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Librodrome #24: BioShock Infinite: Mind in Revolt

Attenzione. Ogni due settimane, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.

Questa settimana esce nei negozi BioShock Infinite. Brrrividi! Questa settimana, a occhio, dovrebbe arrivarmi a casa la mia copia PC di BioShock Infinite, che ho prenotato su Zavvi lo scorso giugno perché su Savy Gamer era spuntata un'offerta che mi sembrava decorosa. Questa settimana sono a San Francisco per seguire la Game Developers Conference, quindi non potrò giocare a BioShock Infinite. Ho voglia di giocare a BioShock Infinite. Dubito di essere l'unico ad averne. Magra consolazione, mentre ero in aereo fra Monaco e Toronto, subito dopo aver finito un libro, subito prima di leggerne un altro, mi sono sparato BioShock Infinite: Mind in Revolt, il peculiare pseudo-racconto ambientato a Columbia prima del gioco e pubblicato qualche tempo fa in formato digitale. E ne ho subito scritto al volo, letteralmente, dato che ero in aereo fra Toronto e San Francisco, perché mi sembrava carino cogliere l'occasione – appunto – al volo e parlarvene proprio questa settimana. Ho pure rinviato un Librodrome a firma Ziska, per farlo! Sempre più tempestivi, qua sull'Outcast (certo, poi chissà se e quando arriva una recensione del gioco... ).

La copertina dell'eBook.

Il problema, però, è che parlare di BioShock Infinite:Mind in Revolt è onestamente un po' un casino. Spiegare nel dettaglio cosa racconti significa, in sostanza, rovinare parte del gusto di una lettura assolutamente breve, roba che si spazza via in una sessioncina da mezz'ora a star larghi. Si può menzionare allora la struttura, lontana anni luce da quella del BioShock: Rapture di cui ho scritto tempo fa. In pratica è un found footage, solo che non si tratta di footage, quindi potremmo magari definirlo found documents. Una serie di trascrizioni da nastri delle registrazioni di sedute condotte da uno scienziato su una prigioniera, che raccontano la “terapia” da lui portata avanti, le terrificanti pratiche a quanto pare d'uso presso il governo del posto e il rocambolesco modo in cui il soggiorno della donna in questione nelle carceri di Columbia va a concludersi.

Unitevi alla rivoluzione!

E allora che si può dire? Beh, che per quel che costa – 2,31 € su Kindle – vale assolutamente la pena di leggerlo, quantomeno se si è interessati al mondo di BioShock Infinite. Difficilmente si rivelerà essere un prologo fondamentale, considerando la sua natura breve e parca d'informazioni, ma certamente è un perfetto riassunto di quel che abbiamo imparato ad aspettarci da BioShock: contenuti di genere ma ricchi, carichi di allusioni, capaci di tratteggiare con due pennellate un mondo affascinante e inquietante che si nasconde dietro le pieghe di una società apparentemente perfetta. Una lettura breve e tutto sommato prevedibile negli sviluppi, ma dal crescendo intrigante e che fa venire un'ulteriore gran voglia di mettere le mani su BioShock Infinite. Tutto sommato, per essere un'opera inquadrabile con lo status di schizzetto promozionale, non è poco.