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Old School Musical - Chiptune Hero!

Di “omaggi” al mondo del retrogaming se ne sono visti a bizzeffe negli ultimi anni, con una prepotente e spesso mal posta nostalgia che sembra avvolgere e velare molta della produzione. I risultati sono stati, ovviamente, altalenanti, spesso mostrando chiaramente gli evidenti limiti di meccaniche e situazioni di gioco che sembravano rivoluzionarie per l’epoca ma che, alla prova moderna, si sono dimostrate invecchiate maluccio (un esempio a caso, il “Rare-vival” di Yooka-Laylee). Altrettanto spesso, però, l’elemento retroludico è stato un’arma potente in mani sapienti, in grado di far riscoprire meccaniche e situazioni perdute nel tempo, rielaborandole per palati moderni senza indugiare sul facile qualunquismo di “Eh, signora mia, non ci sono più i giochi di un tempo!”. Retrogaming usato come punto di partenza e non di arrivo, come un grimaldello per aprire altri ben più pregevoli tesori e non come coltello da usare per rapinare gli ignari clienti al grido di “Dammi tutta la tua nostalgia!”.

Non lasciarsi distrarre dal dithering è molto difficile.

Nonostante la mia pomposa introduzione, Old School Musical è un rhythm game semplice, genuino, spontaneo, che sembra uscito dritto dritto da una jam di sviluppatori indipendenti dopo qualche birrino di troppo. Tuttavia, riesce a fare tutto ciò che ogni buon “revival” dovrebbe e anzi anche di più, introducendo indirettamente i giocatori al bipposo mondo della chiptune, un genere di musica nato nella scena demo/warez e sintetizzato utilizzando i chip audio di vecchi computer e console. Come dice il titolo stesso, Old School Musical è, manco a dirlo, un musical chiptune vero e proprio, con parti narrative che si intervallano a brani da eseguire premendo a ritmo i tasti del controller. Le meccaniche da rhythm game sono molto semplici e dirette, senza troppi fronzoli: per le parti soliste di ogni brano, si utilizzano i quattro pulsanti del pad, da premere quando la nota corrispondente si avvicina al centro dello schermo, mentre per le sezioni più percussive è necessario utilizzare gli shoulder button del controller, da schiacciare quando gli indicatori si avvicinano alla parte alta dello schermo. Ci sono note lunghe, note corte e un sistema di punti vita e combo, quindi nulla che non abbiate già visto in altri seimila titoli del genere. È tutto qui e non serve altro, perché il bello di Old School Musical sta nel fatto che riesce a impacchettare il tutto in un piccolo fagotto di amore per la chiptune e per l’estetica retro.

La modalità principale, il musical vero e proprio, racconta la storia di Tib e Rob, due fratelli che si trovano a indagare sui glitch che stanno distruggendo il loro mondo pixelloso. Il viaggio li porta ad esplorare mondi lontani, ognuno ispirato visivamente e musicalmente a un particolare gioco o filone del retrogaming. Si va da Pokémon, a Metal Gear, passando per Out Run e Metal Slug, qui spassosamente ribattezzato Iron Snail. Ogni ambientazione riproduce più o meno pedissequamente le caratteristiche video e audio della generazione a cui fa riferimento, per cui, ad esempio, i livelli ispirati al NES hanno la classica palette desaturata e i suoni del suo chip audio a cinque canali, mentre quelli arcade sono ben più particolareggiati visivamente e con le sonorità più cariche che i chip audio da sala giochi permettevano. Inutile dire che è anche l’occasione perfetta per piazzare battute surreali, situazioni bizzarre e riferimenti oscuri, il tutto senza mai prendersi sul serio per più di mezzo secondo. Mentre si è impegnati a schiacciare pulsanti a ritmo di musica, sullo sfondo si dipanano animazioni sempre diverse, che mostrano Tib e Rob impegnati ad affrontare nemici o ad avanzare nei livelli. E anche se è difficile soffermarsi su quanto avviene quando si è concentrati a non mancare nemmeno una nota, le sequenze che fanno da sfondo al rhythm game sono divertenti siparietti ben realizzati, sempre in linea con lo stile grafico del livello che si sta affrontando.

Simpatci siparietti come questi pop-up sono molto comuni.

Terminata la breve modalità Storia, parte la sfida vera e propria del gioco: la “Chicken Run”, cinquanta livelli di puro delirio chiptune ed effetti visivi lisergici. In questa modalità, l’aspetto e le animazioni sono sempre quelle dell’ultimo livello della storia ma a fare la differenza sono i vari modificatori che vengono applicati ad ogni brano. Tanto basta a dare nuova linfa anche ai brani che si è già affrontato. A volte lo schermo si contorce in maniere strane, a volte le note sono piccolissime, a volte si ingrandiscono a ritmo di musica, oppure la palette grafica cambia completamente e improvvisamente, oppure ancora compare uno dei programmatori in versione pixellosa, mentre balla a torso nudo nel tentativo di ostruire la visuale.

Musicalmente, inutile dirlo, il livello è molto buono: i brani inclusi sono circa una cinquantina e molti sono stati affidati a nomi noti della scena chiptune. Su tutti lo svedese Dubmood, nato e formatosi nella scena demo e delle cracktro, ovvero le introduzioni visive e musicali presenti nelle versioni pirata di giochi e software. Fa una certa impressione ritrovarsi nel gioco brani chiamati “Keygen 21”, oppure “Rez Cracktro 4”, originariamente nati per fare da sottofondo un po’ spaccone ad applicazioni per rimuovere le protezioni antipirateria. Per il resto, gran parte dei brani originali del musical è del francese Yponeko, che fa un buon lavoro nell’alternare fra sonorità, chip audio e stili completamente diversi tra loro, non sempre azzeccando brani memorabili ma con un livello complessivo tutto sommato piacevole.

La VERA schermata di game over dà subito l’idea che il gioco non si prenda troppo sul serio.

È presente inoltre una modalità arcade, in cui è possibile affrontare tutti i brani sbloccati singolarmente in tre diverse difficoltà (e con un menù delizioso), oltre all’ovvio multiplayer, forse la parte meno rifinita del gioco, col suo strambo mix di cooperazione e competizione che non ho compreso appieno.

Old School Musical non si adagia su una facile nostalgia e propone un gameplay semplice, immediato e sempre divertente, realizzato egregiamente, con tanto amore e sprazzi di pura follia audiovisiva. Ma è anche e soprattutto un modo per (ri)scoprire la scena musicale underground che su quelle vecchie console si è formata ed è cresciuta nel corso degli anni, fino a far nascere un vero e proprio genere musicale. Se invece di questi aspetti non ve ne frega niente, rimane comunque un ottimo rhythm game, sempre sopra le righe e senza troppe pretese ma con una notevole potenza audiovisiva.

Per la non banale capacità di omaggiare il passato e un’intera cultura musicale alternativa senza farsi intrappolare in facili cliché, non mi resta che assegnare agli sviluppatori francesi il più sonoro dei...

Ho giocato a Old School Musical grazie a un codice per il download su Switch gentilmente fornito dagli sviluppatori. Ho completato la modalità storia e la “Chicken Run”, sbloccando tutte le canzoni, in circa sei ore, perlomeno stando al timer della console. Oltre che su Switch, il gioco è disponibile anche su PC. FUN FACT: gli sviluppatori si chiamano “La Moutarde”, ovvero “La Senape” in francese, perché alcuni di loro sono originari della città di Digione in Borgogna, famosa per la sua senape.