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Mushroom 11: nulla si distrugge, tutto si trasforma, quasi

Il mondo dei videogiochi, oggi, per ovvi motivi, tende a sfornare titoli con meccaniche molto simili, e quando si inizia un filone che funziona, altre software house tendono a seguire in scia gli "innovatori". Basta per esempio vedere il sistema di combattimento della serie Arkham, che ormai ritroviamo in tantissimi action. Ogni tanto, però, c'è qualcuno che trova un'idea nuova, una meccanica di gameplay che dopo averla provata ci si chiede come sia possibile che non sia saltata fuori fino ad oggi. È il caso di Mushroom 11, puzzle game sviluppato da Untame, che sperimentacon un sistema di interazione decisamente poco usuale e anche, bisogna dire, non del tutto amico del nostro tunnel carpale. Ma andiamo con ordine.

E ora che faccio, cado o non cado?

In Mushroom 11, il nostro compito sarà muovere (e non comandare, ci arrivo tra poco) una specie di blob verde, una sorta di massa che dovrà spostarsi tra i livelli del gioco cercando di non fare una brutta fine. Ho detto "muovere" e non "comandare" perché il giocatore non agirà direttamente sul blob fungoso, ma lo muoverà sfruttando una caratteristica del blob stesso: la rigenerazione. Ci ritroveremo quindi a cancellare parti di questa informe massa in modo da permetterne la ricrescita dalla parte che ci interessa per progredire nel gioco. Purtroppo è uno di quei titoli nei quali è complicato spiegare a parole una meccanica in realtà in breve intuitiva, maguardando il trailer qui di seguito è anche semplice comprenderne i meccanismi. Per cancellare la parte di blob che ci serve eliminare, si usa il mouse. Con il tasto sinistro (o il tasto Z) si utilizzerà un "cancellino" dal diametro più lungo, con il tasto destro del mouse (o il tasto X) avremo a disposizione un puntatore più piccolo, necessario per azioni più precise e chirurgiche.

Parlavo prima della poca affinità di Mushroom 11 col nostro tunnel carpale ed è semplice capire il perché: dato che per attivare lo spazio dove si intende cancellare il blob è necessario tenere premuto uno dei due pulsanti, dovremo per forza passare praticamente tutto il tempo di gioco con le dita pigiate sui tasti del mouse o sui loro corrispettivi da tastiera. Il consiglio è di usare X e Z, almeno così si riuscirà ad evitare una tendinite fulminante.

Ma qual è il vero scopo di Mushroom 11? Semplice, far arrivare sana e salva "la cosa" alla fine del livello, dove troveremo, per ognuno dei sette stage, un boss da sconfiggere. Fondamentalmente, tutti i puzzle che ci verranno proposti sono rompicapi ambientali, per risolvere i quali dovremo sfruttare la conformazione del terreno (che comprende grotte, spuntoni, stretti tunnel etc.), l'acqua e oggetti vari (sfere, parallelepipedi di legno), per superare baratri, azionare macchinari o evitare pozze di lava o di veleno.

Infatti, pur ricrescendo se lo cancelliamo, il nostro fido fungo verde non sopporta molto bene un bagno nella lava, o rischia di morire infettato da ragni velenosi o pozze viola nel caso non cancellassimo per tempo la parte malata. Nel corso del nostro viaggio, quindi, anche la morte ci farà spesso compagnia, dato che, diciamo dal quarto livello in poi, la difficoltà subirà un innalzamento piuttosto repentino. Il fatto è che il lavoro di Untame riesce dove moltissimi trial and errorfalliscono, ovvero nel non farti mai distruggere moralmente dalla difficoltà del momento. Un po' come in un Dark Souls, quello che all'inizio sembra impossibile, dopo alcuni, tanti, molti tentativi diventa semplicissimo, e non riusciremo a capire come mai ci abbiamo messo così tanto a passare quell'insulsa sezione. Questa è la grande forza di Mushroom 11, il far dire al giocatore "stavolta lo passo, mi manca pochissimo", ovviamente dopo aver intaccato i santi del calendario.

Sfruttando il principio di Archimede dobbiamo far catapultare il blob in aria.

Dal lato puramente tecnico, siamo di fronte ad un gioco che non stupisce ma ha un design personale e ben riconoscibile. Purtroppo, anche se col passare dei livelli cambiano un po' l'ambientazione e la scelta cromatica, il tutto risulta un po' monotono e senza particolari punte di merito. Meglio il lato sonoro e soprattutto la soundtrack, che si avvale della collaborazione di The Future Sound of London, storico duo inglese che molti ricorderanno per le collaborazioni con Psygnosis sui Wipeout di prima generazione.

Mushroom 11 alla fine si è dimostrato, devo dire inaspettatamente, un ottimo gioco. Carino da vedere ma molto solido da giocare, difficile ma alla fine non così impossibile, con quella sindrome da "ancora una partita e smetto, ce la faccio, ce la faccio" che è forse la qualità migliore che un videogioco di questo tipo possa avere.

Ho giocato a Mushroom 11 grazie ad un codice gentilmente inviatomi dagli sviluppatori. Ho cercato di salvare l'essere fungiforme verde per circa cinque ore, arrivando al quinto livello del gioco. Consigliatissimo usare i tasti Z e X per cancellare l'essere verde, se non si vuole andare da un fisioterapista tre volte alla settimana. Quello che segue è un filmato che ho mandato a giopep la sera in cui ho deciso di arrendermi sul quinto capitolo. Descrive il mio stato d'animo.