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Fuel Overdose: donne e motori, solo dolori

Fuel Overdose ci crede. Fin dalle battute iniziali, che mostrano una storia adulta e articolata, il titolo I-Friqiya ci snocciola una vicenda dai toni drammatici, perlomeno rispetto agli standard del genere di appartenenza, ovvio. La storia principale alterna momenti seri, figli di quell'apocalisse solitamente appannaggio di RPG post atomici, ad altri più leggeri. Questi siparietti provengono dalla discreta matrice anime con cui i personaggi vengono rappresentati, e la loro statica interazione tra una pista e l'altra fa da collante alla narrazione.

Lo sconosciuto, e non ce ne voglia, Hideyuki Saito presta la penna per tinteggiare il cast di corridori. Il loro aspetto tipicamente nipponico ricorda molto di più le carrellate stilose e sexy di un picchiaduro a incontri, che un videogioco di corse. Eroine pettorute in pose improbabili sfoggiano atteggiamenti da calendario soft hentai. Insieme al cel-shading utilizzato per il motore grafico, l'impronta anime è ben presente e chiaramente indirizzata ad un certo tipo di fan. Ciò non esclude, ovviamente, che potreste essere interessati solo alle corse. Queste ultime si svolgono in piste viste dall'altro, con inquadratura pseudo isometrica. Il gioco vanta velleità piuttosto strategiche, ed in effetti, oltre ai soliti potenziamenti a motore, ruote e scocca, è possibile intervenire sull'ampio arsenale di ogni vettura.

C'è un budget iniziale, mutevole in base alle prestazioni, volto a giostrarci sul numero di armamenti da portare in gara. È meglio puntare tutto sui mitra posti sul cofano o sono preferibili i missili a ricerca? Possiamo addirittura usare dei rampini elastici, per spettacolari grab dell'avversario o curve a 180 gradi degne della miglior Batmobile. Peccato che il marasma regni sovrano, complici una grafica zoppicante e delle piste strette e aggrovigliate. La ciliegina sulla torta è rappresentata dalla gravità quasi lunare, che a ogni cunetta o colpo dell'avversario, ci vedrà vorticare come fossimo palloncini in preda ai calci di un bimbo. Nonostante la frustrazione che ne deriva, ci si rende conto che il titolo, molto democraticamente, mette tutti sulla stessa barca. Se quindi, in giochi simili, sareste tentati di ricominciare la gara, in Fuel Overdose la costanza paga. Procedere dopo un incidente colossale può farvi scoprire che alla curva seguente tre o quattro corridori hanno subito la stessa sorte. Si può quindi irriderli con ulteriori smitragliate, per poi proseguire verso un inatteso quinto o quarto posto, pronti a scalare la classifica.

Ma la buona volontà degli sviluppatori non trova piena espressione nella forma finale del prodotto. La grafica è molto semplice e stilizzata, e ciò poteva essere un vanto con 60 FPS. Il fatto è che il gioco mantiene a stento i trenta, singhiozzando soprattutto durante le super move, diverse per ogni personaggio e degne del miglior Street Fighter per input richiesti. La solerzia nel voler sfruttare ogni singolo scenario, da cui vengono ricavate più piste, è solo un mezzo per distendere una coperta che rimane sempre troppo corta. I pochi circuiti, riproposti ad libitum, finiranno per sfiancarvi, vista anche la loro natura irta di ostacoli e spigoli nei quali incastrarsi.

Il gioco online, che ho provato pochissimo con alcuni addetti ai lavori provvisti del codice review, ripropone lo stesso tasso di sfida, in chiave più umana, rinsaldando quelle leggi universali secondo le quali le caotiche fagiolate a bordo pista non rappresentano mai la fine di una gara.

Volenteroso ma impacciato, ricco di modalità, ma fiaccato dalle poche piste e dalla fisica bislacca, Fuel Oversose è un azzardato tentativo di mettere insieme più generi ludici, nonché la riprova che tali iniziative finiscono troppo spesso per scontentare un po' tutti.

Ho ricevuto un codice review per PS3 dagli sviluppatori di Fuel Overdose. Ho concluso diversi campionati e portato a termine la modalità storia con due graziose donzelle. Il titolo è sicuramente prodigo di prove, competizioni e spunti per la rigiocabilità. Peccato che l'ossatura rimanga fin troppo fragile.

Voto: 5,5