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Paperback #6: Jonathan Stroud

Paperback è la nostra rubrica quindicinale in cui parliamo di libri non strettamente legati al mondo dei videogiochi. Visto che per quelli legati al mondo dei videogiochi c’è quell’altra.

Jonathan Stroud è un autore inglese di libri per ragazzi, meglio noto in Italia e nel mondo per quella che viene chiamata la Trilogia di Bartimeus. Ma Stroud ha scritto anche altri romanzi per ragazzi e bambini, alcuni dei quali, pochi, pubblicati anche in Italia.

Perché, vi chiederete, una rubrica di libri su un sito di maschioni (e qualche gentil pulzella) adulti, di videogiocatori duri e puri dovrebbe trattare un autore di letteratura per ragazzi?

Perché è forte. Veramente. È uno di quegli autori a cui faresti pubblicità anche agli angoli delle strade "Leggete Jonathan Stroud, vi migliorerà l'umore e la salute!"

Non scherzo. Stroud è uno di quegli autori che riescono a tirar fuori una freschezza narrativa anche nella più cupa delle trame. Riesce a dosare sapientemente ironia e sarcasmo. Riesce a parlarti di un mondo di maghi, nell'era post Harry Potter, senza che quello che tu legga suoni stantio e noioso.

Riesce a raccontarti la storia di un piccolo maghetto che deve imparare a padroneggiare le arti magiche come se fosse qualcosa di completamente nuovo, perché nelle mani di Stroud la carriera e la vita di Nathaniel sono completamente nuovi, anche agli occhi di chi s'è fatto sette libri e otto film della cara J.K. Rowling.

Partiamo dalla sua opera principale: La Trilogia di Bartimeus, appunto. I romanzi sono narrati dal punto di vista di Nathaniel, giovane apprendista mago, e Bartimeus, demone di classe Jinn, suo malgrado evocato e strappato dal proprio caldo e pacifico inferno per essere assoggettato al volere di questo piccolo, molesto, orgoglioso e saccente ragazzino che si crede (e forse lo è davvero) il più grande mago - incompreso - dai tempi del grande Gladstone. Gladstone, il più grande mago che la storia inglese ricordi, non fu infatti solo un abile primo ministro, ma anche colui che riuscì a sconfiggere lo strapotere della Repubblica Ceca, conquistando Praga e facendo così dell'Inghilterra il più grande impero magico del mondo.

Come potete ben capire, Stroud utilizza il metodo della fantastoria (un po' come fa la Novik con la serie di Temeraire), nel quale la magia fa parte del nostro mondo e i grandi uomini della storia sono stati, prima di tutto, dei grandi maghi che hanno dato lustro al proprio paese grazie alle proprie arti occulte. Stroud ci racconta così di un mondo nel quale i bambini vengono presi in adozione da famiglie di maghi e allevati come tali per diventare la classe dirigente del futuro, creando così una sorta di casta privilegiata che, se da un lato lavora alacremente per servire il proprio paese, dall'altro lucra sui propri privilegi disprezzando i "comuni", le persone normali non introdotte nel mondo della magia. Un po' come i mangiamorte insomma. Ma con meno violenza e più sufficienza.

Stroud ha trovato un modo perfetto per spiegare a dei ragazzi i concetti di oligarchia e di ingiustizia sociale. Ancora più ingiusta se si considera che tutto il potere dei maghi risiede in due semplici cose: la conoscenza, intesa come studio e sapienza, e il potere dei demoni, creature naturalmente magiche che i maghi, grazie ai propri artefici e alle proprie diavolerie, da millenni schiavizzano, legandoli così al proprio volere in maniera coatta. Ovviamente c'è chi è più o meno portato a intraprendere un percorso da mago, ma tendenzialmente diciamo che un mago, senza uno stuolo di demoni asserviti, non è niente più che "chiacchiere e distintivo".

Su questo substrato storico e sociale si innestano le vicende di Nathaniel che, libro dopo libro, prima da ragazzino saccente e poi da adolescente borioso, dovrà cercare di sventare i piani di una cospirazione molto più grande di lui. Nell'impresa sarà affiancato proprio da Bartimeus, questo antico demone scanzonato e scoglionato, furbo e malfidato, ironico e sarcastico, che suo malgrado si ritroverà coinvolto in uno dei più grandi complotti della storia magica.

Punto forte delle storie, non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, è Bartimeus stesso. Il jinn è una forza della natura. Disprezza i maghi perché ne conosce, dopo tanti secoli di vita passati accanto a loro, tutti i vizi e i peccati. Eppure, sotto sotto, Bartimeus è un idealista, un eroe mascherato da antieroe.

E sono, infatti, proprio le parti narrate dal punto di vista del demone, in prima persona (le parti di Nathaniel sono invece narrate in terza persona dal narratore), che risultano le più divertenti ed appassionanti alla lettura. Specie se confrontato con il racconto del "narratore", il punto di vista di Bartimeus è sempre pungente, arguto e divertente, inframmezzato da note a piè di pagina dove il jinn spiega, giustifica o fa ampie, spesso inutili ma divertenti digressioni che ricordano nello stile Terry Pratchett, Neil Gaiman e soprattutto Douglas Adams, non a caso tutti autori di origini britanniche.

Ma Stroud ha scritto anche tanti altri libri per ragazzi che da noi, manco a dirlo, si fanno ben notare per la loro assenza.

Difatti, oltre al prequel della Trilogia (L'anello di Salomone), in Italia, per i tipi della Salani, è stato pubblicato soltanto il divertentissimo La Valle degli Eroi, romanzo autoconclusivo ambientato in un villaggio nordico dal sapore fantasy che ricorda molto quelli degli antichi vichinghi. Avete presente Dragon Trainer? Una cosa del genere. E come Hiccup, anche Halli, il protagonista, è tutto fuorché il prototipo dell'eroe. La trama e il tono sono però molto più scanzonati e irriverenti del simpatico romanzo di Cressida Cowell (e del film Dreamworks) e il significato del racconto è anche più profondo. Nel romanzo, infatti, Stroud gioca con i concetti fondamentali del mito e della mitologia per costruire una storia completamente irriverente e travolgente, nella quale il grassottello e sfigatello Halli e la burbera e mascolina Aud si ritroveranno coinvolti in un'avventura incredibilmente e involontariamente esilarante per vendicare il vile assassinio dello zio Brodi. E il mito, dal quale discendono tabù e superstizioni, sarà qualcosa da scardinare accidentalmente ma inevitabilmente.

Dopo questa profusione di avverbi, vi lascio con un'anticipazione: a breve uscirà la nuova saga di questo autore, intitolata Lockwood & Co. Un progetto che, a detta di Stroud stesso sulle pagine del suo blog, conterrà molti degli ingredienti presenti nei suoi libri precedenti: una montagna di azione, suspense e umorismo. La trama infatti narra le avventure di tre giovani agenti di un'Agenzia di investigazione paranormale alle prese con un'infestazione di fantasmi a Londra. Speriamo che, almeno stavolta, gli editori italiani non perdano il treno.