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La minestra

Sono settimane che cerco un modo carino per scrivere questo pezzo senza offendere nessuno. Non è quella la mia intenzione. Ma niente, non ci riesco, quindi eviterò fiocchetti e carezze sul viso e andrò dritto al punto: le recensioni dei JRPG non servono a nessuno. O meglio, non servono a nessuno che non sia un appassionato dei JRPG, non servono “a noi normali” insomma.

Perché? Perché le scrivono solo degli appassionati e, mediamente, l’appassionato di JRPG è un tossico che gioca solo il genere e che non ha nessun timore di vedere esplodere i suoi testicoli per dialoghi noiosi, storie deprimenti e meccaniche invecchiate. È una groupie, insomma, e tutto quello che chiede è di succhiarlo al suo idolo sotto una doccia, poco importa quanto sia effettivamente bello l’ultimo disco.

Era solo una metafora, molto bella aggiungo, non vorrei che si scambi il tutto per un affronto sessista. Ammetto che il mio intento di non offendere nessuno, però, è quantomeno rivedibile.

Perchè la questione mi sta a cuore? Perché io sono “uno normale” e mi piace giochicchiare i JRPG e, più che di fronte ad altri generi, mi trovo di fronte a una spaccatura nettissima tra cosa leggo dalla critica e la realtà. Le prime ore di Xenoblade 3 sono una palla al cazzo, a prescindere di quanto sia fantastico il gioco dopo (non lo so ancora) e di quanto ti piaccia, devi dirlo. Persona 5 è un capolavoro della vita ma non puoi non avvisare il tuo pubblico della quantità stratosferica di ore passate a leggere chat. Octopath Traveler ha degli evidenti problemi di scrittura, deve essere raccontato. Devi, questo dico, uscire dalla doccia e ascoltare il disco nuovo.

Lo stesso problema, in misura minore, è ravvisabile in questo momento storico per le recensioni dei giochi From. L’amore è grande, sono nati i giocatori di From, e quelli vedono solo quello che vogliono vedere. Tutto il resto è merda, tutto il resto non esiste e quindi pure la narrativa è fantastica, la grafica non è un problema e l’IA (o come volete chiamare i nemici che sbattono sui muri) è persino funzionale. E non sto dicendo che tutto deve avere un peso enorme, va benissimo se alcune qualità finiscono per mangiarsi altri difetti, ma non puoi sapere quanto sarà importante per il tuo lettore e quindi, banalmente, devi parlargliene.

Sapete perché non si risolve? Perché quei pochi che fanno finta di leggere le recensioni, lo fanno solo per scovare l’errore e dimostrare quanto sia stronzo chi l’ha scritta. E allora sia mai che a parlare di Dragon Quest XII ci sia uno che non ha vissuto col cazzo in bocca di Square-Enix dall’infanzia, l’esperto. Lui che tutto sa e tutto vede, l’infallibile.

Solo che io non ho bisogno quasi mai dell’esperto.