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La console unica

È una bella frase, l’ho appena inventata, adesso devo trovare il modo di costruirci un pezzo intorno, però.

Dopo aver provato Stadia, provato dico, mi sono convinto che lo streaming non fosse solo una possibilità, ma una certezza. Se la mia connessione discutibile offriva un’esperienza comunque già accettabile, potevo serenamente immaginare un futuro senza download e pezzi di plastica costosi in casa. Manca molto, purtroppo, più di quanto credessi, ma persino Sony sembra aver capito che bisogna muoversi verso un mondo diverso. Migliore, dico io.

I titoli PlayStation su PC stanno passando inosservati, come una notizia qualsiasi, ma è indubbiamente una bomba atomica per il settore. Il fatto che oggi sembrino persino inevitabili, dimostra come siano cambiate le dinamiche di forza sul mercato. Solo qualche anno fa, sposare l’ecosistema PlayStation non significava solo giocare a quattro esclusive l’anno, significava avere l’unico accesso, per esempio, a serie come Final Fantasy o GTA. Microsoft e Sony non hanno più la forza bruta per vincere una guerra, perché combatterla ad ogni costo?

Piuttosto si sbrigasse anche Nintendo a salire sul carrozzone, a capire che non muore nessun gattino se permetti a tutti di giocare ai tuoi capolavori, in ritardo magari, invece di fingere di credere ancora ai controller strani senza crederci davvero (vedi il Lite). E sì, ci devi pensare adesso con cento milioni di console vendute, non quando ti ritroverai tra le mani un altro Wii U. Il mondo cambia, Steam Deck potrebbe anche darti fastidio, costruisci ora un mondo in cui Zelda sia una necessità per tutti.

Ce la meritiamo, la console unica (che poi, vabbè, è un PC o una TV) perché questa industria ha sprecato soldi, risorse e talenti dietro a un sistema a compartimenti stagni che non ha mai fatto felici tutti. Mai.