Gli NFT spiegati bene
Se n’è parlato tanto negli ultimi mesi, spesso a sproposito, ed è arrivato il momento che io mi carichi sulle spalle la responsabilità di fare chiarezza. Gli NFT (acronimo che sta per non-fusible token) è, per spiegarlo in termini spiccioli, un certificato di proprietà di un contenuto digitale. Prendi qualcosa che non esiste, quindi non ha valore, e di fatto lo rendi unico e inimitabile. Tipo quando scrivevi “chi legge è bonzo” sulle mille lire.
Le possibilità di questa tecnologia sono infinite. Puoi creare utili dal nulla, puoi permetterti di pagare i videogiocatori, puoi premiare i fan con esclusive ricompense che, a loro volta, potranno rivendere per diventare ricchi e, non ultimo, puoi valorizzare il lavoro degli artisti digitali. Criptando le loro opere, infatti, impedisci che chiunque possa usare il loro lavoro senza riconoscergli alcun merito o ricompensa.
Ovviamente ogni nuova tecnologia può prestare il fianco al rischio della contraffazione ma gli NFT nascono per scopi troppo nobili ed è quindi improbabile che esistano al mondo persone disposte ad approfittarsene. Magari un po’ di riciclaggio… ma niente di serio.
Inoltre, senza nemmeno fare voli troppo pindarici, in un futuro in cui la blockchain sarà stata regolata e inglobata dal sistema giuridico nazionale, potremmo comprare proprietà senza la necessità di un notaio proprio perché, per loro stessa natura, gli NFT basteranno per convalidare l’acquisto di una casa o di un auto.
Non so se mi spiego.
Questo articolo potrebbe essere pieno di inesattezze, vere e proprie stupidaggini e invenzioni per puri fini narrativi. E però hanno cominciato gli NFT.