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Pathologic 2, tanta allegria e bella gente che ci vuole morti

Sono invecchiato. Non c’è assolutamente nessuna possibilità di smentite. Una volta giocavo a qualsiasi titolo angosciante, horror, ansiogeno che mi passasse sottomano. Stessa cosa anche per i film, eh, mai nessun problema. Poi qualcosa è cambiato, stare al buio e provare qualche gioco angosciante non mi riesce più così facile come prima e, anzi, se posso, lo evito.

Ahimè, ignoravo che tipo di gioco fosse Pathologic 2 (oddio, dal titolo potevo anche aspettarmelo e quel “2” poteva convincermi a vedere di cosa trattasse il primo, che non conoscevo) e quindi, con mia sorpresa, mi sono ritrovato davanti un gioco che mette al primo posto l’ansia, l’ansia di morire, e male, per giunta. Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto, Pathologic 2 non è un sequel del primo episodio, uscito originariamente tredici anni fa e rimasterizzato nel 2015, ma una sorta di remake/reboot aggiornato alle tecnologie attuali. Nel titolo di Ice-Pick Lodge, team russo responsabile anche dell’originale, impersoniamo un dottore, all’anagrafe Artemy Burakh , che torna nella sua città natale all’indomani dell’assassinio di suo padre. L’incipit del gioco, però, ci porta, nelle primissime fasi, a vivere l’avvicinamento alla città, ignari del lutto e soprattutto di cosa ci aspetti. Anzi, proprio come antefatto, dobbiamo dialogare con alcuni personaggi inquietantemente strani, che sembrano completamente fuori luogo e senza un nesso con quello che stiamo facendo.

Per altro, giusto per farci volere bene dalla popolazione della cittadina, in una delle pochissime scene di intermezzo del gioco, prima ancora di arrivare in paese, uccidiamo tre uomini che ci vogliono aggredire. Questo non aiuta la nostra popolarità, che è un aspetto fondamentale, visto che anche l’accesso a diversi luoghi ci è negato, se la popolazione non si fida di noi. Per altro, l’incredibile coincidenza del nostro ritorno in città immediatamente dopo l’assassinio di nostro padre ci rende ancora più sospetti di quanto si possa immaginare.

Pathologic 2 è, per me, un gioco parecchio destabilizzante. La libertà lasciata al giocatore è enorme e c’è realmente la possibilità di seguire più o meno la parte di trama che si vuole. Esplorare la cittadina, immersa in un plumbeo clima quasi di continua fuliggine, è angosciante e non aiuta il fatto che la popolazione abbia iniziato ad ammalarsi di una terribile pestilenza, malattia che potrebbe colpire anche noi.

Il gioco è organizzato in giornate. Nelle ore diurne, possiamo aggirarci per la cittadina in cerca di informazioni su quanto accaduto a nostro padre, possiamo tentare di curare qualcuno dalla pestilenza ormai dilagante o possiamo cercare di capire, parlando con chi vogliamo, cosa stia succedendo in questo angolo dimenticato da Dio. Quando scende la notte, però, saremo spesso obbligati a combattere contro dei nemici mascherati, con cui possiamo lottare a mani nude, con armi da taglio e armi da fuoco. Purtroppo, questo è l’aspetto più debole del gioco: praticamente, siamo costretti a colpire l’avversario per esempio con un coltello, fare un passo indietro, colpirlo e via così.

Il fatto che sia veramente difficile trovare armi e, quindi, combattere in maniera efficace ci porta a parlare del vero ostacolo (che non posso considerare un difetto, essendo stato pensato così), ovvero l’estrema difficoltà dovuta alle meccaniche survival. Ovviamente, per poter proseguire nel gioco, uno degli obiettivi principali è rimanere vivi, cosa resa complicatissima da una meccanica survival al limite del masochismo. OK, probabilmente sono la persona sbagliata per un gioco simile, ma il fatto di dover dipendere costantemente da acqua, cibo e medicinali, rende l’esperienza molto, molto frustrante, considerando che spesso non si ha il tempo materiale di poter godere di una trama veramente intrigante, perché siamo obbligati a procacciarci qualcosa da mangiare.

Il problema è che qualsiasi azione facciamo, anche semplicemente dormire, ci porta a dover rifocillare il protagonista il più velocemente possibile, senza contare che la possibilità di infettarsi è sempre dietro l'angolo, quindi con la necessità di curarsi.

Per altro, quando si muore (non ho usato “se”, perché non vedo come sia possibile evitarlo), una volta ripartiti dall’ultimo punto di salvataggio, ci ritroviamo con una delle caratteristiche della nostra vitalità “tagliata” permanentemente da un simpatico personaggio che ci rispedisce alla vita dopo averci maledetto. È facile capire come  una meccanica simile sia estremamente punitiva e impedisca ad un giocatore medio, che quindi non ha tutta questa voglia di soffrire le pene dell’inferno, di godere appieno di quanti di bello il gioco fornisce. Per altro, è possibile salvare solo in determinati punti, grazie a degli orologi che si possono trovare in giro per la città.

La cosa che, personalmente, mi infastidisce è il fatto che la trama, le linee narrative, tutta la parte più puramente di storia, è veramente ottima e sarebbe bello poterne godere senza un’ansia che a confronto Anor Londo di Dark Souls sembra un Club Med.

Tecnicamente parlando, siamo davanti a un gioco con molta d'atmosfera ma un impianto grafico parecchio datato, cosa che però non inficia l'esperienza ed è più che comprensibile, visti il budget del progetto e il prezzo a cui viene proposto. Molto pertinenti le musiche, angosciantissime, e gli effetti sonori, che ci accompagnano in questa landa di ansia e morte.

Pathologic 2, come detto all’inizio, è un gioco destabilizzante: ho apprezzato tantissimo la parte narrativa (per altro gestita con una rappresentazione grafica molto ispirata delle connessioni tra i vari personaggi con cui interagiamo), quanto ho odiato, ma proprio tanto, la parte survival.

Per chi vuole, gli piace, desidera ardentemente essere sempre al limite tra la morte e le bestemmie, Pathologic  2 è un gioco da provare, da vivere, sperando che i santi in paradiso non cadano come pigne. Chi non è pronto a tutto questo (tipo me) ne stia il più lontano possibile.

Ho giocato a Pathologic 2 grazie ad un codice Steam gentilmente inviatoci dal distributore tinyBuild. Ho veramente snocciolato il calendario come neanche i titoli From Software o Ghosts ‘n Goblins mi hanno stimolato (oddio forse GnG sì) ma ho apprezzato la parte più narrativa, capendo che il lato survival non fa per me ma potrebbe essere ottimo per altri palati. Il gioco, purtroppo, è localizzato solo in inglese e in russo, cosa che, fra la difficoltà mostruosa e il fatto che c’è molto da leggere, potrebbe essere un problema ulteriore. Pathologic 2 è disponibile solo tramite download su PC.