perché c’è da lasciare spazio a Natale a casa Gatsu (ciao, Piccole donne di Greta Gerwig, mi sei piaciuto un casino), ma anche dei vari Diamanti grezzi (il film, non una metafora per definire film belli ma girati grossolanamente) che risultano del 2019 solo perché sono usciti in dieci sale e due festival, ma anche nel mercato d’origine hanno poi trovato una distribuzione solo nel 2020. E cosa dire poi di 1917, film del 2019 che è uscito in Italia nel 2020 e che si chiama come l’anno 1917? Non ci si capisce più niente, signora mia. Comunque, mi sento di fare una scelta diegetica e dare la palma di miglior film 2020 a The Lighthouse, forte della sua reclusione forzata e della sua pazzia spaccateste, a cui ci siamo abituati tutti negli ultimi dodici mesi. L’ultimo film di Robert Eggers è una magistrale opera lovecraftiana, junghiana, prometeica-ma-senza-alieni che rimane addosso come e più delle scoregge di Willem Dafoe, vincitore del premio “coinquilino di zona rossa” per evidenti meriti sportivi.
Marco Esposto
Ma che bell'anno, per il cinema! Oddio, non tanto come produzioni in sé, che lo streaming e pure l'home video hanno fatto faville, però, oh, l'esperienza in sala è l'esperienza in sala. Poi i film dell'MCU a me sono mancati tantissimo, ma già lo sapete, se mi conoscete. Fino a febbraio ci sono andato, in sala, e in estate comunque hanno riaperto, quindi sia Onward che Tenet li ho visti lì, per dire, prima della seconda chiusura. Una piccola boccata di ossigeno c'è stata, dai. È sicuramente l'anno in cui ho visto meno film nuovi di tutta la mia vita, posso dirlo tranquillamente, però. Quindi? Quindi Nolan puppa, che non è questione di capire la trama di Tenet, quella è quasi banale, è che nel suo film parlano come degli scemi (quando si sente quello che dicono) ed è pure un po' noioso, quando non fanno le figate che girarle è stato un casino e su quello gliene si da atto. Allora premio proprio Onward - Oltre la magia, semplice, diretto, divertente, pieno di citazioni gustose, e sicuramente ha una parte nel mio cuoricino, perché l'ho visto in uno spiraglio di luce nell'annaccio appena passato, quando sembrava che ormai tornare in sala fosse possibile.
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Davide Moretto
Beh, qui il film dell’anno è arrivato in extremis, a Dicembre su Disney+, ed è Soul. In un anno un cui ho visto pochissima roba al cinema (direi forse un solo film), era abbastanza probabile scegliere qualcosa di visto a casa, ma non mi aspettavo sinceramente che l’ultima opera Pixar fosse una fra le migliori di sempre. Bellissima da vedere, stupenda da ascoltare, emozionante da vivere. Bravi bravi.
Angelo Di Franco
Nel 2020 ho visto pochissimi film del 2020. Oltre al fatto che la pandemia ha causato la chiusura delle sale e l'uscita forzata di molti film su svariate piattaforme streaming, di pellicole veramente interessanti ne sono uscite pochine, non essendoci per giunta titoli di grosso richiamo. La mia ideale medaglia d’oro va a Sonic – Il film. Il risultato finale è una pellicola per famiglie abbastanza standard, ma ha due particolari meriti: si tratta di un adattamento più che dignitoso (e visto il materiale di partenza, non propriamente ideale per un film in live action, il rischio che uscisse fuori un pastrocchio era abbastanza elevato) e riesce ad essere godibile sia per gli spettatori più giovani, che conoscono poco o niente del celebre porcospino blu, sia per i più grandicelli, che su Sonic hanno speso diverse ore della loro gioventù.
Andrea Giongiani
Divertente, appassionante, con un bel cast di personaggi. Love and Monsters poteva essere una cavolata di quelle epiche, e invece si è rivelato essere un gran bel film, che parla di un mondo in rovina in un modo che, nonostante l’affollamento del genere postapocalittico, riesce ad essere nuovo e piacevole. Con un sapiente mix di ironia e dramma, è un film che scorre via e lascia ricordi piacevoli, senza prendersi troppo sul serio.
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Andrea Peduzzi
Proprio vero che non c’è come spezzare la routine per riconsiderare la percezione del tempo. Il 2020, con tutti i suoi saliscendi, mi è sembrato lungo il doppio, e il cinema – o l’assenza dello stesso, perlomeno in senso lato – ci ha messo parecchio del suo.
Stando al mio Letterboxd, noto l’esistenza di un 2020 ancora normale, che parte con il Piccole donne di Greta Gerwig (nove gennaio) e si chiude con l’orribile Sonic (tredici febbraio), con quest’ultimo che, nel tritacarne di marzo/aprile, ha rischiato seriamente di essere il mio ultimo film in sala in senso assoluto (bella merda!). Con marzo è partita l’ondata dei film slittati direttamente in home video, poi la parentesi estiva con i festival in streaming per pochi spicci, grazie alla quale mi sono sparato il Far East Film Festival senza muovermi dal salotto di casa, e c’è quindi stata la falsa partenza delle sale guidata da Tenet, che mi ha concesso anche qualche altra visione mascherata.
Poi, purtroppo, nel giro di mezzo secondo, siamo passati dai “non ce n'è coviddi” alle zone colorate di rosso (rosso Netflix, soprattutto, ma non solo), però, se devo scegliere il mio coso dell’anno, la butto sul politico e vado di Tenet, che ho trovato particolarmente straniante, non tanto per i pasticci temporali, ma per la presenza di gente elegantissima in un anno di tutoni e videochiamate in mutande.
Natale Ciappina
Guardare Diamanti grezzi mi ha dato una sensazione simile a quella vota in cui non dormivo da un giorno intero, ma ho comunque bevuto un bel po’ di Red Bull per restare sveglio: anche se ero stanchissimo, una volta arrivato a letto non riuscivo ad addormentarmi in nessun modo, tanto batteva forte il cuore, mentre montava l’ansia di non riuscire a prendere più sonno; è stato brutto, una specie paranoia dalla quale non sembrava esserci via d’uscita. Diamanti grezzi parla di una storia che mi ha fatto qualcosa di molto simile; qui le possibilità di dare una svolta alla propria vita si incrociano con rischi enormi: più grande è l’opportunità, più alto è il rischio di perdere tutto; e a ogni soluzione, ecco un altro problema a vanificare il resto. Sono pochi i film che riescono a restituire emozioni tanto stratificate e così forti; e soprattutto, sono ancora meno i film con un Adam Sandler così in forma.