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Old! #108 – Aprile 1995

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 15 aprile del 1995 si manifesta nelle sale giochi americane Mortal Kombat 3, andando a chiudere la trilogia originale della storica serie di picchiaduro con l'ultimo episodio classico basato sulla digitalizzazione di attori in due dimensioni. Abbandonata la faccenda del torneo interdimensionale, questo nuovo capitolo racconta più semplicemente della guerra contro Shao Kahn e continua ad ampliare la rosa di mosse finali, aggiungendo a Fatality, Babality e Friendship le inedite Animality, che permettono di trasformarsi in bestiacce e far cose turpi al proprio avversario fuori combattimento (nelle versioni per SNES e Megadrive verranno introdotte anche le "esplosive" Brutality, che però non saranno accolte con particolare amore dai fan).

Ma ci sono anche altre novità: un tasto per la corsa, con barra consumabile di riferimento, le chain-combo impossibili da interrompere, le arene su piani diversi fra cui è possibile spostarsi spedendo in alto l'avversario con un cazzottone e il Kombat Kode da inserire per sbloccare vari elementi extra. Accompagnato da una campagna pubblicitaria talmente esagerata da guadagnarsi un posto nel Guinnes dei primati, Mortal Kombat 3 conquista l'ennesimo successo della serie e verrà poi ovviamente convertito su tutte le piattaforme possibili e immaginabili. Il gioco tornerà poi a farsi vedere nella versione riveduta e corretta Ultimate Mortal Kombat 3 e nelle raccolte Mortal Kombat Trilogy e Mortal Kombat Arcade Kollection.

Il 28 aprile 1995 esce in Giappone (per restarci) Tails' Sky Patrol, gioco d'azione per Sega Game Gear dedicato alla volpe bicodata che accompagna Sonic the Hedgehog dal secondo episodio della sua serie personale, alla quale fa da prequel. Le vicende sono infatti ambientate prima che i due si conoscono e vedono Tails alle prese con una strega malvagia che ha preso il controllo di un'isola e si è messa a trasformare in cristalli tutti quelli che ne ostacolano il dominio.

Non si tratta di un classico gioco di piattaforme sullo stile dei Sonic, dato che Tails è costantemente in volo e bisogna condurre la buffa volpe in fondo ai vari livelli schivando ostacoli e raccogliendo bonus. Tails ha inoltre in dotazione un anello che può usare per attaccare i nemici o per agganciarsi a diversi elementi del fondale, mentre si gestisce il contatore di volo che funge, in un certo senso, da carburante. Non particolarmente ben accolto dalla stampa nipponica, Tails' Sky Patrol non arriverà mai in Occidente ma rimane comunque una curiosità per i fanatici del porscospino blu.

Il 30 aprile del 1995, infine, è il giorno in cui Lucasarts ci regala (si fa per dire) Full Throttle, primo progetto totalmente personale nella carriera di Tim Schafer e decimo gioco a utilizzare il motore SCUMM. In particolare, si tratta della sua settima versione, qui usata per dar vita a un'interfaccia che si distacca in maniera piuttosto forte rispetto a quella classica, anche più di quanto abbia fatto Loom tanti anni prima. Pubblicato unicamente in versione CD-Rom, Full Throttle può vantarsi di essere un precursore nell'utilizzo quasi esclusivo di attori iscritti alla Screen Actors Guild e include nel cast un Mark Hamill che, durante gli anni Novanta, fa un po' presenza fissa nel mondo dei videogiochi.

Fuori dagli schemi di Lucasarts per tanti aspetti, dallo stile grafico particolare alla presenza di svariate sequenze arcade che prevedono addirittura la morte del protagonista (ma con rinascita immediata, intendiamoci), Full Throttle accompagna un mondo di gioco particolarmente vivo e la solita, eccellente scrittura dei giochi di Tim Schafer con una struttura avventurosa un po' flebile e una durata piuttosto breve. Rimane comunque un classico e un gioco di culto, che per altro negli anni rischierà di dar vita a ben due seguiti realizzati senza Tim Schafer: Full Throttle: Payback, pensato per essere un'avventura grafica per PC, e poi Full Throttle: Hell on Wheels, un gioco d'azione per PlayStation 2 e Xbox. Nessuno dei due progetti verrà mai portato a compimento.