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Kid Icarus Uprising: meglio tardi che mai

Nel 1978 Stephen King scriveva che A Volte Ritornano, ed è davvero il caso di citare le sagge parole del Re del Brivido riferendosi a Kid Icarus Uprising, nuovo capitolo di una saga cult nata su NES nel lontano 1986. Un titolo forse più sperato che davvero realmente atteso, divenuto realtà dopo una serie interminabile di rumor ad addirittura ventidue anni di distanza dall'episodio GameBoy Kid Icarus: Of Myths And Monsters. La domanda a questo punto non può che sorgere spontanea: sarà valsa la pena di aspettare tanto a lungo il ritorno dell'angioletto Pit? La risposta - ve lo anticipo - è un deciso sì: scongiurato qualsiasi pericolo di incorrere in gratuiti stupri "alla memoria" in stile NiGHTS: Journey of Dreams (perché quella è una cicatrice che mi porterò sempre addosso, dannata Sega), quel discolo di Masahiro "Smash Bros" Sakurai è infatti riuscito a rendere ancora attuale e rilevante una saga abbandonata per oltre due generazioni.

Va detto che l'operazione di rinnovamento è di quelle piuttosto importanti: nell'approdare su 3DS, il cherubino Nintendo ha infatti abbandonato il suo DNA metroidiano di avventura a sviluppo verticale, favorendo invece una struttura che per metà trae ispirazione dal mai troppo lodato Sin & Punishment e per metà propone qualcosa di assolutamente inedito per gli standard della grande N. Una mossa tutt'altro che scontata, che ad ogni modo riesce a dare al gioco un'impronta radicalmente diversa da quella del classico revival a base di fanservice e graficona uber-migliorata.

Pur trattandosi di uno shooter a tutto tondo, Uprising appare in effetti contraddistinto da due anime diverse (e onestamente amalgamate in maniera non del tutto omogena tra loro). Le parti in volo ricalcano il modello degli sparatutto su rotaie alla Star Fox, e rappresentano senza ombra di dubbio la vera star dello show: frenetiche, mostruosamente adrenaliniche, appassionanti ed immediate, riusciranno a lasciarvi puntualmente a bocca aperta grazie alla grafica sbalorditiva e al loro ritmo mozzafiato. Tanto per farvi un'idea, immaginatevi un giro su un ottovolante improbabile dopo un'overdose di Red Bull ghiacciata. Magari sulla luna, durante uno sbarco di marziani in festa.

A fare da contraltare a cotanta meraviglia (perché, credetemi, c'è davvero di che godere a più riprese) ci pensano purtroppo i passaggi a terra: sessioni in stile sparatutto in terza persona dall'incedere un po' zoppicante che, a causa di un sistema di controllo quantomai ostico e difficile da metabolizzare, almeno sulle prime non possono non spiazzare. Non che si tratti di fasi da bocciare in senso assoluto, intendiamoci: con la giusta perseveranza e qualche inevitabile crampo (nonché soprattutto con il passare delle ore) il buon Pit riuscirà ad intrattenervi anche nei combattimenti a piedi, in particolar modo grazie al level design lineare ma arzigogolato e ai galvanizzanti scontri con i boss.

C'è tuttavia un "ma" piuttosto importante: contrariamente alla tradizione Nintendo, Kid Icarus Uprising risulta un titolo per nulla immediato, che proprio nelle fasi a terra (ovvero orientativamente il 65% del gioco) richiede dedizione, impegno e pazienza. Ingredienti assai rari nel modo di fruire i videogiochi in voga oggigiorno, che a seconda dei punti di vista potrebbero mal sposarsi con un titolo portatile ed almeno all'apparenza leggero. Insomma, preparatevi ad almeno un paio d'ore di puro training qualora decidiate di prendere il volo in difesa della bella Palutena: c'è da padroneggiare un sistema di controllo assolutamente atipico, che con una configurazione a base di touch screen e stilo offre una reattività inarrivabile con qualsiasi doppio analogico. E su proprio questo punto vale la pena di far chiarezza: a differenza di quello che si potrebbe credere, Sakurai non ha infatti ideato un setup in qualche modo pensato per ovviare alla tanto vituperata assenza di un secondo stick, bensì l'esatto opposto.

Uprising è deliberatamente costruito attorno al pennino, per una tipologia di controlli paradossalmente più affine a mouse & tastiera che non ai joypad tipici delle console. E in questo senso diventa comprensibile anche l'apparentemente insensata assenza di supporto al Circle Pad Pro: l'orrido ma funzionale Frankenstick non avrebbe infatti potuto replicare in alcuna maniera il feeling e la rapidità d'input offerti dallo stilo (e bastano davvero un paio di livelli giocati ad un coefficiente di difficoltà un minimo sostenuto per rendersene conto).

Ciò non significa affatto che i controlli siano impeccabili, intendiamoci: ergonomia e comfort sono concetti evidentemente alieni all'ellenico regno di Angel Land, così come a dir poco discutibile è la soluzione scelta per l'impiego dei power up a terra. Una volta prese le misure (e aumentata la sensibilità in tutti i parametri) il sistema di controllo Uprising saprà comunque ripagarvi della fatica, garantendo precisione millimetrica e tempi d'azione infinitesimali.

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C'è comunque un aspetto di Kid Icarus Uprising capace di far passare in secondo piano qualsiasi dotta disquisizione su controlli e palle varie: l'esorbitante carattere della creatura Project Sora. Tra citazioni nerdissime (con tanto di schermate 8-bit prese di peso dall'originale per NES), gag a profusione, battute meta-ludiche e molto altro ancora, è veramente impossibile non adorare alla follia questo videogame. Un titolo che trasuda passione e amore in ogni pixel, oltretutto in grado di coniugare la variopinta anima di Nintendo con ore e ore di dialoghi doppiati (della serie che da oggi in poi non accetteremo mai più uno Zelda senza un Link propriamente parlante!).

Se a tutto ciò aggiungiamo una realizzazione tecnica che oscilla tra l'ottimo e l'esorbitante, una colonna sonora celestiale, una longevità impressionante (la quantità di contenuti, come d'abitudine per Sakurai, è davvero fuori parametro!) e un multiplayer forse non epocale ma comunque piacevole, la ricchezza dell'offerta non può che risultare evidente. Soprattutto considerando la natura diesel del gioco, col suo susseguirsi di capitoli sempre più incredibili ed entusiasmanti.

Kid Icarus Uprising è un videogame divertente e godibile, che grazie alla sua personalità irresistibile riesce ad andare al di là di qualche discutibile decisione di game design. Personalmente avrei optato per un'esperienza interamente su binari - del resto Treasure ha dimostrato per ben due volte quanto le rotaie possano non essere un limite - ma tant'é: così com'è il prodotto rimane ottimo e consigliabile senza riserve, pur senza rientrare tra i "must buy" insindacabili della console (ovvero Super Mario 3D Land, PullBlox e Resident Evil Revelations). Insomma, non c'è male per un eroe rimasto ventidue anni in panchina.

Voto: 8