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La Giusta Causa

Sebbene il riscontro non sia stato proprio incoraggiante, con i suoi diecimila miliardi di giocatori attivi (cifre non ufficiali), Hogwarts Legacy ha subito un boicottaggio, a tratti persino violento, a causa delle posizioni della Rowling sui trans. In estrema sintesi eh, sono sicuro che sia tutto molto più complesso di così. La Rowling si è dispiaciuta un sacchissimo della cosa, giuro, e ha continuato a contare i soldi che le saranno arrivati a prescindere dalle vendite del gioco. Il boicottaggio, di cui non discuto le connotazioni etiche, sicuramente manca il bersaglio… ma di questo si può discutere.

Alcuni boicottatori hanno poi organizzato degli squadroni della morte su Twitch per andare a molestare chi stava giocando al gioco. Questi sono degli imbecilli… e di questo non si deve discutere.

Gioco diverso, polemiche simili, per Atomic Heart, che arriverà sul pass e pare essere stato finanziato da Putin in persona. Per alcuni (rispettabili) è intollerabile giocare a un gioco finanziato dai russi, per altri è solo un videogioco e sticazzi se ha ammazzato dei bambini o tifa Juventus. Sopratutto perché sembra bello, altrimenti ci pensavano.

Da consumatori ossessivi di intrattenimento quali siamo, ci viene quindi chiesto di misurare i nostri principi e il nostro sdegno anche in base a cosa consumiamo. Dobbiamo farlo? Come al solito, non lo so. A volte mi sembra di essere l’unico al mondo, ma dopo i trent’anni ho smesso di avere certezze su ogni cosa dell’universo. Però non mi tiro indietro e posso dirvi come sono solito comportarmi io.

Considero Il riscatto di Ender una delle letture migliori della mia vita, è un libro splendido che ci spinge anche a ragionare sulla diversità. Non sono più riuscito a leggere niente di suo quando ho scoperto che Orson Scott Card ha posizioni molto poco amichevoli contro gli omosessuali. Quindi sì, capisco chi non riesce a giocare al gioco “della Rowling”, anche se il bersaglio è mancato e gli sviluppatori del gioco c’entrano poco. Ci sono troppe cose che non so su tutti gli altri autori del mondo per considerare la mia una scelta coerente, ma l’informazione è arrivata, è nella mia testa, e io devo confrontarmi con quella.

Al contrario, quando si tratta di soldi, non riesco a colpevolizzare nessuno. I soldi sono complicati, sempre, e ho accettato tanto tempo fa di sguazzare tra le scarpe e i palloni cuciti da bambini cinesi, posso fingermi una persona rispettabile anche dopo aver giocato ad Atomic Heart. Era autocritica, nel caso non si fosse capito.

Questo è, questo sono, devo conviverci ogni giorno.

La morale della favola è che il modo migliore per vivere è nell’ignoranza, fregandosene di tutto e di tutti e sperando di non incappare nell’analisi logica del nostro autore preferito perché rimarrebbe proprio poco di questo mondo se ci guardassimo allo specchio.

Ma per fortuna l’ignoranza è sempre più in vantaggio, no?