Old! #4 – Febbraio 2003
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Ed eccoci al primo appuntamento di Old! dedicato allo scorso decennio, per il quale mi aspetto grande partecipazione da parte dei lettori, con un sacco di interventi da maestrina e di "ti sei dimenticato questo", "hai sbagliato questa cosa" e "guarda che questo in realtà è uscito a maggio". Mi raccomando, non deludetemi!
Una settimana fa notavo che gli anni che finiscono per 3 non hanno mai portato troppa fortuna ad Atari, fra il famoso crash del 1983 e il lancio del Jaguar nel 1993, ma in effetti devo parzialmente ritrattare: nel 2003, Infogrames torna ad abbracciare il nome Atari. Son belle notizie, no? Certo, che fine abbia poi fatto l'azienda lo sappiamo tutti, ma non stiamo a sottilizzare. A inizio febbraio 2003, comunque, ci stavamo ancora tutti riprendendo dall'ansia di aver messo le mani su quella porcheria di Devil May Cry 2, spuntato pochi giorni prima in Giappone e negli USA, e stavamo spiegando a chi aspettava la versione PAL, beh, di non aspettarla. Erano giorni tristi e difficili: Jackie Chan continuava la sua patetica carriera a stelle e strisce con Shanghai Knights (Due cavalieri a Londra) e il 14 febbraio si consumava una doppia tragedia, fra la morte della pecora Dolly e l'uscita nei cinema americani di Daredevil, del quale agevolo trailer per non dimenticare.
Ma insomma, nella prima metà di quel drammatico mese accadevano anche cose buone. Per dire, usciva quel gioiello di Goodbye, Lenin! e, giusto perché magari vorreste leggere di videogiochi, si manifestava in Giappone il Game Boy Advance SP, revisione della console portatile Nintendo che in un certo senso anticipava la forma che avrebbe poi avuto il Nintendo DS e offriva al mondo quel che tutti chiedevano con forza: l'illuminazione del maledetto schermo. Ora, io il GBA SP non l'ho mai comprato, e in effetti non ho mai comprato nessuna delle varie “revisioni” di console Nintendo, anche perché avevo la fortuna di trovarmi a giocare col GBA sempre in situazioni in cui non avevo problemi di vista, vale a dire con fonti di luce ben piazzate alle mie spalle. Tipo in treno, a letto con l'abat-jour alle mie spalle, sul lettino in spiaggia mentre mi asciugavo dopo il bagno. In quelle situazioni ho sempre giocato che era un piacere. Fra l'altro io un po' li rimpiango, i tempi in cui estraevi dalla tasca una roba che aveva uno schermo e potevi guardarlo senza impazzire coi riflessi anche se stavi sotto alla luce del sole. Comunque, sto divagando: finalmente, chi aveva perso diottrie dietro ai colori oscuri del bellissimo Castlevania: Circle of the Moon (ricordo che all'epoca lo consideravo per certi versi perfino superiore a Symphony of the Night) poteva finalmente giocarci in tranquillità.
Durante la seconda metà del mese ne accadono di ogni. Mesi dopo l'uscita su Xbox, il 29 febbraio arriva finalmente anche su PC Tom Clancy's Splinter Cell, primo episodio di una saga che quest'anno vedrà apparire il suo sesto capitolo. Due giorni dopo, Michael Jordan, nel corso della sua ultima (speriamo) stagione NBA, la seconda con i Washington Wizards, stampa 43 punti in faccia ai New Jersey Nets e diventa il primo giocatore over 40 a segnare oltre 40 punti in quella simpatica lega di pallacanestro americana. Il giorno dopo, Norah Jones vince qualsiasi cosa sia possibile vincere ai Grammy Awards. E il 25 febbraio escono tre giochi di cui, lo ammetto, non me ne è mai fregato molto e su cui, lo ammetto, non ho nulla da dire: Everquest: The Legacy of Ykesha, Master of Orion III e Xenosaga Episode I: Der Wille zur Macht. Due giorni dopo, però, si verifica un avvenimento di quelli importanti. La Academy of Interactive Arts & Sciences, durante la sesta edizione degli Interactive Achievement Awards, introduce nella hall of fame un certo personaggio a cui noi anzianotti vogliamo molto bene: Yu Suzuki. Ed è su questa nota di amore e di affetto che vi lascio, rimandandovi all'articolo scritto da Fotone dopo aver assistito al di lui intervento alla Game Developers Conference 2011 (con Mark Cerny a fare da interprete, nientemeno!).