Impressioni per interposte persone su Call of Duty: Black Ops 2
Un tempo eravamo nel giro della stampa che conta, i primi a ricevere gli inviti agli eventi più esclusivi e il materiale più segreto e ambito sui giochi che contavano. Ora, invece, siamo brutti e puzziamo pure un po’, quindi agli eventi non ci invitano più e le anteprime (alcune, non tutte) ci tocca farle leggendo gli articoli degli altri stimati colleghi che invece i giochi riescono a provarli o vederli di persona. Il gioco in questione stavolta è Call of Duty: Black Ops 2, seguito del titolo omonimo, salvo per il numeretto alla fine, uscito un annetto e mezzo fa e sviluppato da Treyarch, quelli che io e altri stimati colleghi consideravamo i fratellini un po’ sfigati e copioni di Infinity Ward. Tuttavia, con World at War prima e Black Ops poi, Treyarch è riuscita a farmi cambiare idea e, pur senza rivoluzionare la serie, i suoi Call of Duty si sono rivelati degli ottimi giochi, sia in single che in multiplayer (no, Treyarch, non dimentico la vergognosa versione PC di Black Ops che è stata ingiocabile per mesi e mesi dopo l’uscita del gioco). http://youtu.be/x3tedlWs1XY
Per ora non si sa molto di questo nuovo Call of Duty. Si sa che uscirà il 13 novembre di quest’anno, pubblicato ovviamente da Activision, e che sarà ambientato nel futuro, nel 2025, e negli anni ’80 per le missioni in flashback. Dal primo trailer si capisce che gli Stati Uniti sono stati attaccati dal proprio esercito di velivoli e mezzi di terra comandati a distanza, i “droni” per usare un neologismo derivante dal nome inglese, del cui controllo si è impadronito un non meglio specificato gruppo di terroristi. Il tutto accade nel bel mezzo di una guerra fredda tra gli americani e la Cina, quindi è facile immaginare che i protagonisti avranno l’occasione di sparare a nemici dal variegato background razziale. A leggere i resoconti dei colleghi sono quasi felice di non essere stato presente all’evento, perché a quanto pare la presentazione della storia del gioco è andata avanti per circa un’ora e venti minuti (e qui i maligni potrebbero giustamente far notare che è durata quasi più di un episodio recente della serie).
Secondo Mark Lamia, gran capo di Treyarch, la causa scatenante delle future tensioni internazionali potrebbero essere gli elementi di terra rara, le materie prime utilizzate in praticamente tutti gli oggetti tecnologici moderni di uso comune, ma anche e soprattutto militare, e dei quali la Cina possiede la maggior parte dei giacimenti. I protagonisti del gioco saranno i Mason, il più anziano e già al centro delle vicende di Black Ops per le fasi ambientante negli anni ’80, e suo figlio per le missioni del futuro.
Oltre alla lunga presentazione, i fortunati invitati all’evento, tenutosi negli uffici di Treyarch in California, hanno potuto osservare una dimostrazione di due livelli in single player che sembravano completi. La prima missione in single player era ambientata nella Los Angeles del 2025 e ricordava per molti versi l’assalto a Wall Street di Modern Warfare 3. Dalle descrizioni lette online, l’impressione è che questo livello non si discosti molto da quanto visto in precedenza nella serie, con botti ed esplosioni in abbondanza e un’impostazione fortemente cinematografica. La novità più interessante è invece rappresentata dal livello ambientato a Singapore nel 2025 e che fa parte delle missioni Strike Force. Questi livelli si presentano come una sorta di gioco di strategia in tempo reale, con il giocatore che deve prendere il controllo di una delle unità disponibili in qualsiasi momento oppure assegnare loro obiettivi e movimenti. Le missioni Strike Force possono essere affrontate in qualsiasi momento, accessibili da una sorta di quartier generale all’interno del gioco e separato dalla storia principale, e rigiocabili quante volte si vuole. Non è necessario finirle con successo completando tutti gli obiettivi, quello che conta è arrivare alla fine di ognuna di esse. In un meccanismo che sembra essere simile allo sforzo di guerra di Mass Effect 3, queste missioni influenzeranno la storia principale di Black Ops 2, che includerà dei bivi narrativi determinati appunto dalle prestazioni del giocatore nelle missioni Strike Force. Purtroppo Treyarch non ha rivelato molto altro a questo riguardo, ma sono davvero curioso di vedere come e quanto cambierà la storia del gioco. I colleghi che hanno visto di persona questa missione hanno usato come riferimento una partita multiplayer giocata contro dei bot per avere un’idea più chiara del loro funzionamento.
Dal punto di vista tecnico, Black Ops 2 gira ancora sullo stesso motore degli episodi precedenti, ma i molti miglioramenti grafici, con effetti di illuminazione, HDR, ombre dinamiche e quant’altro che, insieme a texture e shader migliorati, dovrebbero far pesare meno i difetti storici di questo engine grafico che mostra il peso degli anni ormai da tempo. Ovviamente la versione console girerà sempre a 60 frame al secondo, mentre quella PC sfrutterà le DirectX 11. Sinceramente, dubito che Black Ops 2 offrirà qualcosa di rivoluzionario o in grado di far cambiare idea a tutti i detrattori della serie, mentre i fan ritroveranno tutto quello che hanno imparato ad apprezzare in questi anni. Personalmente mi piacerebbe vedere qualche novità nella campagna per un giocatore e provare un’esperienza meno guidata e più libera, mentre il multiplayer non ha bisogno di molti aggiustamenti. Vedremo cosa ci riserveranno Treyarch e Black Ops 2, in attesa di sapere qualcosa in più sulla campagna e soprattutto sul multiplayer.