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Machiavillain è il Prison Architect dei cattivoni

I videogiocatori si trastullano con l'idea di giocare dalla parte dei cattivi sin dai tempi di Dungeon Keeper, lo storico gestionale demoniaco di Bullfrog. Da allora ci sono stati molti tentativi di replicarne il successo, ma nessuno ha mai azzeccato la giusta miscela di humour e gameplay. Machiavillain si propone lo stesso obiettivo, ma con una struttura in tutto e per tutto simile a quella di Prison Architect.

Lo scopo del gioco è stabilirsi nei pressi di una cittadina e costruire una villa che attiri il maggior numero possibile di ignari avventori, per poi ucciderli nel più truculento dei modi e farne sparire ogni traccia. Per farlo, il giocatore è chiamato a progettare e costruire la sua magione, ma anche ad assegnare i compiti ai suoi malefici minion, che devono recuperare le risorse e occuparsi della pulizia della villa (dettaglio fondamentale, perché la vista di cadaveri e budella spaventa gli ospiti e aumenta il rischio di rivolte). Proprio per questo, nonostante le premesse, Machiavillain risulta molto più simile a Prison Architect, perché mette l'accento tanto sulla corretta disposizione di stanze e trappole quanto sull'organizzazione della forza lavoro.

L'idea è ottima, ma purtroppo Machiavillain scivola su un paio di bucce di banana. La prima è quella dell'interfaccia, che risulta confusa, scomoda e a tratti poco coerente. Anche dopo ore di gioco, mi è capitato di premere il pulsante destro del mouse al posto del sinistro e in generale non mi sono mai realmente abituato ai comandi. Funziona tutto, per carità, ma quando un'interfaccia è ben progettata, bastano pochi minuti per prenderci la mano e in un gioco dove sono richiesti costanti input, un dettaglio come questo è sufficiente a rovinare l'esperienza.

Il secondo problema è che Machiavillain non riesce a spiegare le sue meccaniche al giocatore. Sono a favore dei tutorial rapidi e amo quando un gioco mi obbliga a scoprire qualcosa da solo ma in questo caso siamo alle prese con un design molto complesso, che spesso richiede la microgestione di minion e risorse, e decifrare tutto in autonomia è poco divertente. Ho ricominciato più volte la partita perché non avevo capito alcuni dettagli fondamentali del funzionamento della villa, e ogni volta è stato faticoso, sia per il tempo da investire, sia per l'interfaccia scomoda.

Superata la frustrazione delle prime ore, Machiavillain rivela alcuni pregi interessanti, soprattutto sul fronte della libertà creativa lasciata al giocatore. Con un po' di astuzia, è possibile creare dei percorsi che attirino i malcapitati ospiti verso una fine ingloriosa, e mano a mano che si prosegue, le possibilità si fanno più ampie e fantasiose. La dura verità, però, è che nei suoi momenti migliori Machiavillain ricorda Prison Architect, che al netto dell'ambientazione diversa, rimane un gioco superiore, meglio progettato e infinitamente più appagante. Se avete amato il gestionale di Introversion e volete qualcosa di nuovo, Machiavillain potrebbe regalarvi qualche ora di divertimento. Se invece siete dei comuni mortali che vogliono un po' di divertimento demoniaco, su GoG c'è Dungeon Keeper a due spicci. 'Nuff said.

Ho giocato a Machiavillain principalmente in trasferta, sul mio portatile, tra una partita a FTL e l'altra, con un codice ricevuto direttamente dagli sviluppatori. Ho iniziato tre partite diverse, interrompendomi sempre dopo la prima ora, prima di capire come dovevo realmente impostare la casa. L'ultima partita è ancora in corso, ma non escludo di provarne un'altra per mettere a frutto le tecniche avanzate apprese. Machiavillain è disponibile su PC, Mac e Linux.