Quizball Goal: come si chiamano i figli di Beckham?
Cominciamo subito con un'entrata a gamba tesa: a volte ci si trova a recensire un gioco pensando che qualcuno, tra noi e gli sviluppatori, non ha capito qualcosa di fondamentale.Purtroppo è l’impressione che si ricava da Quizball Goal: un po’ gioco di calcio (ma quasi per caso), un po’ gioco a quiz e un po’ di gadget.
La meccanica di gioco è molto semplice. Ci sono due squadre nazionali di cinque calciatori super deformed (più il portiere) che si muovono in campo MOLTO lentamente e in maniera MOLTO goffa. Tutte le volte che dovete tentare un intercetto, un contrasto, un tiro in porta o una parata vi viene fatta una domanda di tenore calcistico, prevalentemente legata alla nazionale che state utilizzando. La difficoltà della domanda è determinata dalla difficoltà dell’azione che state compiendo: se sbagliate la risposta sbagliate l’azione (e quindi prendete gol, perdete palla o tirate fuori a seconda di cosa state facendo). Lo schema delle domande di Quizball Goal è, ahimè, quello di tanti quiz televisivi demenzial-popolari di gerryscottiana memoria: quattro risposte tra cui scegliere per poter risolvere quesiti talvolta banali (anche solo per esclusione), talvolta oggettivamente difficili, talvolta assolutamente folli.
Sparsi per il campo troviamo dei “gadget” che dovremo premunirci di raccogliere: sono gadget di due tipi: “di gioco” e uno “di quiz”. Il gadget di gioco consente di attivare effetti di stampo prettamente arcade: avversari folgorati o rimpiccoliti, giocatore inarrestabile, tiro in porta da qualunque posizione del campo. Il gadget “di quiz” consente di avere facilitazioni in sede di risposta: ad esempio ci viene proposta una domanda superfacile al posto di quella difficilissima, oppure ci vengono tolte due risposte tra le quattro possibili (il classico “50 e 50”). Grazie a questi gadget ho portato l’Italia a vincere il mondiale al primo tentativo e il Giappone (di cui, con tutta sincerità, conosco a malapena l’esistenza di Holly, Benji, Nagatomo, Kazu Miura, Nakata e Oguro) al tentativo immediatamente successivo. Tenendo conto che la CPU non può usare i gadget, abbiamo un’indicazione abbastanza probante della difficoltà del gioco in singolo di Quizball Goal.
Il gioco in multiplayer offre le stesse opzioni del gioco in singolo ma, visto che siamo in due a rispondere e a poter usare i gadget, è a mio avviso l’unica situazione in cui Quizball Goal può avere un senso (addirittura si può giocare solo a domande e risposte, lasciando che i movimenti in campo siano completamente gestiti dalla I.A.). Esiste, per la verità, anche una modalità di gioco online, ma non ho MAI trovato un avversario disponibile (e chi può biasimarli?).
Al di là dell’acidità di cui abbiamo intriso questa recensione, è ovvio che i programmatori di Pixel Tales volessero proporre con Quizball Goal un “trivial pursuit” calcistico che richiamasse in sè lo spirito della partita di calcio. A mio avviso non ci sono riusciti, vuoi per il modo forzato in cui sono incastrati insieme calcio e domande, vuoi per il pessimo bilanciamento della difficoltà nel gioco in singolo, vuoi (ahimè) per il fatto che le domande, a dispetto del roboante numero di 4500 che viene spacciato, iniziano a ripresentarsi dopo poche sessioni di gioco. Quizball Goal è completamente in italiano con traduzione di buona qualità ma, se non l’avete capito, non merita i 10 euro che vengono richiesti sul PSN. Ah... la domanda su Beckham ci è stata fatta, eh... o comunque una molto simile...