Racconti dall'ospizio #154: Uno Spider-Man per ogni stagione - I giochi dagli anni Ottanta al 2000
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
Aaah i titoli su licenza! Spesso sono orrendi, si dice, e non è del tutto falso. La verità è che si va a periodi: decenni pieni di letame fumante e altri che tutto sommato la voglia di vivere, dopo averli provati, ti resta. I fumetti hanno le potenzialità per diventare videogiochi, figuriamoci quelli di supereroi. La Marvel non ci ha quindi pensato due volte, prima di inondare il mercato con prodotti basati sui suoi personaggi, in particolar modo quelli più popolari. E chi è l'eroe di punta della Casa delle Idee? Lui, l'amichevole Uomo-Ragno di quartiere, il tessiragnatele per eccellenza. Nato nel 1962, ha dovuto aspettare una quindicina abbondante di anni per vedersi protagonista di avventure a suon di bit. E da allora al Marvel's Spider-Man di Insomniac ne è passata, di acqua sotto le ragnatele.
Gli sciamannati anni Ottanta
Bariamo, perché il primo esempio di gioco su Spider-Man risale al 1978, ma siamo larghi di vedute, quindi lo includiamo nei pazzi eighties. Questo primo titolo è un'avventura testuale della serie QuestProbe, realizzata dalla Adventure International.
Per qualcosa di più action arriviamo al 1982, col celebre Spider-Man per Atari 2600, un gioco in cui si scala un palazzo mentre Goblin ci bombarda dall'alto. Una roba bruttina, che anche all'epoca, secondo me, destava più di un sopracciglio alzato, nonostante fossero sicuramente anni diversi. La pubblicità del gioco è famosa su internet, forse per essere vagamente inquietante.
Gli anni Ottanta si chiudono con The Amazing Spider-Man and Captain America in Dr. Doom's Revenge!. Un titolo lunghissimo, un picchiaduro piuttosto anonimo, che però lascia finalmente intravedere qualcosa di più simile a un fumetto in movimento. Inutile dire che il sottoscritto, negli anni, ha provato ad emulare beceramente questi giochi, con partite di qualche manciata di secondi, per puro completismo da fan del ragnetto. Ma non è proprio cosa. Poteva comunque andare peggio, di sicuro si è migliorato, quando l'aracnide è sbarcato negli anni Novanta.
Gli esondanti anni Novanta
Nei ninenties, le uscite si sono moltiplicate come formiche; cerchiamo quindi di fare ordine e citare i più meritevoli, rimandandovi per una pura lista commentata al blog del Docmanhattan, che (spoiler!) dovrebbe far capolino a parlare di Spidey assieme a noi altri pirla di Outcast. The Amazing Spider-Man vs. The Kingpin, classe 1990, è un piccolo gioiellino per Sega Mega Drive, che recuperai molti anni dopo la sua uscita. Picchiaduro a scorrimento con una grafica fumettosa decisamente figlia dei primi anni Novanta. Non a caso, in più di uno screenshot si sente profumo di Todd McFarlane e Venom fa la sua comparsa nel gioco in qualità di cattivone principale, nonostante l'incipit e il titolo del gioco facciano muovere Spider-Man verso il cicciuto Kingpin, il re del crimine, che sembra celarsi dietro la sparizione di Mary Jane.
Vera bomba al sapor di gettoni dell'oratorio è Spider-Man: The Video Game, picchiaduro a scorrimento da sala giochi. Questo arcade era il sogno di ogni fan dell'Uomo-Ragno, che si univa alla Gatta Nera, a Occhio di Falco e a Namor, in una lunghissima avventura che partiva da New York e terminava a Latveria, regno del Dottor Destino. Lungo la strada, un polpettone di nemici mai visto, figlio di alleanze improbabili anche per i fumetti Marvel, che vedeva però i giocatori scontrarsi contro Electro, Lizard, Venom, l'Uomo Sabbia, Goblin, il Dottor Destino e un sacco di altri brutti ceffi. Ci si arrampicava, si affrontavano sezioni platform e pure versioni giganti di alcuni nemici, tramalmente contestualizzate. La grafica era fantastica, sempre stile early nineties, e dava l'impressione di un fumetto dell'epoca in movimento. Ad opera di Sega, che ha sicuramente perso ogni diritto, il gioco non ha mai fatto capolino altrove, finendo nel cimitero dei capolavori dispersi. Perciò mi sento di dirvi che non farete un crimine emulandolo senza pietà, e non ve ne pentirete affatto.
Dopo qualche incursione su Game Boy (degni esponenti del ragno, nella loro semplicità) e in edicola con le italianissime avventure grafiche della Simulmondo, Spider-Man conquista un dittico di giochi visivamente niente male, ma parecchio difficili, da pugni nei denti a chi ci stava di fianco mentre giocavamo. I titoli, per Super Nintendo e Sega Mega Drive, sono Spider-Man: Maximum Carnage (1994) e Spider-Man & Venom: Separation Anxiety (1995). Due picchiaduro a scorrimento di stampo super classico ispirati a due saghe dell'epoca, che come avete capito, era tempestata da simbionti. Il primo vedeva l'Uomo-Ragno fermare Carnage e la sua follia dilagante in città. Tra un livello e l'altro, vignette della saga originale narrano la storia e icone speciali permettono a Spidey di lanciare super mosse che evocano gli alleati della saga a fumetti, da Capitan America a Cloak & Dagger.
Separation Anxiety si ispira al periodo in cui Venom era uno dei buoni e alla saga Protettore Letale, che vede il simbionte scontrarsi contro La Giuria, gruppo di tecno-pazzi che giudicano e processano al di sopra delle leggi e cacciano Eddie Brock. La formula è identica al precedente titolo, così come la grafica, ma la novità sta nel fatto di poter selezionare Venom, consigliato fra l'altro ai principianti, in quanto molto più forte del Ragno. Sono titoli molto ripetitivi e con boss talmente randomici che, tranne in poche occasioni, non sono nemmeno degni di essere chiamati tali, ma meritano comunque una chance per i giocatori amanti del retrogaming.
Nel 1995, sempre su SNES e Mega Drive, vale la pena di nominare Spider-Man: The Animated Series, ispirato alla popolare serie degli anni '90 dell'Uomo Ragno, quella cugina molto alla lontana della serie di Batman e da cui deriva il nomignolo The Animated Series, in realtà non presente nel titolo del cartone. Non si discosta molto dai precedenti due, ma è più abbordabile, quantomeno finibile, e soprattutto pieno come un uovo supercattivi, presi dal cartone ma anche dai fumetti in generale. Per i fan della suddetta serie, può valere qualche partita.
Verso il 2000 e oltre
Arriva la PlayStation e le sue sorelle a 32 e 64 bit ed ecco che Neversoft (riposi in pace) e Activision tirano fuori due piccoli capolavori fatti di esplorazione, combattimenti e sezioni con le ragnatele in piccole aree open world. Spider-Man (2000) e Spider-Man 2: Enter Electro (2001, ma includiamolo, ve l'ho detto che siamo di larghe vedute), sono semplicemente bellissimi. Pieni zeppi di riferimenti ai fumetti, easter egg, costumi alternativi e trame inedite ma ispirate ad alcuni dei periodi ragneschi più famosi.
Nel primo gioco vediamo Spidey salvare la città dal Dottor Octopus, alleatosi con alcuni cattivi come Mysterio, che si è pure spacciato per il nostro eroe. Da nemico ad alleato, ecco Venom, e Rhino e Carnage di contorno. Grafica low-poly, oggi invecchiata maluccio ma ancora piena di amore, se vista con gli occhi dell'epoca.
Il secondo capitolo metteva in campo Electro come boss finale, e le sue mire criminali riversate su uno speciale cristallo che poteva amplificare i suoi poteri. Sicuramente il secondo titolo Neversoft risulta meno incisivo, ma offre momenti memorabili, come un combattimento in un magazzino in fiamme contro Shocker o l'epica battaglia finale in cima a due torri collegate, che un tempo dovevano essere le Torri Gemelle, ma dopo il fatidico 11 settembre 2001 si sono trasformate in extremis.
Fumetti da collezionare, gallerie dei personaggi, la voce di Stan Lee che fa da narratore... nonostante altri titoli abbiano portato grandi cose ai fan di Spider-Man, ad oggi, i due titoli dell'era PlayStation restano tra i migliori esponenti del genere supereroistico videoludico.
E poi? Beh, ci siamo sparati una ventina d'anni. Più o meno altri venti ci aspettano. Tirate un bel respiro e tornate su Outcast fra qualche giorno, per entrare nell'epoca di una Marvel diversa. Che deve uscire dalla crisi e allarga gli orizzonti, mentre alcuni dei suoi eroi sbarcano al cinema, su tutti sempre lui, il nostro Spider-Man. E l'ombra dei tie-in su licenza (doppio orrore) si fa sempre più palpabile.
Questo articolo fa parte dell'amichevole Cover Story di quartiere su Spider-Man, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.