Cosa vorrei (e non otterrò) da Spider-Man: Far From Home
Attenzione: se non siete in pari con l’universo cinematografico Marvel e non volete sapere cosa sia accaduto negli ultimi film, forse, dovreste evitare di leggere questo articolo.
L’anno prossimo, con Captain Marvel e il quarto Avengers, si concluderanno la terza fase dell’universo cinematografico Marvel e, in generale, un po’ tutto questo primo ciclo durato dieci anni e spiccioli. Appena un paio di mesi dopo, però, il carrozzone riprenderà a macinare terreno, con l’uscita di Spider-Man: Far From Home, unico film della fase quattro su cui abbiamo notizie certe, specie dopo che il caso James Gunn ha fatto arenare i lavori su quello che era l’unico altro film annunciato, Guardiani della Galassia Vol.3. Poi, certo, nessuno dubita che vedremo un nuovo Black Panther e, visti il buon successo riscosso e l’usanza a base di trilogie, è lecito attendersi seguiti anche per Doctor Strange e Ant-Man & The Wasp.
In tutto questo, non è difficile notare che, appunto per questioni extradiegetiche, i personaggi morti in Avengers: Infinity War sono praticamente solo quelli che diamo per scontato di vedere in film futuri, mentre fra chi è rimasto in vita, tutto sommato, ci si aspetta che più d’uno possa lasciarci le penne l’anno prossimo. Aggiungerei che trovo improbabile una situazione narrativa in cui gli sceneggiatori decidono di lasciare morta metà della popolazione dell’universo, quindi, in linea di massima, mi aspetto di veder tornare in vita tutti i “polverizzati”. Magari sbaglio, eh, ma insomma. Poi, certo, i portavoce dei Marvel Studios ci tengono, giustamente, a mantenere il più possibile credibile la pantomima di quel finale (che, capiamoci, a me è piaciuto tantissimo, pantomima o meno) e quindi invitano a non dare nulla per scontato. Ed è vero anche che i due film successivi a Infinity War, vale a dire Ant-Man and the Wasp e Captain Marvel, sono ambientati nel passato, proprio per non mettere i bastoni fra le ruote alla pantomima. Ma un conto sono, appunto, i due film in attesa del gran finale, un conto è quel che avverrà poi.
Sia come sia, in questo articolo di pippe mentali parto dall’assunto che Spider-Man: Far From Home sia ambientato dopo Avengers: Infinity War, nonostante ci sia chi ipotizza che si possa svolgere in realtà immediatamente prima, con Peter Parker che conclude il film salendo sull’autobus in cui lo abbiamo visto apparire qualche mese fa. Perché parto da quell’assunto? Perché mi sembra la mossa più logica ma soprattutto perché l’anno scorso la produttrice Amy Pascal ha dichiarato che sarà ambientato addirittura pochi minuti dopo il finale del quarto Avengers. Quindi, insomma, eh.
Del film, comunque, non si sa molto. È ormai ufficiale la presenza di Jake “Mysterio” Gyllenhaal come antagonista principale e si vocifera di un ritorno per Michael “Avvoltoio” Keaton. Il titolo dovrebbe fare riferimento a un’avventura che si svolge in giro per il pianeta, con una parte piuttosto corposa ambientata in Europa, e magari questo respiro “internazionale” per gli eventi è fra i motivi per cui Nick Fury e Maria Hill, altri due “polverizzati”, saranno della partita. Fra l’altro, nei fumetti della linea Ultimate, Nick Fury fece un po’ da mentore per Spider-Man e, considerando quanto spesso i film MCU hanno pescato da quell’universo, diventa facile ipotizzare qualcosa di simile. Al che, poi, viene spontaneo fare due più due e immaginare che Peter abbia bisogno di un nuovo mentore perché Tony Stark ci lascerà le penne nel quarto Avengers. Ma non facciamoci prendere la mano, specie considerando che sono già uscite le prime voci relative a un Robert Downey Jr. presente sul set.
Ad ogni modo, non voglio esagerare con la raccolta di informazioni, fatti, pettegolezzi, dichiarazioni, anche perché seguo in maniera distratta queste cose e sono certo che me ne perderei la metà. Oltretutto, non ho le informazioni da insider che probabilmente hanno i giornalisti invitati tempo fa sul set (e ancora imbavagliati da un embargo), quindi posso davvero solo limitarmi alle mie elucubrazioni personali. Inoltre, come ho già fatto a suo tempo su Outcast Popcorn, voglio più che altro parlare, lo dice il titolo dell’articolo, di quel mi piacerebbe trovare nel film e che probabilmente non ci troverò.
In Spider-Man: Homecoming, Donald Glover interpreta per una manciata di minuti il ruolo di Aaron Davis, per cui è stato ingaggiato dopo l’infruttuosa campagna per fargli ottenere quello di Miles Morales. Aaron è lo zio di Miles Morales, vale a dire un altro Uomo Ragno, nato nell’universo Ultimate dopo la morte del Peter Parker locale e successivamente trasferitosi nell’universo tradizionale. Era solo un omaggio messo lì in favore dei fan (compreso Glover) o era un primo passo verso qualcosa, con il secondo passo costituito da Spider-Man - Un nuovo universo, promettentissimo film d’animazione di cui agevolo il lisergico trailer qua sopra? Vai a sapere. Certamente è improbabile che ad appena il secondo film dell’Uomo Ragno di Tom Holland si decida di incasinare subito tutto infilandoci dentro un secondo tessiragnatele, e infatti non penso proprio che accadrà, però a me piacerebbe un sacco. Soprattutto, trovo che sarebbe un espediente perfetto per mantenere in piedi la pantomima.
Mi spiego. Tipicamente, la promozione dei film Marvel Studios inizia diversi mesi prima dell’uscita, come testimonia la pubblicazione, pochi giorni fa, del teaser trailer di Captain Marvel, che uscirà a marzo dell’anno prossimo. Ma facciamo un esempio ancora più attinente. Spider-Man: Far From Home sarà il terzo film Marvel Studios del 2019, il defatigante post Avengers di inizio luglio. Nel 2018, quello spazio è stato occupato da Ant-Man and the Wasp, il cui teaser trailer si è manifestato a gennaio, poco prima dell’uscita di Black Panther, e il cui secondo trailer è apparso a maggio, assieme all’uscita di Avengers: Infinity War. Ha senso, no? È logico pensare che nel 2019 lo schema si ripeterà. Il problema è che un teaser trailer di Spider-Man: Far From Home, comunque tu lo voglia impostare, sputtana completamente la pantomima dei morti polverizzati, se lo butti fuori quattro mesi prima che esca il quarto Avengers. No?
Anche solo un teaser trailer che non dice nulla della storia ma mostra l’Uomo Ragno in azione romperebbe la magia. Poi, certo, potrebbero decidere di fregarsene, ma sarebbe un peccato, specie considerando lo sforzo messo in piedi per farla funzionare, la pantomima. Voglio dire, è il motivo per cui hanno completamente smesso di fare annunci significativi sulla pianificazione futura e probabilmente le conferme del secondo Spider-Man e del terzo Guardiani della galassia, a loro tempo, Kevin Feige le ha fatte controvoglia. O magari quei due annunci risalgono a quando ancora pensavano di tenersi la scena dello schiocco di dita come inizio del quarto Avengers, in maniera simile a come venne utilizzata a suo tempo nei fumetti. Vai a sapere. Sta di fatto che nuclearizzare l’inganno in quel modo sarebbe un peccato.
Poi, certo, puoi girarci attorno, per esempio aspettando maggio, e l’uscita del quarto Avengers, per pubblicare il teaser trailer. In fondo, per quanto il marketing sia sempre fondamentale, è ormai abbastanza appurato che i film Marvel Studios si vendono da soli anche quando i protagonisti sono dei poveri pirla sconosciuti, figuriamoci quando si tratta dell’Uomo Ragno. Però, rinviare l’avvio di una campagna promozionale di quattro mesi non è una mossa banale. Va detto che, ovviamente, tutta la faccenda si risolverebbe se Amy Pascal avesse mentito e davvero il film fosse ambientato prima del quarto Avengers. Però, davvero, lo troverei proprio bizzarro. Un conto è lanciarsi in due storie cronologicamente fuori posto quando sei in mezzo a un cliffhanger, ma una volta che avranno raccontato il gran finale, presumibilmente ricco di svolte significative, forse, chiedere agli spettatori di tornare di nuovo al passato in quello che dovrebbe essere un nuovo punto di partenza, beh, sarebbe un po’ troppo. E quindi?
E quindi non ho idea di cosa abbiano deciso di fare, ma so cosa mi piacerebbe molto (ma non faranno). È facile. Ambienti il prologo del nuovo film, un prologo magari un po’ più lungo del classico “cold opening”, nell’intervallo fra il terzo e il quarto Avengers, per poi spostarti al presente. E in quel prologo racconti di un contesto in cui l’Uomo Ragno è morto, e con lui svariati altri eroi e metà della popolazione mondiale. Fai entrare in attività un nuovo Uomo Ragno, Miles Morales, e ce lo mostri in azione, magari senza perdere troppo tempo a raccontarne le origini. Si potrebbe anche farlo vedere in estrema difficoltà contro il nuovo cattivone Mysterio, rendendo quindi fondamentale e necessaria la resurrezione di Peter Parker.
A quel punto, è tutto risolto. Il teaser trailer di inizio anno lo incentri sul fatto che l’Uomo Ragno è morto ma, in questo pianeta messo in ginocchio dalle azioni di Thanos, emergono nuovi eroi ad aiutare la gente. E fra di loro c’è un nuovo Spidey. E poi, a maggio, dopo che tutti avranno visto il quarto Avengers, ti giochi il ritorno di Peter Parker nel secondo trailer. Bello, no? Oh, non lo so, a me, come idea, piace. Dubito di averci pensato solo io (anzi, so per certo di non averci pensato solo io), ma mi piace. È quello che hanno deciso di fare? Sono certo di no. Potrebbe funzionare, se lo facessero? Non ne sono certo. Ma mi piacerebbe che ci provassero.
Questo articolo fa parte dell'amichevole Cover Story di quartiere su Spider-Man, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.