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Gli eroi a testa in giù di Inversion

Quasi tre anni sono trascorsi dal primo annuncio di Inversion e una simile attesa non è quasi mai un buon segno per nessun titolo, peggio ancora se si tratta di una nuova IP e se al comando delle operazioni c'è il team di Saber Interactive, praticamente scomparso dai radar all'indomani del valido TimeShift. Finalmente, però, Inversion è in dirittura d'arrivo e nonostante un ritardo dell'ultima ora sulla pubblicazione italiana, lo vedremo sui nostri scaffali a partire dal 12 luglio per Xbox 360 e PlayStation 3, mentre negli USA il gioco è già disponibile da alcuni giorni.

Prima di proporvi la recensione completa, ho voluto addentrarmi qualche ora in questo mondo futuristico con le prime impressioni giocate sulla console di Microsoft, almeno per quanta riguarda il gioco in singolo (il multiplayer, infatti, non risulta ancora attivo). In quasi tre anni, il progetto originario ha cambiato naturalmente pelle, ma il concept di base è rimasto lo stesso degli inizi, ovvero un'invasione aliena sulla Terra, due eroi pronti a tutto pur di sconfiggere gli invasori, ripari come se piovessero e la gravità come parte integrante del gameplay. Non il massimo dell'originalità, soprattutto per uno sparatutto in terza persona che fin dai primi attimi del gioco non può non richiamare alla memoria Gears of War, Red Faction: Armageddon e Borderlands. Il primo è ormai il termine di paragone ideale per qualsiasi TPS "massiccio" e muscoloso, il secondo viene omaggiato dall'ampia e spettacolare distruttibilità dell'ambiente, mentre le somiglianze con il GdR postapocalittico di Gearbox Software si notano chiaramente nel look dei nemici (che fanno anche tanto Rage) e in certe location.

http://youtu.be/237SGaz51HI

Altri riferimenti sparsi sono poi quelli ad Half-Life 2 e la sua Gravity Gun, a Fracture, a Enslaved: Odyssey to the West (la collaborazione tra i due protagonisti) e a Prey, visto che anche qui ci troveremo a giocare alcuni tratti letteralmente capovolti sottosopra o di lato, con buona pace di chi soffre di mal di mare. Inversion non si candida insomma a campione di originalità e non è nemmeno un TPS con un particolare carisma derivato dai suoi protagonisti o dal concept narrativo. Davis Russel e Leo Delgado sono due poliziotti come tanti altri in una città come tante altre, con l'unica differenza che la figlia del primo viene rapita dagli alieni sbarcati sulla Terra, scatenando così la rabbia e la vendetta del padre. Da quanto visto finora, la trama è particolarmente sciatta e priva di pathos, un po' perché questi Lutadore venuti da chissà dove inglobano ogni cliché possibile e immaginabile (pelati, grossi, tatuati, panzoni, sporchi e cattivi), un po' perché la coppia di amici sembra presa da un telefilm del sabato sera di Rai Due e perché, sinceramente, della bambina rapita con tanto di orsetto tra le braccia non ci frega più di tanto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il futuro distopico di TimeShift era tutta un'altra cosa, ma se non altro Inversion ha dalla sua un'attenzione tutta particolare agli ambienti di gioco e al senso di distruzione perenne che vi si incontra. Merito anche di porzioni di livelli in assenza di gravità con auto, detriti, oggetti di ogni genere e interi pezzi di asfalto sospesi in aria. In certi tratti si deve controllare anche Davis in questo "vuoto", facendolo fluttuare da una piattaforma all'altra con tanto di nemici pronti a farci la pelle, senza contare i già citati passaggi a testa in giù che fanno molto Prey. A parte queste parentesi e i passaggi in cui i due amici devono collaborare per aprire porte o scavalcare delle recinzioni, il gameplay rimane però legato a un cover-shooter che più classico non si potrebbe, anche se non mancano elementi di interesse. Quasi tutti i ripari, infatti, possono essere spazzati via se si ha abbastanza potenza di fuoco e questo senso di distruzione, comune anche a strutture ed edifici, è uno dei punti forti del gioco e trasmette una sensazione di potenza non comune. Se gli scontri a fuoco con le armi classiche sono parsi solidi ma in fondo già visti e stravisti, anche per colpa di un arsenale che più classico non si potrebbe, la possibilità di intervenire sulla gravità rappresenta teoricamente il tratto distintivo di Inversion. Dico teoricamente perché, a conti fatti, sparare un raggio azzurro contro i nemici, farli levitare e lanciar loro addosso tutto quello che ci capita a tiro (o sparare direttamente) non è tutto questo gran divertimento.

http://youtu.be/GBOB50AVAQ4

A volte questo metodo tende a fare cilecca senza motivo e in generale non se ne sente mai davvero la necessità, se non in passaggi obbligati nei quali si deve ricorrere per forza alla gravità per poter avanzare. Questo potere è comunque migliorabile nel corso dei livelli e c'è quindi la speranza che i vari upgrade lo rendano più efficace e decisivo contro i nemici, ma per ora si tratta più di una simpatica variante (seppur abusata) che non di un elemento di gameplay fondamentale. Da premiare invece l'intelligenza nemica, abile nel ripararsi e nel muoversi in continuazione, anche se i pochi boss visti finora si sconfiggono senza alcuna tattica particolare, se non la solita pioggia di piombo e granate. Dovessi dare un voto a quanto visto in queste tre ore di gioco, non andrei oltre una sufficienza stiracchiata, e non solo perché l'andamento fin qui è piuttosto blando, privo di passaggi davvero ispirati e fin troppo spezzettato tra esplorazione anonima, combattimenti, filmati di intermezzo e via di questo passo. Lo stesso comparto grafico si comporta benissimo nelle distruzioni, nella gestione della fisica e negli effetti particellari, ma pecca nel design dei personaggi (il giro in auto iniziale è quasi imbarazzante), nelle texture (alcune davvero pessime) e nel frame-rate. Bisogna però dire che il multiplayer potrebbe portare qualcosa di più in termini di voto. Oltre al co-op online a due giocatori per la Campagna principale, Inversion offrirà anche diverse modalità competitive a dodici giocatori, con tanto di gestione della gravità, sezioni a testa in giù e salute autorigenerante come nel gioco in singolo, che se non altro dovrebbe assicurare scontri un po' più lunghi del solito. Appuntamento quindi con la recensione completa, sempre che nel frattempo Namco Bandai non ritardi per l'ennesima volta l'uscita del gioco (ma ormai dovremmo davvero esserci).

Ho provato la Campagna in singolo di Inversion per circa quattro ore a livello di difficoltà normale grazie a un codice per Xbox 360 debug fornito da Namco Bandai Italia. Per l'analisi del multiplayer vi rimando invece alla recensione completa del gioco.