Outcast

View Original

Old! #286 – Dicembre 2008

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Siccome la scorsa settimana eravamo in ferie, Old! ha saltato il turno e oggi recuperiamo la scansione con due episodi, aiutati dal fatto che a dicembre, tipicamente, succede pochino, nel mondo dei videogiochi. Il 3 dicembre 2008 esce Prince of Persia, tentativo di rilanciare lo storico marchio creato da Jordan Mechner il cui trono nel regno di Ubisoft è stato abilmente scippato da Assassin's Creed. Il gioco senza sottotitoli sviluppato da Ubisoft Montreal è un nuovo reboot, che giunge appena cinque anni dopo quello particolarmente efficace (ma mandato velocemente in vacca) di Prince of Persia: Le sabbie del tempo. Graziato da uno splendido stile grafico cartoonesco e da una scrittura dei dialoghi molto brillante, il nuovo Prince of Persia divide per la decisione di eliminare la possibilità di morire. Se lo chiedete a me, è una questione di semantica, perché in un'epoca in cui i checkpoint sono sempre a due secondi di distanza e in una serie che permetteva di annullare gli errori avvolgendo il tempo, oh, sai che cambia. Ma che vi devo dire? Il gioco comunque, non riscuoterà il successo sperato, si sucherà anche le polemiche derivate dalla scelta di pubblicare un epilogo come DLC a pagamento e la serie si chiuderà sostanzialmente lì: nei dieci anni successivi verranno pubblicati solamente un nuovo seguito di Prince of Persia: Le sabbie del tempo e un remake mobile del Prince of Persia 2 originale.

Il giorno dopo si manifesta la versione PC di Grand Theft Auto IV, portandosi in dote una veste grafica rinnovata, uno sfiziosissimo editor per la creazione di video, la stazione radio personalizzabile, il raddoppio del numero di giocatori supportati in multiplayer (da sedici a trentadue) e qualche problema tecnico. Ma insomma, non si può chiedere tutto, no? Dieci anni dopo, siamo qui che speriamo nell'arrivo su PC di Red Dead Redemption 2. Non lamentiamoci.

Infine, il 5 dicembre 2008, Fire Emblem: Shadow Dragon fa il suo esordio anche sui Nintendo DS europei, qualche mese dopo quelli giapponesi. Il gioco è l'undicesima uscita nella serie di Intelligent Systems, la prima sul portatie a doppio schermo di Nintendo, ed è un remake del primissimo Fire Emblem: Shadow Dragon and the Blade of Light, uscito nel 1990 su NES. La storia è quindi una rielaborazione di quella del gioco originale, raccontata attraverso un gameplay moderno e che sfrutta le potenzialità della nuova console, dividendo l'azione fra i due schermi e supportando in parte anche touch screen e multiplayer tramite Wi-Fi. Fire Emblem: Shadow Dragon viene accolto favorevolmente, anche se senza entusiasmi eccessivi, e la serie proseguirà anche nel decennio successivo, seppur con un numero di uscite lievemente ridotto rispetto agli anni del Game Boy Advance.