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Ottobre 2000: Novità da Nintendo, cult su Dreamcast, su PC si fa la guerra | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

A ottobre del 2000, mentre Sony rinvia di un mese il lancio europeo di PlayStation 2, Nintendo sfrutta il palcoscenico della sua fiera "personale", lo Spaceworld, per svelare finalmente la sua prossima console, lungamente nota come Project Dolphin ma infine battezzata GameCube. Lo scatolotto viola con maniglia conserva l'idea delle quattro porte per pad già presenti su Nintendo 64 e rilancia con due slot per memory card e un lettore di pseudo mini DVD. Si parla poco di giochi ma vengono mostrate delle demo, con Link che affronta Ganondorf, Luigi alle prese coi fantasmi e uno scorcio di un nuovo Metroid.

Nello stesso contesto, è anche possibile mettere per la prima volta le mani sul già annunciato Game Boy Advance, successore di Game Boy e Game Boy Color che sceglie un orientamento orizzontale e propone il widescreen, i controlli ai lati, due tasti dorsali, uno schermo a colori, la connettività col GameCube e la piena retrocompatibilità con le due precedenti console portatili Nintendo. Fra i giochi annunciati ci sono Mario Kart Advance, Kuru Kuru Kururin, Golden Sun e Napoleon.

Ma Nintendo rimane bella attiva sulle sue console ancora nei negozi e il 5 ottobre 2000 arriva sul mercato europeo il primo Paper Mario, con cui la divagazione JRPG dell'idraulico baffuto devia dall'interpretazione classica offerta da Square con Super Mario RPG e trova quella che diventerà la sua forma definitiva nei secoli dei secoli. Il tratto distintivo del gioco sviluppato da Intelligent Systems è senza dubbio lo stile grafico, che propone un mondo e dei personaggi interamente fatti di carta e sfrutta la cosa non solo come scelta estetica ma anche come elemento di gameplay. Ne usciranno circa centododici seguiti, sparsi fra console portatili e casalinghe.

Il giorno dopo arriva in Europa Space Channel 5, il gioco con cui Tetsuya Mizuguchi si smarca dai racing game e inizia il suo viaggio infinito nella psichedelia. Fondamentalmente è un rhythm game basato sul modello di Simon, in cui bisogna ripetere a ritmo le indicazioni proposte a schermo, ma il suo carisma sta tutto nell'estetica, nell'ambientazione folle, nella meravigliosa protagonista Ulala e negli alieni assurdi che ci si trova ad affrontare. Dopo l'uscita originale su Dreamcast, il gioco verrà convertito su PlayStation 2 e Game Boy Advance (!), godrà di un seguito e, tanti anni dopo, verrà anche riproposto in VR.

Una settimanina dopo, arriva sui Nintendo 64 europei Mario Party 2, che io ho americano perché ero in fissa e non potevo aspettare. Il gioco ripropone le dinamiche folli da boardgame saturo di minigiochi viste nel primo episodio, aggiunge un sacco di opzioni interessanti e si conferma meravigliosa macchina da insonnia per manipoli di pazzi che non possono fare a meno di selezionare cinquanta turni in avvio. Se lo chiedete a me, rimane il miglior episodio della serie, che in seguito si farà prendere troppo la mano dalle stronzate nel (comprensibile) desiderio di inventarsi qualche novità ad ogni uscita.

Il 20 ottobre arriva su Dreamcast la conversione di quel coin-op meraviglioso e delirante che era Ferrari F355 Challenge (anche noto come F355 Challenge: Passione Rossa e semplicemente F355 Challenge). Pensato per essere un gioco super realistico ed esigente, su Dreamcast come in sala giochi fa la gioia dei fissati ma risulta forse allo stesso tempo troppo complesso e troppo esile per tutti gli altri. Rimane comunque un gioiello di culto, un gioco abbastanza unico e probabilmente il miglior racing game nella libreria del Dreamcast, comunque piuttosto competitiva sul tema. Il gioco verrà convertito due anni dopo su PlayStation 2, il suo creatore Yu Suzuki cadrà nel vortice chiamato Shenmue.

Il 27 ottobre vede la pubblicazione di Command & Conquer: Red Alert 2, con cui Red Alert diventa ufficialmente una vera e propria serie separata da "mamma" Command & Conquer, anche perché crea un po' di confusione a livello narrativo, rendendo perlomeno nebuloso il legame fra le due. Il gioco si fa un po' prendere la mano dalla moda dei filmati con attori del momento e può vantare gente del calibro di Ray Wise, Udo Kier, Kari Wuhrer e Barry Corbin. Accolto dalla critica più favorevolmente rispetto al precedente Command & Conquer: Tiberian Sun, il gioco si rivelerà un successo di pubblico e consoliderà lo status della serie come blockbuster, quantomeno per gli standard di quegli anni. Not so fun fact: dopo l'11 settembre 2001, Electronic Arts cambierà la copertina, che in origine ritrae un aereo diretto verso il World Trade Center.