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Librodrome #60: Il ritorno di Gabriel Knight

Attenzione. Ogni due settimane, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.

Qualunque appassionato di avventure grafiche che si porti qualche anno sulle spalle (e, diciamocelo con un filo di snobismo, se non ti porti qualche anno sulle spalle non puoi definirti appassionato di avventure grafiche) deve portare rispetto a Jane Jensen. La ragazza, nata nel lontano 1963 in quel di Palmerton, Pennsylvania, si è fatta le ossa lavorando sulle sceneggiature di Police Quest III: The Kindred (ottimo) ed EcoQuest: The Search for Cetus (mai giocato, ma è sicuramente bellissimo), per poi occuparsi mano nella mano con Roberta Williams del design di King's Quest VI: Heir Today, Gone Tomorrow (incidentalmente è il migliore della serie) e vedersi quindi affidata una serie tutta sua. Così è nato Gabriel Knight, andando a generare una trilogia fra le migliori di sempre (e anche fra le più invecchiate di sempre, complice la scelta di seguire le mode del momento per il secondo e il terzo episodio).

Immagine standard di Jane Jensen.

Il terzo Gabriel Knight ha il dubbio onore di essere l'ultima avventura grafica prodotta da Sierra e infatti, dopo quella triste esperienza, concluso il viaggio delle tre prove che ogni Schattenjäger deve superare, la cara Jane si è dedicata ad altro, con un fantastico tuffo nel mondo dei giochi casual. Ma l'amore per le avventure grafiche era troppo forte e negli ultimi anni è tornata a occuparsene, lavorando con diversi ruoli a Gray Matter, Cognition: An Erica Reed Thriller e Moebius: Empire Rising, oltre che al recente remake del primo Gabriel Knight (che RuMiKa ha recensito la scorsa settimana). In tutto questo, Jane Jensen ha anche coltivato un'attività da scrittrice di romanzi. I primi due tomi da lei firmati, Gabriel Knight: Sins of the Fathers (1997) e The Beast Within: A Gabriel Knight Mistery (1998), non erano altro che "novelization" dei videogiochi che hanno dato vita alla saga dello Schattenjäger, tant'è che erano pure stati inclusi in una raccolta degli stessi. E non li ho mai letti, ma sono sicuramente ottimi.

Poi, però, sono arrivati anche due romanzi originali, Millennium Rising / Judgment Day (1999) e Dante's Equation (2003), scritti e pubblicati nel periodo immediatamente successivo alla "morte" di Sierra. E sono due ottimi romanzi di genere! Il taglio vira più sul fantascientifico che sulle suggestioni horror dei suoi precedenti lavori, ma le caratteristiche forti della scrittura di Jane Jensen ci sono tutte. Ci sono la scorrevolezza e la capacità di appassionare, i personaggi archetipici ma caratterizzati alla grande, gli intrecci all'apparenza semplici ma capaci di stupire con svolte fuori di cozza e l'amore per la documentazione e l'approfondimento, la capacità di legare situazioni insensate al reale, dando una grande solidità a tutto quanto. O, comunque, io me li ricordo così. Son passati tanti anni. Vai a sapere. Ah, fra l'altro, di Dante's Equation avevo scritto a questo indirizzo qua.

A suo tempo ho fatto una fatica boia a trovare i due romanzi, ma ora siamo nell'era di internet, non credo sia più un problema.

Ora, perché tirar fuori tutta questa pappina su Jane Jensen proprio oggi? Beh, intanto perché, ehi, l'uscita del remake di Gabriel Knight, già di suo, rappresenterebbe una buona occasione, no? Ma soprattutto perché la pubblicazione del gioco è stata accompagnata da una serie di attività promozionali all'insegna dell'amarcord, fra interviste, approfondimenti e quant'altro, in mezzo alle quali spicca l'aver reso disponibile, in maniera assolutamente gratuita, un racconto breve della Jensen con protagonista proprio il nostro amico Gabriel. Si tratta della prima nuova avventura di mister Knight dai tempi di Blood of the Sacred, Blood of the Damned ed è intitolata The Temptation.

E di che parla? Beh, sono trascorsi sei mesi dal termine della terza avventura di Gabriel, che ora si trova di nuovo in Germania e sta indagando su un nuovo caso, ma fondamentalmente trascorre il suo tempo impegnato a rosicare sull'abbandono da parte di Grace Nakimura. Del resto, dopo aver completato il tuo destino di Schattenjäger e aver ritrovato il corpo di Cristo (o qualcosa del genere), se la donna di cui sei innamorato ti abbandona concedendoti solo il lusso di un messaggio per iscritto, che ti resta da fare? Comunque, non aggiungo altro perché il racconto è davvero breve. Dico solo che è molto gradevole, seppur certamente semplice e soprattutto "only for fan", dato che si basa sulle conseguenze del terzo videogioco della serie e butta pure nel mezzo riferimenti sparsi ai primi due. Ma insomma, il punto è proprio quello: è un modo per tornare brevemente nel mondo di Gabriel, farsi prendere dalla nostalgia e subodorare quale potrebbe essere l'argomento di un eventuale quarto episodio della serie, se le cose dovessero andare come speriamo. Incrociamo le dita.