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Resident Evil Operation Raccoon City: missione fallita, passo e chiudo

Per quanto ci si sforzi, è impossibile aggirare il solito discorso del nome altisonante di un videogioco, che può generare fin troppe aspettative, col pericolo di deluderle. Timore ancor più fondato se il titolo in questione è Resident Evil, e si sceglie di trasformarlo in uno sparatutto prevalentemente online. Lo sviluppo delegato a una software house canadese, la Slant Six Games, è l'ultimo colpo basso assestato agli appassionati del brand. Benché avvezzi al franchising di SOCOM, e quindi ad una certa dimestichezza con la gestione delle battaglie in rete, gli sviluppatori - negli ultimi giochi - hanno mostrato una curva qualitativa discendente. È quindi con motivato scetticismo che ci siamo avvicinati a questo Resident Evil Operation Raccoon City.

L'impressione iniziale, che si trascinerà per tutta l'esperienza, è di un titolo raffazzonato, grezzo, uscito quando ancora necessitava di ulteriori limature, sia in ambito tecnico che ludico. È innegabile che ci sia del buon lavoro dietro, soprattutto nel ricatturare lo spirito originale della serie: i vari protagonisti - qui ridotti però a mere guest star - nonché il mitico bestiario, sono ricreati con la giusta dovizia, generando un piacevole brivido sulla schiena degli appassionati, e anche la narrazione parte da uno spunto decisamente intrigante. Al comando di una truppa speciale della Umbrella, il nostro compito è quello di eliminare tutte le prove che colleghino Raccoon City con la famosa azienda.

Interpretare "i cattivi" in uno dei momenti più affascinanti della saga, ovvero l'imminente distruzione della piccola cittadina americana, è ulteriore motivo di esaltazione. Gli sviluppatori, tuttavia, invece di approfittare di questa strada, hanno optato per un binario parallelo. Dimenticate, quindi, incontri "mitici", o la riproposizione di eventi importanti da un altro punto di vista. In tal senso, il titolo Slant Six Games è un'occasione persa. Abbiamo un plotone di carismatici eroi da usare, ma solo in "sterili" modalità online.

Per fortuna, a differenza di prodotti simili, la campagna di Operation Raccoon City è piuttosto corposa e articolata. Non mancano discrete cut-scene, un plot ben orchestrato, scontri con boss di un certo peso emotivo e un'intrigante gestione del team, che è possibile potenziare tramite l'utilizzo di punti esperienza. Benché la co-op sia consigliata in termini di puro divertimento, anche il giocatore singolo potrà sollazzarsi a dovere, grazie a una discreta rigiocabilità degli stage, atta a livellare le varie classi. Prima di continuare a sviscerare il gioco, però, è bene mettere in chiaro gli errori macroscopici che porta sulle spalle, ben più pesanti del semplice "nome".

In Operation Raccoon City il sistema di controllo è del tutto sballato: pur clonando sotto ogni aspetto Gears of War, decide di ibridare i comandi con quelli di un FPS. A differenza del lungimirante Binary Domain, qui la personalizzazione dei comandi è ridotta all'osso. Quindi, per correre, dovremo usare lo scomodo L3 e per ricaricare l'arma, "X", o quadrato. Si potrebbe anche soprassedere su tale manchevolezza, se non fossero del tutto assenti dei comandi essenziali per il genere. In primis, nessuna evasione: mentre personaggi di altri videogame che non ne hanno alcun bisogno, si producono in più capriole di Yuri Chechi, i nostri eroi rimangono ingessati come mummie, eccetto che per un saltino talmente macchinoso da realizzare da farvene presto dimenticare l'esistenza.

Le coperture avverranno automaticamente, in una curiosa modalità adesiva. Basta avvicinarsi a una qualunque superficie, e il personaggio principale vi si appiattirà. Se questo, all'inizio, rende agili alcune corse in copertura, col tempo vi renderete conto che essere delle calamite viventi limita moltissimo la fluidità e l'autonomia strategica. Soprattutto perché se ci troviamo dietro un muro, e tentiamo di sporgerci un po' troppo, il protagonista si staccherà dalla copertura, rimanendo in mezzo al fuoco nemico.

Ciliegina sulla torta: è impossibile scavalcare gli ostacoli. Fosse anche un muretto di mezzo metro, sarete costretti a girarvi intorno, con le conseguenze che potete immaginare. Queste inesplicabili falle, rendono il titolo molto macchinoso, laddove l'immediatezza doveva essere uno dei suoi punti di forza.

La giocabilità complessiva, ingoiando il rospo e fatto il callo ai controlli monchi, non è poi così male: interiorizzate le bislacche decisioni dei programmatori, il titolo si lascia giocare con gusto, complice anche l'intrigante ambientazione. Purtroppo, oltre agli zombie dovremmo scontrarci anche contro un AI del tutto deficitaria. Vero e proprio ostacolo nella modalità offline (medikit consegnati una volta sì e dieci no, compagni sempre sulla linea di tiro, etc), diventa sopportabile quando ci si scontra col nemico. Escludendo le mostruosità, ovviamente ebeti, gli umani sono coriacei, evitano le bombe e svolgono diligentemente il loro dovere, salvo poi rimanere imbambolati tramite un semplice aggiramento, o il lancio di un paio di granate in sequenza.

Per fortuna, quello che c'è non è poi così male, soprattutto in ottica di gioco online. Le varie modalità guerriglia, si alternano ad altre che mimano in chiave "zombesca" i classici ruba-bandiera e difendi-territorio. La strombazzata modalità Nemesis, in esclusiva su Xbox 360 e ovviamente a pagamento, non è poi così esaltante, visto che la famigerata creatura dovrà essere controllata a distanza, disgregando quel senso di boss che l'avrebbe resa molto più carismatica. In ultimo, una sfida particolarmente intrigante: Sopravvissuti. Rimasti in otto ed in attesa di un elicottero con soli quattro posti, dovremmo fare di tutto per resistere a mostri e umani, tenendo ovviamente conto di quanto quest'ultimi siano molto più letali. I momenti di fermento durante la corsa verso l'elicottero, sono galvanizzanti, ma anche qui viene premiata l'uccisione del giocatore umano. Ecco quindi che la maggior parte della community (sempre florida, almeno su Xbox 360) tenderà ad ignorare i mostri e concentrarsi sui "compagni di sventura".

Ed è a questo punto che emerge un' altra grave mancanza. Pur avendo i modelli poligonali dei più importanti personaggi della serie, un ottimo netcode e un bestiario invidiabile, cosa fai? Non inserisci alcuna modalità orda? Ci manca poco che gli sviluppatori la infilino anche nei giochi di guida, e un titolo perfetto per un'opzione simile ne è privo? Stentiamo a credere ad uno strafalcione simile, e non azzardiamo nemmeno ipotesi sul perché di tale assenza. A conti fatti si tratta di un'immensa occasione persa. Come anticipato in apertura, il titolo appare piuttosto grezzo, e così è anche nel comparto grafico. Se nell'insieme la cittadina devastata è ricreata a dovere, qualche calo di troppo nel frame rate, e delle compenetrazioni frequenti, rendono l'aspetto globale appena discreto. Non bastano i buoni modelli poligonali, né gli accettabili effetti di luce. La palette di colori tendente al blu scuro, si fa forte di texture appena sufficienti, pur inserite a dovere per generare un ampio campo visivo e gestire i numerosi elementi su schermo. È paradossale che proprio i fan di Resident Evil potrebbero essere i maggior detrattori di questo spin off, non tanto per il risultato globale, comunque accettabile, quanto per le inspegabili manchevolezze, nonostante l'immenso materiale a disposizione.

Voto: 5,5