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Novembre 2002: Metroid, Vice City, Ratchet & Clank, Kingdom Hearts, Eternal Darkness, Splinter Cell… e che è? | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Ottanta, Novanta, Zero e Dieci. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il primo di novembre del 2002, spunta sui GameCube europei Eternal Darkness, questa cosa strana di un videogioco horror pieno di zombi, demoni e morti ammazzati prodotto da Nintendo. Sarà un caso, ma è anche il primo gioco pubblicato dopo la salita al trono di Satoru Iwata. Sviluppato da Silicon Knights, Eternal Darkness viene accolto e ricordato come un mezzo capolavoro per mille motivi, dall’ambizione in termini di struttura e gameplay al modo in cui frantuma la quarta parete per ritrarre la caduta nella follia dei suoi protagonisti. Nonostante il successo, non vedrà mai un seguito (progetto abortito da Nintendo) e manco un successore spirituale (progetto fallito su Kickstarter). Ne parleremo a breve su Retroutcast.

Sei giorni dopo, tocca a Il signore degli anelli: Le due torri, gioco d’azione sviluppato da Stormfront Studios per Electronic Arts che adatta in un’unica soluzione i primi due film della trilogia cinematografica di Peter Jackson. Pur criticato per una certa semplicità e brevità, il gioco viene accolto favorevolmente grazie alla sua spettacolarità e al modo in cui adatta i film. Un anno dopo arriverà il seguito, chiaramente basato sul terzo film.

L’8 novembre esce invece dalle nostre parti Grand Theft Auto: Vice City, secondo capitolo della rilettura “tridimensionale” per la serie di Rockstar che sposta l’azione in Florida, recuperando un’altra delle città ideate all’epoca del primissimo episodio in 2D. Qui la serie esplode definitivamente in personalità, ambizioni e capacità di raccontare il mondo reale attraverso le sue esagerazioni. Per certi versi rimarrà uno fra gli episodi più celebrati e amati della serie. Qui il ricordo di Angelo Di Franco.

Lo stesso giorno segna l’esordio di Insomniac Games su PlayStation 2, oltretutto con una nuova IP, dato che Spyro rimane affidato ad altri. Ratchet & Clank costituisce un cambio di direzione a 360 gradi, considerando che si passa dal relax del draghetto PS1 a un gioco in cui gran parte della questione è costituita da quanto sono fighe le armi con cui si può blastare tutto quanto. Ratchet & Clank riscuote un gran successo e genera una serie che andrà avanti per (almeno) altre tre generazioni di console.

Il 15 novembre arriva in Europa Kingdom Hearts, un progetto folle con cui Square e Disney uniscono le forze, generando un JRPG d’azione in cui i personaggi Square si confrontano con mondi e protagonisti disneyani. Da qui nascerà una serie ricca di seguiti e spin-off dai titoli deliranti, capace di vendere complessivamente quasi quaranta milioni di copie. Qui ne chiacchiera Antonio Bellotta.

Una settimana dopo infiliamo nei nostri Game Boy Advance la cartuccia di Metroid Fusion, bellissimo seguito più o meno diretto di Super Metroid che vede Samus Aran impegnata ad esplorare una stazione spaziale invasa da alieni mutaforma. Verrà ricordato come uno fra i migliori giochi per GBA e, in generale, come un piccolo capolavoro, tra l’altro graziato diciannove anni dopo da un seguito diretto, Metroid Dread. Ne abbiamo chiacchierato in Retroutcast.

Lo stesso giorno fa il suo esordio Sam Fisher, protagonista di Tom Clancy’s Splinter Cell. Il gioco sviluppato da Ubisoft Montreal nasce come tentativo di fare concorrenza alla serie di Metal Gear Solid e non a caso, pur diventando poi multipiattaforma, inizialmente si presenta come esclusiva Xbox. Il successo è immediato e ne nasce una serie che andrà avanti per un decennio buono. Anche di questo parleremo a brevissimo su Retroutcast.

Una settimana dopo, il mese si chiude con Mario Party 4, che fa eseguire alla serie il salto generazionale, conservando più o meno tutte le caratteristiche dei precedenti episodi, ovviamente potenziandone la grafica e beccandosi le solite critiche alla semplicità del gioco e a un certo immobilismo in termini di innovazioni.