Racconti dall'ospizio #189: Che schifo, la Play
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
Che schifo, la Play. Figurati se Sony la imbrocca, con Nintendo e SEGA in giro, ché finisce sempre male, quando qualcuno dell’elettronica grossa si butta nei videogiochi senza avere alle spalle l’esperienza giusta. Quello dei videogame è un mondo matto con dinamiche tutte sue, lo dicevano anche il mese scorso nella posta di TGM, e hai visto la fine che ha fatto il 3DO con i dischi che caricano lungo e se proprio volevo rotture di coglioni mi facevo il PC bello, e bon. E i 32 bit? Ma scherziamo, siamo alla console del discount che ha saltato una generazione? Pure quella sòla dell’Atari Jaguar ne ha 64, di bit. Per non parlare delle licenze: le software house non ci crederanno mai e io voglio i Mario e i Sonic e gli Street Fighter II (ma soprattutto i Mario), e infatti finisce che aspetto e mi compro il Nintendo 64 con le cartucce e vado sul sicuro.
Ma quanto fa schifo la grafica vettoriale? I poligoni sono chiaramente un passo indietro, e l’ho ben visto il Battle Arena Toshinden allo SMAU che ha preso centocinque percento su Game Power. Sicuro li avranno pagati, quelli lì; mica come TGM che è indipendente perché il mio pirata dice che i redattori vanno a prendere i giochi copiati dal suo stesso fornitore. Centocinque, Cen-to-cin-que. Che sboronata, sarà stato il solito studente di ingegneria con la forfora che già me lo vedo, tra due o tre anni, a programmare i software per le banche. Giuro, quel gioco è così legnoso che devi aspettare mezz’ora tra quando premi il pulsante e la mossa. Persino Virtua Fighter è meglio, anche se i poligoni in generale mi sa che sono una moda tipo gli occhialetti treddì di Nightmare 6, che parevano chissà che cosa e invece li dovevi infilare solo quando te lo dicevano loro. Tutte ‘ste robe che vengono calcolate in tempo reale sono buone giusto per i matematici tipo mio cugino. Lui, ai tempi, aveva Strider monocromatico per IBM e diceva che era bello anche così, e adesso si strippa per Doom, che ha la grafica di merda.
È finita che ho preso il Nintendo 64 in versione americana, con l’adattatore di corrente marrone che scalda tantissimo e Super Mario 64. Pensa che ieri ne hanno pure parlato al tiggì, del nuovo Super Mario, e hanno detto che è stato progettato dagli ingegneri giapponesi. La solita stampa generalista. Comunque, per prenderlo, sono dovuto andare fino a Milano, giù al negozio di via Dante che fa importazione parallela, e sono tornato col treno delle sette con le carrozze di legno che sembrano uscite dal far west, e se per caso ti addormenti con la suola delle Dr. Martens sul riscaldamento, ti si fonde. Però è stato bello, nevicava e a Milano c’era in giro un sacco di gente che si affrettava per le ultime compere di Natale, e da domani sono a casa e mi godo il mio Nintendo alla faccia di quelli che hanno preso la PlayStation, ché l’ho vista girare al negozio e pareva già una roba vecchissima.
L’altra sera, a casa del Davide, abbiamo giocato con la PlayStation modificata che gli ha portato suo padre, che nonostante sia toscano di Follonica e non spiccichi una parola in inglese, viaggia spesso negli Stati Uniti per lavoro. Eravamo una ventina, tra chi beveva e chi limonava. Io, come al solito, non limonavo, e ho messo su Wipeout e poi Destruction Derby e alla fine ci siamo divertiti a giocarci a caso tutti un po’ sbronzi e fumati, senza seguire le regole e schiantandoci come veniva veniva. Con la Play modificata, tutte le volte bisogna spingere una levetta di metallo che è stata accrocchiata, aspettare che esca la scritta, aprire, levare il disco PAL e infilare dentro quell’altro. Siamo andati avanti fino alle tre del mattino e, quando siamo usciti, si sentiva già l’odore del cambio di stagione, ci siamo messi in macchina ed è stato un miracolo se non siamo andati a schiantarci come nel gioco.
Che merda l’Interrail e quando mai mi ci sono imbarcato. I miei mi hanno passato ottocentomila lire che sono servite pure per il biglietto; in più, da quando ho letto su quella rivista di videogiochi francese l’anteprima di Dragon Ball GT, ho deciso di risparmiare il più possibile per fare la cresta e comprarmi la PlayStation. Che sarà bello il Nintendo 64, per carità, ma ormai non ho più una fava da giocare e, col fatto della versione americana, trovare le cartucce è un casino. Comunque, forse ce la faccio: mancano solo sette giorni, da tre sto tirando avanti bevendo acqua mescolata con lo zucchero rubato nei bar, che fa energia, e mangiando panini chimici con i formaggini. Se mantengo l’andazzo di cinquemila lire al giorno in spese, riesco anche a fare la modifica nuova col chip, così non devo stare a cambiare disco ogni volta come dal Davide. L’altro giorno, in ostello, mi sono pesato: ho perso cinque chili, ma tanto, appena torno, chiedo alla mamma di prepararmi i pizzoccheri.
Mamma mia che porcheria Dragon Ball GT, mai fidarsi dei tie-in e col cazzo che mi compro anche GoldenEye per Nintendo 64. Però gli altri giochi che mi ha dato il pirata sono fighi, soprattutto RayStorm mi sta piacendo un casino, e Soul Edge e quello degli zombi in stile Romero, Resident Evil, che l’altra sera non sono nemmeno andato al concerto degli Afterhours per stare a casa a giocarci anche se avevo già preso il biglietto (ma chissenefrega, tanto mi sarei rotto le balle). Tra l’altro, il pirata era contentissimo perché mi ha detto che tutti quelli che copiavano i dischetti ai tempi dell’Amiga sono gli stessi che masterizzano ora per la Play, e gli sembra di essere tornato a quei bei tempi lì. Mi sa che a lui copiare i giochi e smazzarli piace persino più che giocarseli, anche perché ai tempi dell’Amiga andava al liceo e non aveva una lira, mentre adesso lavora, guadagna bene, e chi glie lo fa fare? Valla a capire, la gente.
Madonna, che figata Final Fantasy VII, meglio della vita reale. Symphony of the Night, come grafica, mi piaceva di più, OK, ma qua sembra proprio di giocare a un anime tipo Il mistero della pietra azzurra. Mi sa che il prossimo mese non vado a sciare, così ho più tempo per giocare, e con quello che avanzo mi faccio pure il televisorino nuovo della Mivar, apposta per la PlayStation.
Per via dei giochi pirata che li vendono pure i marocchini, tutti hanno preso la Play. Non che sia un problema, per carità, però la gente sta male. L’Enrico, ad esempio, da quando si è comprato il telefonino a Livigno mi chiama a qualsiasi ora del giorno della notte perché si incarta con i puzzle facilissimi di Resident Evil 2. Non riesce nemmeno a fare la patente di Gran Turismo, che l’ha presa pure mio zio Bruno famoso meccanico che tiene due mani che paiono badili. Che si comprasse le riviste con i trucchi, l’Enrico, invece di rompere i coglioni: qua c’è gente che si è fatta la gavetta dai tempi del C64, tzè.
Che merda il servizio civile. Ho iniziato solo da un mese e già non ne posso più. Ma perché sono stato così scemo da non dare neanche un esame, lo scorso anno? Mi sarebbe bastato un Pedagogia generale, e invece niente: tutte le mattine a dormire fino ai Simpson e poi il pomeriggio a giocare e a cazzeggiare. Così adesso sono obbligato ad alzarmi alle sette. Però l’altro obiettore è simpatico, anche se il venerdì sera va sempre al Number One a fare le risse e francamente non capisco cosa abbia tanto da obiettare, a livello di coscienza, visto che adora la violenza e si interessa alle armi. Però è simpatico, dicevo, e mi ha convinto a riprendere in mano Berserk, che lo avevo mollato dopo il primo volume: “Fidati, che poi diventa una figata, con la Squadra dei falchi”. E aveva ragione, così come pure ce l’aveva riguardo a Metal Gear Solid. Me lo sono fatto prestare e la scorsa settimana sono stato dai miei cugini al lago e lo abbiamo quasi finito, dopodiché abbiamo giocato a Silent Hill, a Einhänder (figata) e a Tekken 3.
Che figata il servizio civile. Soprattutto da quando mi hanno cambiato sede, mi alzo tardissimo e non faccio più un cazzo. Poi, col fatto che è agosto e il gestore del centro accoglienza è in vacanza e qua siamo rimasti solo noi stronzi, abbiamo portato le sdraio sul tetto per prendere il sole e montato una PlayStation nello stanzino, così giochiamo a PaRappa the Rapper e a Grand Theft Auto. L’altro giorno ci hanno voluto giocare anche Salah, che tiene famiglia in Marocco e, ogni volta che torna a casa, noleggia una vecchia BMW tamarrissima per fare bella figura in paese, e quando risale ci porta il tè; e Mandio, originario dallo Zaire, che invece studia ingegneria e intanto fa il muratore e si vanta di avere un cazzo lunghissimo, e alla fine hanno litigato per i turni al joypad e per poco non alzavano il ferro.
Mai avrei pensato che Tony Hawk's Skateboarding mi avrebbe staccato da Street Fighter Alpha 3, invece è proprio figo e mi sto divertendo un sacco a imparare i trick e a sbloccare robe tenendo Chad Muska, che con la maglietta da basket è molto più figo degli altri. Sarebbe bello saperci andare davvero, in skate, così non farei più figure di merda come l’anno scorso, quando a Locarno mi sono presentato a una festa con la tavola per fare l’inserito e mi sono fatto male al ginocchio.
Allora, proprio bellino ‘sto Final Fantasy IX che come stile mi ricorda un po’ il sette, ma ‘sta roba che tutti parlano con i dialetti regionali mi mette addosso una roba tipo Willie dei Simpson. Però meglio dell’otto (pure se ai tempi mi ero fatto il giacchino di ecopelle tipo Squall alla Conbipel di Varese) e soprattutto del Tactics, che proprio non lo capivo e per fortuna me lo hanno cambiato con Xenogears.
Che schifo, la Play Classic. Figurati se Sony la imbrocca dopo che Nintendo ha lanciato quei gioiellini di NES e SNES Mini, tutti carucci e fatti a modo. Qua invece hanno voluto chiaramente cavalcare l’onda restando sul minimo sindacale, con una lista di giochi un po’ pacco e le versioni PAL lente. Sicuro non la compro.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a PlayStation Classic e alla prima PlayStation, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.