Outcast

View Original

Old! #47 – Gennaio 1994

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Cose buffe se riguardate in prospettiva: Nintendo definì il 1994 “L'anno della cartuccia”. Ora, intendiamoci, la cosa faceva chiaramente loro gioco, dato che nella primavera del 1994 presentarono il Nintendo 64, ultima grande console (casalinga) a cartucce della storia, ma col senno di poi è una dichiarazione che fa tenerezza. Da un lato c'è il banale fatto che questa scelta fu fra le colpevoli della trasformazione a cui il produttore giapponese sarebbe andato incontro, passando dalla posizione di forza totale degli anni a otto e sedici bit alla necessità di reinventarsi completamente nel decennio successivo. Fra i simboli massimi di questa trasformazione e di quegli anni, vengono in mente la nascita di PlayStation, “figlia” dell'abortito lettore di CD-Rom per SuperNES, e la scelta, da parte di Squaresoft, di pubblicare Final Fantasy VII sulla console Sony, dopo sei episodi apparsi esclusivamente sulle macchine Nintendo.

Ma la dichiarazione, col senno di poi, appare buffa anche se consideriamo che, nel bene e nel male, fra successi e fallimenti, viene difficile non considerare in realtà il 1994 l'anno del CD. Voglio dire, pensiamo alle macchine lanciate sul mercato. Fronte cartucce, vediamo il Sega Nomad (un emulatore portatile), il Sega 32X (un ammennicolo “potenziante”) e il Super Game Boy (un emulatore casalingo). Fronte CD, abbiamo Aiwa Mega CD, Playdia, PC-FX, Neo Geo CD, Sega Saturn e una certa PlayStation. Come detto, un mix di fallimenti e successi, ma anche un trend piuttosto netto, specie se consideriamo che non mi sembra di vedere campioni d'incassi fra le macchine a cartucce. In più, giusto per chiudere il cerchio, diciamo anche che il 1994 è l'anno in cui Commodore è andata in bancarotta. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Ma l'Amiga CD-32, ovviamente.

See this content in the original post

E a proposito di anno del CD, il 1994 è anche l'anno di Wing Commander III: Heart of the Tiger. La data precisa d'uscita non la so, quindi me lo gioco qua. Terzo episodio – quanto meno se non contiamo espansioni e spin-off – della saga di Chris Roberts, Heart of the Tiger rappresenta un punto di passaggio fondamentale, che vede la serie abbracciare definitivamente la sua natura cinematografica e puntare fortissimo sulla moda del momento, con attori digitalizzati e schiantati all'interno di set virtuali. Ne viene fuori una storia epica, spettacolare, di ampio respiro, per altro spalmata sulla bellezza di quattro CD-Rom e impreziosita dalla presenza di ottimi attori come Mark Hamill, Malcolm McDowell, John Rhys-Davies, dalla voce del sempre adorabile Tim Curry e da svariati caratteristi visti mille volte, come il Tom Wilson di Ritorno al futuro. Per non parlare della pornostar Ginger Lynn Allen.

Wing Commander III va a chiudere la trilogia dedicata alla guerra fra umani e Killrathi in maniera esplosiva, con un racconto appassionante e almeno un colpo di scena davvero azzeccato, specie per chi s'è giocato tutta la serie ed è affezionato ai personaggi, ma è anche un gran bel gioco in senso assoluto. All'epoca c'era una corrente di pensiero che, forse perché abbagliata dal gusto cinematografico di Chris Roberts, dava addosso ai Wing Commander, ritenendoli debolissimi sul fronte del gameplay e nettamente inferiori alla concorrenza. Pazzi furiosi. Vero, X-Wing e relativi seguiti erano forse più raffinati nel design, ma con Wing Commander c'era parecchio da divertirsi, anche al di là del trasporto emotivo per il racconto. E insomma, era una ficata, e basta. Agevolo link all'episodio di eXistenZ in cui chiacchiero del cartone animato.

See this content in the original post