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Platino o morte

Quando arrivarono, pensai che gli obiettivi fossero un’idea rivoluzionaria e dal potenziale ludico clamoroso. Mentre li amavo ho fatto cose splendide, altre discutibili, ma il premio valeva comunque la candela. Poi i giocatori hanno rovinato tutto, come sempre.

Non ho niente contro i morti di sonno che vivono solo per gli obiettivi, è un loro diritto divertirsi come meglio credono, ma la loro tossica mania di completismo ha coinvolto anche le mie partite, e questo permettetemi di criticarlo.

Non ci credete, figurati, eccovi gli esempi:

1) Online. Prima degli obiettivi, migliaia di anni fa, online si riusciva ad organizzare partite con amici. Ricordo delle serate fantastiche con Halo 2, Socom e COD nel quale ci si prendeva in giro, si scherzava e vincere non era una priorità. Oggi ti guardano storto se sei il quinto in Halo Infinite perché li costringi a rinunciare alle classificate 4vs4. Quante belle gare di Burnout Paradise ci siamo persi per degli inutili cartelloni pubblicitari?

2) Momento alert. Non importa quanto la situazione sia drammatica, quanto il mondo stia andando velocemente a rotoli o se qualcuno sta morendo e devi fare in fretta per salvarlo, nei videogiochi moderni c’è sempre qualcuno che ti avvisa che, se vai avanti, poi suki fortissimo. Questo avviso, completamente anti-narrativo, è la risposta agli obiettivisti che non vogliono missable. Sia mai. E quindi c’è qualcuno, sempre, che ti prepara al colpo di scena, te lo rovina, perché le cose sorprendenti dovrebbero... sorprenderti.

3) Endgame. Quanto è credibile un mondo che non cambia mai? Siccome gli storditi di sopra (si scherza eh, non offendetevi, pure se ho zero stima di voi) vogliono continuare a pulire tutto dopo aver finito di giocare, non c’è mai un vero cambiamento nei mondi videoludici prima e dopo l’avventura principale. Open word fantastici in cui la gente si preoccupa allo stesso modo dei topi in cantina che ci sia o meno un meteorite sulla loro testa. Come fai a far morire un protagonista se deve per forza tornare a “lavorare” dopo i titoli di coda?

Problemi non insormontabili, ci sto, ma comprereste un gioco senza obiettivi? Obbligare l’autore a metterli, senza possibilità di scegliere, non è una limitazione per chi pensa e sviluppa un videogioco?