Febbraio 2012: Arriva PlayStation Vita! | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Ottanta, Novanta, Zero e Dieci. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Il 3 febbraio del 2012, quattro anni dopo il precedente episodio, si manifesta dalle nostre parti Soulcalibur V, che a posteriori scopriremo essere il capitolo conclusivo della timeline originale, prima dello pseudo-reboot che verrà operato da Soulcalibur VI. Deliri narrativi a parte, il gioco si appoggia sui soliti cardini delle mazzate spadaccine di Project Soul e viene accolto favorevolmente, pur con qualche critica rivolta allo Story Mode e all’assenza di personaggi molto amati.
Lo stesso giorno ci offre anche Final Fantasy XIII-2, caso raro (ma assolutamente non unico) di seguito diretto per l’amata serie di JRPG. Nonostante critiche pesanti alla storia, il gioco viene complessivamente accolto come un passo avanti rispetto al precedente, piazza i suoi tre milioni abbondanti di copie e si meriterà un terzo capitolo un anno dopo.
Qualche giorno dopo arriva un altro seguito che è però una produzione decisamente più modesta, nonostante abbia alle spalle un colosso come Electronic Arts, che in quegli anni è presa bene col supporto agli pseudo-indie. Shank 2 recupera i cardini del primo gioco e rende tutto migliore, più curato e preciso, rinunciando però alla modalità cooperativa per la campagna, in favore di una specie di Survival Mode.
Il 16 febbraio arriva su iOS Beat Sneak Bandit, gioco musicale delizioso, fuori di testa, affascinantissimo, che fa innamorare Fotone e ci fa forse notare davvero per la prima volta lo studio svedese Simogo, destinato a fare grandi cose.
Rimanendo in zona gaming portatile, il 22 febbraio 2012 arriva in Europa PlayStation Vita, con cui Sony prova per la seconda e ultima (?) volta a sfidare Nintendo nella conquista del nostro tempo libero fuori da casa. Forte di una lineup che al lancio include un Uncharted, un Wipeout, un Virtua Tennis, un Motorstorm, un Everybody’s Golf e piccole delizie come Escape Plan, Vita è un discreto mostro tecnologico, ha svariate funzionalità interessanti ma non riuscirà a fare breccia nel cuore della gente, forse anche perché troppo simile concettualmente agli smartphone, che in quegli anni (vedi sopra) stanno esplodendo definitivamente come piattaforme da gioco. Fatto sta che gli ottanta milioni di pezzi venduti da PSP rimarranno un lontano miraggio, PS Vita non toccherà nemmeno i venti, il supporto alla piattaforma si volatilizzerà criminalmente in fretta e la macchina diventerà un oggetto di culto molto amato dai fan del retrogaming e della scena indie.
Due giorni dopo si chiude la pantomima di Syndicate, reboot la cui esistenza era stata per anni trattata più o meno come la partecipazione di quei due attori lì a Spider-Man: No Way Home. L’FPS sviluppato da Starbreeze pesca dall’immaginario dei due sparatutto tattici targati Bullfrog e ci fa un po’ quel che gli pare per provare a rilanciare l’IP nel nuovo millennio ma i risultati vanno fra il mediocre e il dignitoso, i fan dei giochi originali si incazzano, le vendite deludono, Syndicate torna nella tomba e il pedigree fino a quel punto ottimo di Starbreeze ne esce pesantemente macchiato. Non benissimo.