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I contenuti speciali di The Walking Dead: 400 Days

Mentre giocavo a The Walking Dead: 400 Days, avevo l'impressione di stare davanti ai contenuti extra del cofanetto in DVD della prima stagione del The Walking Dead di Telltale. Le scene tagliate, il mucchietto di idee particolarmente ganze che al team di sviluppo spiaceva aver segato in fase di produzione e che si è quindi deciso di proporre a parte. E probabilmente non andavo neanche troppo lontano dalla realtà, perché in fondo, lo spezzettato racconto proposto da questo contenuto scaricabile non è altro che un'insieme di idee interessanti messe in fila e impreziosite da una bozza di racconto un po' sconclusionato. Poi, certo, le idee sono buone per davvero, il tutto è scritto come sempre molto bene ed è divertente notare quel paio di punti in cui la sceneggiatura recupera il salvataggio e tiene conto delle scelte compiute nel corso della prima stagione. Senza contare che 400 Days sembra voler davvero fare da anello di congiunzione fra prima e seconda annata, proponendo un cast che ritroveremo presto, plasmato dalle scelte fatte qui (anche se, alla luce del finale particolarmente "malleabile", mi sembra improbabile che questi personaggi si rivelino essere molto più che secondari). Eppure, una certa sensazione di whatever mi è rimasta in testa. Sarà anche che, allo stesso prezzo dei vari episodi usciti fino a oggi, ci si trova in mano un'avventuretta ancor più breve del solito.

L'idea alla base di 400 Days sta nel raccontare cinque storie (e spiccioli) legate fra loro dall'ambientazione più o meno comune. In alcuni casi ci sono incroci evidenti di personaggi, in altri li vediamo magari passare sullo sfondo o comunque il loro coinvolgimento è appena suggerito, ma l'universo narrativo rimane quello, relativamente compatto, e la cosa permette di creare un affresco unitario. I segmenti in cui è separato il racconto sono cronologicamente sparsi fra i quattrocento giorni successivi all'esplosione del contagio e possono essere affrontati secondo un ordine deciso dal giocatore. Il posizionamento cronologico degli eventi non è noto in anticipo, quindi c'è il rischio di vivere la storia in maniera ancora più scombinata del dovuto, cosa che, volendo, può spingere alla rigiocabilità, per altro impreziosita anche dal fatto che, avendo chiaro in mente l'intero affresco, diventa molto più semplice notare tutti i piccoli intrecci fra le storie sparsi in giro.

La struttura dei segmenti è interessante perché in un certo senso ricrea in piccolo quella dei singoli episodi della prima stagione, dato che ognuno ruota attorno a una scelta particolarmente significativa. Ma l'aspetto migliore di 400 Days sta soprattutto nella natura di tali scelte. Gli sceneggiatori sapevano, ovviamente, di non poter offrire un coinvolgimento emotivo comparabile a quello di una stagione intera, nel corso della quale si impara ad amare i personaggi e ci si porta dietro tutto un bagaglio di piccole scelte e decisioni morali. Sapevano anche, però, di potersi proprio per questo permettere molto di più nella natura di queste scelte, e infatti ogni singolo capitolo di 400 Days propone momenti narrativamente tosti. Negli episodi regolari non mancavano situazioni ambigue, ma spesso si aveva comunque l'opportunità di puntare su scelte identificabili come "positive", anche se magari con esito negativo perché la situazione era in balia degli eventi. Qua, in linea di massima, si viene costretti sempre a decidere fra "male" e "male". O al massimo fra "male" e "malissimo".

Per il resto, la struttura generale del pacchetto non è troppo dissimile da quella di un episodio "regolare", con un segmento più dedicato al dialogo e al gironzolare per gli ambienti e gli altri maggiormente incentrati su situazioni specifiche. Complessivamente, però, proprio per la natura del DLC puntata sul presentare cinque idee ganze, il tutto sembra mancare un po' di ciccia, i cinque racconti tendono a finire molto in fretta, lasciando abbastanza appesi, e c'è la sensazione costante che ogni cosa ruoti attorno all'idea di turno, senza spazio per la minima divagazione. Il risultato è che da un lato il ritmo è davvero notevole, a livelli forse inediti per la serie, ma dall'altro la durata complessiva e in generale il senso di soddisfazione sono perfino inferiori rispetto a quelli dei singoli episodi regolari. La cosa, se vogliamo, è anche normale e comprensibile, del resto si tratta di un DLC, però rimane il fatto che il prezzo è lo stesso dei vari episodi.

E insomma, a conti fatti, The Walking Dead: 400 Days è esattamente il contentino che Telltale Games aveva annunciato, un simpatico passatempo in attesa della seconda stagione, un frullato di idee interessanti e un bel modo per sperimentare. Per chi ha amato la serie rimane probabilmente imperdibile e sicuramente molto gustoso, basta affrontarlo con la giusta consapevolezza. E poi rappresenta anche un ottimo modo per ricordarsi, casomai uno se ne fosse dimenticato, di tutti i bug che funestano il gioco: soprattutto tenendo conto del notevole successo riscosso, sarebbe il caso di evitarli per la seconda stagione. Altrimenti stavolta volano gli schiaffi. Capito, Telltale?

Era la prima settimana di luglio e io ero lì, bello tranquillo, che mi stavo godendo le mie due settimane di relax più o meno lavorativo in Italia. E Telltale Games ha deciso di tirarmi fuori a sorpresa 400 Days proprio in quel momento. Ho ricevuto da loro due codici, uno per la versione Xbox 360 e uno per quella PC, e li ho messi a riposo. Poi, una volta rientrato, non ho avuto un singolo momento per occuparmene fino all'altro giorno. E quindi anche questa è diventata una recensione che se l'è presa comoda. Ad ogni modo, ho completato il gioco in entrambe le versioni, portando avanti la “mia” storia su Xbox 360 e quella in cui faccio l'infame con tutti su PC. Come accennato là sopra, con 400 Days è particolarmente interessante rigiocare perché si notano in maniera più chiara tutti i giochetti fatti con la scansione temporale e l'intrecciarsi delle storie.

Voto: 8