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Old! #151 – Marzo 1976

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

La scorsa settimana ero troppo sommerso dalle tonnellate di roba che vanno trattate quando si parla degli anni 00 e mi sono dimenticato di / non ho trovato spazio per / [inserire a piacere] celebrare il centocinquantesimo appuntamento con Old!, la fantastica rubrica in cui ci ricordiamo il passato tutti assieme mentre io mi dimentico metà delle cose che dovrei citare. Ma non c'è problema, recupero questa settimana, anche perché si torna a parlare degli anni Settanta e, come al solito, gli argomenti scarseggiano.

Anzi, la dico tutta: non so davvero di che scrivere, dato che a marzo del 1976 non sembra essere accaduto nulla di interessante nel mondo dei videogiochi. Come la risolviamo? Beh, innanzitutto cazzeggiando sulla fascia come ho fatto fino a qui, per riempire un po' di spazio e non far sembrare la pagina troppo vuota. In secondo luogo, vi parlo di un qualche evento a caso verificatosi nel 1976 che non gode di datazione più precisa su Wikipedia. Tocca quindi al Telstar, che per altro ho già trattato esattamente un anno fa. Dicesi "Essere alla frutta". Per il dolce ripassate in estate.

Essere alla frutta, un quadro realizzato da Google Immagini.

Il Telstar è una console casalinga prodotta da Coleco fra il 1976 (mese ignoto, come il milite) e il 1978. Nell'arco di quei tre anni se ne vedranno quattordici varianti, pensate per potersi cimentare in differenti tipologie di gioco, ma chiaramente la prima sarà il tradizionale clone di Pong, con le sue due belle rotelle per giocare a hockey, tennis e pallamano. In totale, Coleco piazzerà un milione di Telstar, ma l'eccessiva mungitura e il progressivo spegnersi della Pong-mania porteranno l'azienda sull'orlo della bancarotta nel 1980. Ma non temete: seguirà una resurrezione con l'ingresso nel mercato dei videogiochi portatili e poi col lancio del Colecovision, ehm, subito prima del grande crash del 1983. Non glie ne va bene una, poveracci.