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Non c'è miglior Silent Hill di Lone Survivor

Lone Survivor è un piccolo, splendido gioco nato dal lavoro e dalla passione di Jasper Byrne, sviluppatore indie già responsabile del delizioso Soul Brother e di Soundless Mountain II, celebre "demake" di Silent Hill 2. Proprio quest'ultimo suo precedente progetto deve essere visto come punto di partenza per la nascita di Lone Survivor, colossale omaggio alla saga horror Konami in cui si respira un amore per quelle atmosfere nebbiose troppo a lungo assente nei vari seguiti ufficiali. Byrne è riuscito nell'impresa di creare una sorta di Silent Hill apocrifo, inquietante e toccante, che si prende il lusso di omaggiare anche Twin Peaks mentre sperimenta con i fondamenti del survival horror. Un gioiello imperdibile per tutti gli appassionati dell'inquietudine digitale.

La base è quella del classico gioco indie, con la sua brava veste grafica bidimensionale ad alto tasso di pixelloni e il compito di creare la giusta atmosfera lasciato nelle mani delle scelte stilistiche, della strepitosa colonna sonora e delle meccaniche di gioco. Dal punto di vista del design audiovisivo non c'è proprio nulla da dire: missione compiuta. Certo, il debito nei confronti del lavoro svolto a suo tempo da Akira Yamaoka, fra sonorità industrial e improvvisi inserti musicali romantici, è fortissimo, ma l'insieme funziona in maniera incredibile, riportando alla memoria per certi versi Gemini Rue, in quanto altra grande recente dimostrazione di come si possa risultare coinvolgenti e seducenti anche con un impiato tecnologico retrò. A tutto questo si accompagnano una scrittura più che degna, perlomeno nei toni deliranti che vuole evocare, e un'incredibile attenzione nel creare meccaniche di gioco che ridefiniscono il concetto di survival horror senza per questo risultare fastidiose o pedanti.

Il protagonista, abbandonato al suo destino in un mondo invaso da orride creature, vaga per il suo condominio cercando una via d'uscita e un modo per raggiungere la salvezza. Nel corso del suo viaggio, oltre a incontrare diversi mostri dall'aspetto dubbio, ha a che fare anche con esseri umani "variopinti" e si deve preoccupare della propria sopravvivenza. L'energia vitale è legata alla fame, e quindi alla necessità di cibarsi con regolarità, mentre il sistema di salvataggio si basa sul dormire in un letto. Questo fa sì che gli elementi "di sopravvivenza" (cibarsi e riposarsi) siano allo stesso tempo un qualcosa di stressante a cui prestare attenzione ma anche meccanismi di gioco piuttosto tradizionali. Se non si dorme e non ci si ciba a sufficienza, il gioco penalizza, senza per questo "rompere" la partita, ma si è naturalmente portati a preoccuparsi di quelle necessità, sia perché l'immedesimazione è forte, sia perché, come detto, vorremo pur curarci le ferite e salvare la posizione. Ma la gestione della sopravvivenza va anche oltre: il gioco prevede due finali diversi (Byrne ha dichiarato che, in caso di successo, potrebbe realizzare una patch per aggiungerne ulteriori), e le possibili conclusioni al percorso del protagonista si manifestano in base al comportamento tenuto nel corso di tutta l'avventura e a seconda di ogni singola micro decisione presa. Davvero tutto, ma proprio tutto quello che si fa è parte dell'insieme e, senza stare a svelare troppo, diciamo che il nostro eroe, oltre a volersi salvare, gradirebbe anche mantenere un legame forte con la propra sanità mentale. Per questo motivo può essere utile cercare di comportarsi da brave persone, "perdere tempo" con attività collaterali non legate all'avventura principale e fare quello sforzo in più per cucinarsi un pasto caldo invece di mangiare direttamente dalla scatoletta e via di questo passo. Tutte attività sulla carta tediose, ma che Lone Survivor riesce a rendere desiderabili e affascinanti, integrandole nella sfida di gioco e sfruttando un potere di immedesimazione davvero raro. Può sembrare stupido, ma nel gioco di Jasper Byrne ci si ritrova a innaffiare piante o coccolare gatti, e lo si fa spontaneamente, sinceramente coinvolti e immedesimati nella psicologia di un uomo sull'orlo dell'esaurimento nervoso e alla disperata ricerca di qualcosa che lo tenga ancorato alla realtà.

Per il resto, Lone Surviror segue il paradigma – altro elemento tipico di Silent Hill – dell'uomo medio alle prese con qualcosa che è più grande di lui. Conseguentemente il combattimento, pure presente come opzione, è impacciato e difficile da affrontare in maniera efficiente. Non a caso sono disponibili numerose opzioni alternative per cavarsela in praticamente tutte le situazioni senza dover abbattere i mostri. E, ovviamente, anche cosa si scelga di fare in questa istanza ha delle conseguenze sul finale. La natura "impacciata" degli scontri, e in generale dell'approccio survival può essere causa di frustrazione. Per quanto Byrne abbia inserito anche "aiuti" in grado di snellirla (su tutti il sistema di spostamento veloce fra le aree), diversi elementi di gioco, dalla modalità di utilizzo della mappa, alle provviste e attrezzature abbondanti ma comunque esauribili, passando per la non sempre perfetta leggibilità dei livelli, possono mettere in difficoltà. È giusto così, e in fondo la precarietà delle situazioni contribuisce ulteriormente alla grande atmosfera, ma ne risulta un gioco a tratti un po' tosto per chi non è abituato a perseverare, soprattutto in una sezione particolarmente "aggressiva" come quella ambientata nello scantinato.

Nonostante i suoi limiti, però, Lone Survivor è una fra le più belle sorprese di questi primi mesi del 2012 ed è l'ennesima, forse ormai superflua, dimostrazione di come la scena indie sia in grado di garantire le esperienze videoludiche più intense, originali, ragionate e ricche di idee sulla piazza. Anche quando, di fondo, non va molto oltre l'omaggiare quello che è stato un blockbuster di qualche anno fa. Lone Survivor è davvero un gran bel gioco, seducente, inquietante, appassionante e anche capace di raccontare una storia interessante e che non ti serve tutto precotto, anzi, lascia spazio alle letture personali. Un gioco imperdibile per tutti gli appassionati del genere: volate sul sito ufficiale, magari fatevi un giro sulla demo in flash e poi sborsate i dieci dollari richiesti, forza.

Voto: 9