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Overcooked 2 - Il party game perfetto è servito!

Cucinare è prima di tutto un atto di amore, e come l’amore si può fare anche da soli, ma non è proprio la stessa cosa. Overcooked aveva fatto propria questa filosofia già nel primo capitolo, proponendo un gameplay culinario tanto più gustoso quante più sono le persone coinvolte (ma fino a un massimo di quattro, ché comunque la cucina è quella che è). Il seguito, Overcooked 2, uscito solo qualche giorno fa, si limita a cesellare quanto di buono c’era nel primo capitolo, ritoccando qui e là dove serve e introducendo piccole ma significative novità. Ciò non vuol dire che non sia un titolo da comprare assolutamente se avete amici con cui poter condividere tanto amore.

Per chi fosse a digiuno sulle meccaniche base di Overcooked, ecco un rapido ripasso: si gestisce, insieme agli altri giocatori, la caotica cucina di un ristorante. Gli ordini arrivano e vengono mostrati in alto sullo schermo, insieme alle istruzioni su come prepararli e a una barra che lentamente si scarica col tempo. Per ogni piatto servito in tempo, vengono assegnati un tot di punti, più un bonus che è tanto più grande quanto più velocemente si è preparato il piatto. Scopo del gioco è ottenere quanti più punti possibile, per conquistare le tanto agognate tre stelline di valutazione per quel livello. Il meccanismo per cucinare i vari piatti è su per giù sempre lo stesso: prendi un ingrediente dalla relativa scatola, taglialo utilizzando l’apposito tagliere, mettilo a cuocere, combinalo con altri ingredienti, impiatta e servi. Fin qui tutto semplice, se non fosse che dopo i primi livelli “tutorial”, la situazione si fa rapidamente più complicata. Tipo che la cucina è divisa in due parti e ci si può passare gli ingredienti solo sul bancone. O che a un certo punto il livello si spacca a metà per un terremoto. O che la cucina è su una mongolfiera, che si muove. Oppure su due zattere che cambiano continuamente posizione. Insomma, avete capito dove voglio andare a parare, ma non riuscirete a immaginare il grado di caos che è in grado di generare un semplice cambiamento del posizionamento nei livelli finché non lo vedrete.

Tipo questa piattaforma al centro che oscilla continuamente.

La visuale della cucina in cui si muovono gli chef è sempre chiara nella sua prospettiva isometrica fissa e tutto sta nel destreggiarsi fra gli spazi e i tempi di cottura, magari evitando di cadere, col piatto pronto in mano, in un uno dei baratri del livello. I controlli son tanto semplici che è addirittura possibile giocare in due con lo stesso pad, diviso a metà, roba che non vedevo dai tempi di Micro Machines V3 per PlayStation. C’è un tasto per prendere e posare gli oggetti, uno per interagire con gli strumenti e uno per correre, fine.

Eppure è proprio da questa semplicità che nasce quello che è uno dei migliori party game di questa generazione. Overcooked 2 riparte da tutto ciò di buono che c’era nel primo e lima quel che serve con un po’ più di varietà grafica e nella meccanica dei livelli, oltre a qualche ricetta nuova e all’aggiunta della possibilità di lanciare gli ingredienti, a patto che siano crudi. Questa aggiunta è bastata a far scatenare la creatività dei level designer, che hanno aggiunto tutta una serie di ambientazioni incentrate sull’utilizzo di questa meccanica, che si sposa davvero bene col resto del gioco. Lanciare ingredienti da una mongolfiera all’altra o da un lato all’altro di un enorme abisso è uno spasso e una preoccupazione ulteriore nell’economia frenetica del gioco.

O questa cucina col bancone, che tende a bloccare tutti i cuochi da un lato solo.

Finora ho chiamato Overcooked 2 un party game, ma questo è solo parzialmente corretto. Mentre giocavo l’altra sera insieme ad altri tre amici scimmiatissimi, alle prese con un livello particolarmente tosto, mi sono reso conto che parlando con gli altri e concordando tattiche e strategie prima di un livello, miglioravano di gran lunga le nostre prestazioni. Parlando, abbiamo capito che esisteva una chiave ben precisa, una strategia vincente che equilibrasse gli sforzi di tutti, rendendoci rotelle ben oliate di un meccanismo perfetto, entro i limiti della coordinazione occhio-mano. Quando giocato con tutti i neuroni a palla, Overcooked 2 è quasi un esercizio inconscio nella progettazione ed esecuzione di una pipeline di calcolo di un computer, con i giocatori a far la parte di ignari operatori. So che detto così sembra la cosa meno attraente del mondo, ma la forza del gioco sta nel travestirsi da party game quando nell’essenza è un puzzle game dalla profondità abbastanza spinta, e ve ne accorgerete all’ennesima discussione sull’ottimizzazione dei tempi e su chi debba lavare i piatti e chi servirli e in quale ordine farlo.

O questa, in cui a un certo punto ti schianti con la mongolfiera e devi continuare a cucinare.

Ciò che ho detto vale sostanzialmente per ogni modalità di gioco. Quella principale e più gustosa è la modalità Storia, in cui i prodi cuochi, richiamati dal Re Cipolla, devono affrontare la minaccia del Pane Malfermo, un’invasione di prodotti da forno zombie. Il tutto è ovviamente poco più di una scusa per legare i diversi mondi di gioco da esplorare con qualche scenetta divertente e surreale. Sono presenti inoltre una modalità cooperativa libera e una 2v2. Quest’ultima indulge più dalle parti della caciara totale e vede due squadre da due cuochi l’una affrontarsi in una sfida all’ultima prelibatezza. Personalmente non l’ho amata molto: dopo venti secondi è diventata sistematicamente un caos totale impossibile da controllare, ma c’è, e schifo non fa, quindi consideratelo un bonus, se volete un po’ di competizione.

Devo davvero parlare della triste modalità per giocatore singolo, in cui è possibile switchare fra due diversi cuochi da controllare alternativamente? No, è ovvio che sia stata messa lì tanto per far vedere che si può giocare anche da soli ma non ha alcun senso, a meno di non avere alcuna compagnia. Proprio come per l’amore. E quindi trovate degli amici (se non li avete son problemi vostri, anche se va detto che questa volta è disponibile anche il multiplayer online), invitateli a casa e cucinate insieme: prima nel mondo reale, poi in quello coloratissimo e frenetico di Overcooked 2. E poi imprecate quando non riuscite a rispettare gli ordini, risolvete insieme le difficoltà e innamoratevi, non dico tanto, ma almeno di Overcooked 2. Che al netto delle tantissime affinità col gioco precedente, non ha il sapore di una minestra riscaldata, ma tutto il gusto e la sorpresa nello scoprire che è possibile preparare il vostro piatto preferito meglio di quanto avreste mai potuto immaginare.

Ho giocato a Overcooked 2 grazie a un codice per PlayStation 4 fornito dallo sviluppatore. Ho completato la modalità storia insieme ad altri tre amici (presi a benissimo) e cazzeggiato un po’ con la modalità co-op libera e 2v2. Temo continuerò a cucinare a lungo, possibilmente con altri gruppi di amici, per condividere con più persone possibili le gioie e i dolori di una cucina frenetica. Overcooked 2 è disponibile su PC, su PlayStation 4, su Xbox One e su Nintendo Switch, probabilmente la piattaforma più adatta per un gioco del genere.