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Marzo 1992: Ultima Underworld, il Metal Gear apocrifo, Terminator e Desert Strike | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Ottanta, Novanta, Zero e Dieci. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 21 marzo 1992 si manifesta su PC nientemeno che Ultima Underworld: The Stygian Abyss, titolo d'esordio di Blue Sky Productions, che qualche mese dopo avrebbe cambiato nome in Looking Glass Technologies. Il gioco si era legato al marchio Ultima in corsa, dopo aver accalappiato l'attenzione di Richard Garriott e Warren Spector al CES, e si presenta come primo GdR capace di unire visuale in prima persona, movimento completamente fluido in un ambiente 3D e possibilità di alzare e abbassare lo sguardo. Ambientato dopo Ultima VI, Ultima Underworld permette di esplorare l'abisso già apparso in Ultima IV (qui un ricordo di Paolo Paglianti) e offre un gameplay particolarmente profondo per gli standard dei giochi in prima persona dell'epoca, che fa sostanzialmente da base per il filone che decenni dopo chiameremo "immersive sim". Godrà di un seguito nel 1993 e una specie di seguito nel 2018.

Qualche giorno dopo arriva sui NES europei Snake’s Revenge, seguito apocrifo di Metal Gear, prodotto da Konami senza il coinvolgimento di Hideo Kojima (che nel frattempo ha sviluppato il suo Metal Gear 2: Solid Snake). Pubblicato solo in America e in Europa, il gioco si mantiene tutto sommato allineato col format del primo episodio ma, insomma, verrà ricordato nel tempo come un episodio bizzarro nella saga creata da Kojima. Abbiamo ricordato i due Metal Gear 2 tempo fa in un Racconto dall’ospizio.

Abbiamo poi The Terminator, adattamento “tardivo” del film di James Cameron del 1984, che si presenta su Mega Drive (e svariati altri formati) forte di una resa grafica particolarmente riuscita, una bella atmosfera e una discreta attenzione al riprodurre in maniera dignitosa lo sviluppo narrativo della pellicola. A curarlo, un giovane Dave Perry per conto di Probe Software, particolarmente frustrato dal fatto di dover creare un gioco in cui – proprio per la ricerca di fedeltà al film - non è possibile eliminare l’unico reale antagonista fino al combattimento finale. Se lo chiedete a me, questo lo rende un gioco per certi versi bizzarro ma interessante. Ne ho un bel ricordo.

Infine, marzo del 1992 è anche il mese che segna la pubblicazione di Desert Strike, splendido sparatutto “avventuroso” che ci pone al controllo di un elicottero in scenari di guerra, impegnato in missioni di distruzione, recupero ostaggi e altro tramite una pratica visuale isometrica. Il gioco, al cui sviluppo partecipa fra l’altro una giovane Amy Hennig, generà una serie piuttosto longeva, che godrà di ben quattro seguiti.