Outcast

View Original

Godzilla e King Kong si menavano già nel 1991, in King of the Monsters | Racconti dall'ospizio

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Quando in estate si andava in vacanza e aprivano le sale giochi, beh, era fantastico. Ogni anno erano presenti cabinati sempre diversi dall’anno precedente e ciò mi permetteva di conoscere titoli dei quali, altrimenti, non avrei mai saputo l’esistenza. Nel 1993 scoprii King of the Monsters 2, un mix fra un picchiaduro a scorrimento e uno contro uno. Tre giganti, palesemente ispirati a Godzilla, King Kong e a Ultraman, erano chiamati a scongiurare la solita minaccia aliena. Il gioco contava sette livelli, e il giocatore, una volta scelta la sua mostruosa controparte digitale, doveva affrontarli passando sistematicamente da nemici di rango inferiore ad alieni giganteschi dotati della stessa forza, perlopiù ispirati a rane, lumache e insetti di vario genere.

Tutto molto lineare, da buon vecchio arcade dell’epoca. L’esiguo numero di vite per partita e le mie scarse abilità non mi permisero di completarlo, quindi, una volta chiusa la stagione estiva, andai alla ricerca di una conversione per Mega Drive. In quel periodo Internet non esisteva ancora, quindi, non avendo la possibilità di reperire informazioni in pochi istanti come succede oggi, davo per scontato che esistesse una conversione per il 16-bit Sega, ma in realtà non era così. O meglio, era disponibile la versione americana, ma nessuna versione per il mercato europeo. Era invece disponibile la versione PAL del primo King of the Monsters, che presi, essendo convinto fosse uguale al seguito. Ma no, non era così.

Il primo King of the Monsters era, di fatto, un gioco di wrestling in cui quattro mostri giganti (sei nella versione arcade) se le davano di santa ragione in scenari cittadini distruttibili, disturbati da mezzi militari che tentavano di bombardarli. Per combattere, i mostroni utilizzavano pugni, calci, prese e occasionalmente potevano prendere aerei, carri armati e lanciarseli per provocare danni. Per recuperare energia, era possibile distruggere i palazzi e raccogliere una sorta di punti-energia. Le arene cittadine sembravano ampie ma, in realtà, erano delimitate da un campo elettrico che circoscriveva l’area in cui era effettivamente possibile lottare. Tutto molto bello per i primi quindici - venti minuti, poi sopraggiungeva la noia.

La cosa interessante è che fra i quattro lottatori disponibili figuravano i cloni di Godzilla e King Kong, che potevano lottare l’uno contro l’altro per prendersi lo scettro di Re dei Mostri. Curiosamente, in King of the Monsters 2, nella modalità a due giocatori era possibile farli cooperare per combattere la razza aliena. La serie finì di fatto con il secondo episodio, poi, una decina di anni dopo, uscì War of the Monsters per PlayStation 2 che ne riprendeva filosofie e meccaniche.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai MOSTRI GROSSI, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.