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Librodrome #31: Honoring the Code

Attenzione. Ogni due settimane, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.

Matt Barton, autore di Honoring the Code – Conversations with Great Game Designers, ha dedicato il suo libro a chi è come lui. A coloro che vogliono saperne di più, che sono interessati a conoscere le persone nascoste dietro i muri digitali di emozioni con cui ci divertiamo pad (o mouse, o touch screen, o quel che vi pare) alla mano. Chi crea i videogiochi? Come? Ma soprattutto: perché? L'industria del videogioco è afflitta da una voragine sociale e culturale, dalla mancanza di accesso diretto alle menti geniali che danno vita da decenni a questa forma espressiva così particolare e nuova. Geni che tendiamo a dare per scontati, se non addirittura a ignorare. Il tempo passa, e piano piano sta cominciando a portarceli via, mentre la polvere seppellisce i capolavori più antichi fra le memorie di chi li ha giocati e l'ignoranza di chi non li ha conosciuti.

La copertina del libro edito da CRC Press.

Sul sito Armchair Arcade si possono trovare raccolte le sue interviste realizzate in video con game designer, musicisti, programmatori, grafici e chissà che altro, in cui fa la conoscenza con le persone, le loro storie, le loro idee e le loro teorie su questo fantastico settore. Se avete dimestichezza con l'inglese chiacchierato, tuffatevici, è un piacere infinito. Ma non contento, Barton ha deciso anche di pubblicare un libro, per l'appunto Honoring the Code, che raccoglie una selezione di quattordici interviste, chiaramente trascritte e impreziosite da qualche nota a margine, e che magari possono essere più accessibili in questa forma per i meno anglofoni. Senza contare che si tratta di una lettura affascinante, croccante, perfetta da portarsi in spiaggia, in metropolitana, in treno o sulla tazza.

In oltre duecento pagine di affascinante viaggio nel tempo, Barton chiacchiera con una serie di luminari del settore più o meno noti e ce li mostra a cuore aperto, svelando retroscena legati a pietre miliari, dando spazio a sfoghi sullo stato del settore, mettendo in luce gli esseri umani nascosti dietro nomi e cognomi. Si comincia con John Romero e la sua passione per l'Apple II. Si prosegue con la forte personalità di Rebecca Heineman, una fra le programmatrici più abili del settore, con una carriera interminabile che la porta dai tempi di Bard's Tale all'odierna Ubisoft Toronto. E poi la tripletta ruolistica di Tim Cain, Brian Fargo e Chris Avellone, l'umanità di Chris Taylor, il rant di John Hare su Tiny Wings e sulla mancanza di memoria storica, i sogni di David “Zak McKracken” Fox e via via, passando anche per nomi che magari non ci si aspetterebbe di leggere o che proprio si scoprono qui per la prima volta, a dimostrazione dell'ignoranza e della scarsa venerazione per i nostri John Lennon e Ernest Hemingway di cui si diceva in apertura (di libro e di articolo).

C'è un capitolo dedicato a Ralph Baer, colui che ha sostanzialmente inventato le console da gioco, arzillo vecchietto dalle opinioni forti. Per quasi venti pagine si scatena lo stralunato George “The Fat Man” Sanger, nome fondamentale nel settore dell'audio per videogiochi, e trovano spazio anche Paul Reiche e Fred Ford, i padri di Star Control e Skylanders. Insomma, un vero e proprio tripudio di menti eccellenti e una serie di conversazioni interessanti, appassionanti, ricche di dettagli curiosi e che non possono davvero mancare nella libreria di chiunque si professi amante del videogioco a tutto tondo. Honoring the Code è un libro splendido ed essenziale, un piacere da leggere e far proprio, assieme al bookmark di quel sito là sopra, da cui abbeverarsi senza timore di esaurire mai la propria sete.

Honoring The Code – Conversations with Great Game Designers è un libro del 2013, che raccoglie interviste risalenti più o meno tutte a qualche anno prima (e, in effetti, in alcuni casi lievemente datate, ma poco importa). È disponibile su Amazon in versione brossurata e in edizione Kindle. Il libro è in lingua inglese e non tratterei il fiato in attesa di un'edizione italiana.