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Kaepora Gaebora #1 - Steam ha cambiato la mia vita di giocatore?

Appollaiato il gufo osserva tutto e ogni tanto, se lo ritiene necessario, parla. E nel caso non sia stato chiaro riprende il discorso dall'inizio, anche a costo di sembrare inutilmente prolisso e ripetitivo. In fondo lo fa per il vostro bene! Al lancio di Steam non ero contento, il servizio di Valve mi sembrava una terribile forzatura, non riuscivo a capirne l'utilità, incollato com'ero a una serie di reazionari preconcetti. Turandomi il naso accettai le loro condizioni, in fondo era l'unico modo per poter godere di quell'immenso capolavoro che è Half-Life 2. Il sacrificio fu ampiamente ripagato ma la mia opinione sulla piattaforma digitale non cambiò di un millimetro. A distanza di anni ammetto il gigantesco errore di valutazione: mentre Gabe Newell indicava la luna, io scioccamente fissavo il dito.

Gabe Newell

Intendiamoci, ci sono ancora molti aspetti che non mi vanno particolarmente a genio: quando vedo titoli proposti allo stesso prezzo della versione retail mi chiedo dove stia la convenienza, ma in fondo nessuno mi punta la pistola alla tempia obbligandomi a comprarli. Con tanta pazienza, rinunciando all'annuncio compulsivo, si risparmiano un sacco di rupie, basta aspettare i saldi. E nelle scorse festività natalizie tutti siamo caduti nel gorgo, nel diabolico meccanismo di shopping creato da Valve, quella pioggia martellante di sconti era troppo allettante. Nemmeno Ulisse avrebbe potuto resistere al canto di queste sirene. Cielo. Che orrore. L'immagine di Gabe con la coda di pesce, seduto su uno scoglio a gorgheggiare, mi ha appena scatenato il vomito. Torno subito.

Corri Gabe

Steam ha l'enorme pregio di aver trasformato il videogioco su PC in qualcosa di semplice, facile, a prova di noob. Con pochi passaggi sfogli il catalogo e scarichi il gioco tanto desiderato, ci penserà poi il programma ad effettuare l'installazione. Che dire poi della gestione degli aggiornamenti? A dir poco superlativa: una volta era necessario scaricare la patch di ogni singolo titolo e provvedere all'update, ora è tutto automatico. L'integrazione della community, con la possibilità di conversare con i propri compagni tramite la chat interna, è l'uovo di Colombo, l'ennesima geniale trovata di un programma ormai a dir poco indispensabile.

Come ogni pezzo di software, però, anche Steam ha i suoi bei difetti: errori di sistema, sporadici crash, digestione lenta e blocchi vari saranno capitati un po' a tutti, non neghiamolo. L'ostinazione con cui ogni nuova uscita cerca di installare le Direct X, quando queste librerie sono presenti da tempo sul mio sistema, continua a lasciarmi perplesso, ma si tratta di un'inezia. La verità è che oggi Steam detta legge, è un modello a cui tutti devono ispirarsi.

Gabe l'arrotino

E lo dico senza timore di smentita: il divario fra il negozio online di Valve e quelli della concorrenza è a dir poco abissale, non c'è paragone, non ha nemmeno senso cercarlo. Non sto provocando, faccio solo una constatazione, non si diventa miliardari da un giorno all'altro, non si crea una piattaforma di successo se non ci sono delle solide fondamenta. La mole di Gabe Newell è paragonabile alla sua azienda, è un peso massimo che non puoi scalzare, nemmeno con le cannonate. La concorrenza esiste, ma non è all'altezza della sfida, è una lotta persa in partenza. Magari fra qualche anno Electronic Arts riuscirà a rosicchiare alcune consistenti quote di mercato con il suo Origin, ma lo vedo come uno scenario lontano nel tempo.

Steam Box

Concludendo, ritengo che gli store online possano essere un'opportunità e non necessariamente l'inizio della fine della distribuzione tradizionale. Il mio punto di vista effettivamente si è modificato nel corso degli anni. Chi è ancora scettico nei confronti di Steam e soci dovrebbe guardare oltre la punta del suo naso, dimostrando un po' di apertura mentale, abbandonando i pregiudizi che lo attanagliano. Anche perché, se ci stiamo dirigendo verso un futuro di titoli distribuiti solo digitalmente, beh, c'è ben poco che possiamo fare per ostacolare l'inevitabile cambiamento. A meno che qualcuno nel futuro prossimo non voglia rinunciare per forza al suo hobby: faccia pure, non ho alcuna intenzione di fermarlo.