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La filosofia di The Talos Principle

Sabato 25 ho installato il codice preview di The Talos Principle, quello che tecnicamente serve per dare un'occhiata alle prime fasi del gioco, per scrivere un'anteprima. Ho controllato giusto che funzionasse, poi sono uscito per preparare il concertino a 8 bit che ho fatto con il mio esimio collega Andrea Babich. Domenica mattina ho fatto partire il gioco. Oggi, lunedì 27, mi scrive giopep. Il mio sfondo è fighissimo.

E sì, in effetti potrei proprio fermarmi e scriverla, questa anteprima, perché il mondo deve sapere: The Talos Principle è una delle sorprese dell'anno. Forse addirittura LA sorpresa. L'ultima fatica dei ragazzacci di Croteam è un puzzle game filosofico in soggettiva, con un ritmo ragionato e un delizioso clima bucolico. Chi avrebbe mai detto che i trucidi designer di Serious Sam avessero così tanta poesia nel cuore? Se fossi un redattore pigro potrei liquidare The Talos Principle dicendo che è un gioco che nasce sulla scia di Portal, perché di fatto propone una struttura molto simile. Il nostro avatar si trova in un mondo misterioso, apparentemente deserto, pieno di enigmi da risolvere con la guida di una voce fuori campo. Dopo un paio d'ore, però, mi sono sentito stupido per essermi affrettato a paragonare Talos a Portal. Sì, OK, ha la stessa visuale e le stesse premesse, ma è una creatura completamente diversa, tanto nell'esecuzione quanto nel mood. Il mondo dei videogiochi ci ha abituato a cercare costantemente generi e paragoni, ma se vogliamo che il nostro hobby preferito maturi dobbiamo iniziare a dare più dignità ai contenuti, oltre che alla forma. Sì, The Talos Principle ha delle basi simili a Portal, ma invece di essere un simpatico racconto di fantascienza umoristica, è un trattato sull'esistenza, sulla coscienza umana, sulla vita e sulla morte.

Visto che sto scrivendo un'anteprima, non mi soffermerò più di tanto sul gameplay. Vi basti sapere che il gioco propone una serie di enigmi intelligenti, che si fanno via via più complessi con l'aggiunta di nuovi elementi. Divertono, non sono frustranti e stuzzicano la materia grigia nel modo giusto. La vera notizia, però, è la trama, che affronta con una profondità sorprendente il tema della coscienza umana. Cosa ci distingue dalle macchine? Quali sono le implicazioni morali dell'intelligenza artificiale? Il tutto si aggiunge a una storia misteriosa, che possiamo scoprire solo dai frammenti di file che troviamo sui terminali sparsi per il mondo di gioco. A volte sono stralci di opere antiche, altre sono chatlog e mail di un ipotetico presente, nel quale... no, non vi dico nient'altro. Sto volendo troppo bene a The Talos Principle, per spoilerarlo.

http://youtu.be/Q6Edwcn469M

Posso dirvi che il motivo per cui mi sono fuso con il divano, sparandomi dieci ore consecutive, è che il racconto è avvincente e al tempo stesso toccante. Mi ha colpito con la stessa forza dei film e dei libri che ti fanno riflettere sulla natura dell'esistenza umana. Mentre Portal era un leggero divertissement, The Talos Principle ha il coraggio di fare domande inquietanti, affrontandole tra l'altro con un apparato filosofico e letterario che supera di gran lunga quello di altri titoli considerati maturi e artistici. Sono contento che The Talos Principle esista e conferisco il premio Kenobit 2014 a Devolver Digital, il publisher scimmiato che non sbaglia un colpo. Nell'attesa della versione finale, applausi esistenziali a tutti!

giopep mi ha passato il codice dicendomi di dare un'occhiata al gioco per scrivere un'anteprima su Outcast. Credo di essere ben oltre la metà dell'avventura, ma questo articolo OVVIAMENTE si riferisce solo alla prima parte del gioco (voto: 9).