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Pizze in faccia per Sega

Farsi beffe della casa di Sonic è fin troppo facile guardando la produzione recente del marchio blu e in particolare gli adattamenti dei supereroi Marvel. Ma qui si parla di un'altra cosa, di una serie che (insieme a Shen Mue) è invocata a gran voce da oltre un decennio: Streets of Rage. Un curioso siparietto si è verificato l'anno scorso, quando Sega ha imposto al team spagnolo BomberGames la rimozione di Streets of Rage Remake, ottimo titolo amatoriale frutto della sola passione di un gruppo di sviluppatori che non intendevano certo "far soldi" nel senso più letterale del termine. Quelli che invece Sega, come ogni corporazione che si rispetti, vuole e deve fare sfruttando anche brand ormai archiviati da tempo, come appunto Streets of Rage (via emulazione su iPhone ad esempio).

Sul fatto che un nuovo picchiaduro a scorrimento sia fallito in partenza, posso avanzare qualche dubbio. Svariati esperimenti come Shank o Castle Crashers si rifanno proprio a quella categoria, quindi perché non riportarla in vita una volta per tutte? Tanto più che non servono milioni di dollari per colonne sonore cantate o doppiaggi stratosferici, solo un team che sappia cosa funziona in un picchiaduro. Forse, una pubblicazione solo online garantirebbe il successo così difficile da ottenere nei negozi, oltre a meno spese.

Del resto, appena pubblicato in rete, lo stesso Streets of Rage Remake ha generato così tanto clamore da attirare l'attenzione degli avvocati Sega, sempre pronti con le loro lettere di diffida (ma sicuramente non attenti alla scena indie).

Il vero quesito è COME realizzare un eventuale quarto capitolo: free-roaming o lineare "vecchia scuola"? Inquadrato da dietro o lateralmente come Street Fighter IV? Con influenze da altri generi o solo picchiaduro?

Nella risposta, probabilmente, c'è il vero motivo per cui Streets of Rage resta in freezer da sedici anni e oltre.