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The Messenger viaggia fra le epoche del platform game

Opera prima del team Sabotage Studio, The Messenger si va ad aggiungere alla folta schiera di indie che ormai da tempo stanno invadendo Nintendo Switch (e PC, in questo caso). Il neonato studio canadese è riuscito ad impacchettare un platform davvero ben fatto e ricco di belle idee, anche se sfortunatamente non impeccabile. Ma andiamo con ordine.

Potremmo dire che The Messenger si divide fondamentalmente in tre "atti". Il gioco inizia come un platform in perfetto stile 8 bit, nel quale controlliamo un ninja che ricorda in tutto e per tutto lo sprite del mitico Ninja Gaiden per Nintendo Entertainment System. In questa prima parte piuttosto estesa del gioco, il gameplay è decisamente lineare, esattamente come ci si aspetterebbe da un action platform degli anni Ottanta. Ad aggiungere pepe alla struttura di gioco, però, ci sono il progressivo aumento delle abilità del protagonista, possibile acquistando vari upgrade nei negozi sparsi per i livelli, e un interessante sistema di salto. Ogni qualvolta colpiamo un bersaglio con la nostra spada, infatti, abbiamo la possibilità di eseguire un salto ulteriore. In questo modo, tecnicamente, è possibile scalare altezze vertiginose o rimanere in aria virtualmente all'infinito, a patto di essere abbastanza abili e di avere qualcosa da colpire alla nostra portata. Ammetto che nei primi minuti di gioco questo sistema non mi piaceva molto, ma sono bastati pochi livelli per convincermi della bontà dell'idea, soprattutto perché è spalleggiata da un ottimo design degli stage, che sfruttano a dovere questa possibilità. Le abilità che si vanno pian piano ad aggiungere al nostro set di mosse spaziano dalla possibilità di camminare e scalare muri a quella di planare dopo un salto, scagliare shuriken o lanciare un rampino per aggrapparci verticalmente alle pareti. 

Nel secondo "atto" viaggeremo nel tempo, e qui un'altra trovata geniale si va ad aggiungere agli argomenti di The Messenger. Infatti, per scandire il salto temporale, la grafica e la musica del gioco saltano agli anni Novanta, presentandosi in perfetto stile Super Nintendo! L'espediente non è solo estetico, però, in quanto anche la struttura dei livelli subisce qualche modifica, liberando alcuni passaggi prima inaccessibili. Dobbiamo quindi sfruttare i portali temporali per passare da un epoca all'altra, in modo da farci strada nei livelli. La grande sorpresa arriva però nel "terzo atto", quando apparentemente il gioco sembra finire. Infatti, a questo punto, The Messenger si "apre", permettendoci di spostarci a piacimento nei vari stage già visitati, tutti collegati nella mappa, trasformando la struttura di gioco in quella di un vero e proprio metroidvania. Solo allora è possibile rendersi conto di quanto The Messenger sia in realtà vasto e longevo, e completarlo vi occuperà una decina di ore abbondanti.

Fino a quì tutto bene. La grafica è favolosa sia nella sua veste a 8 che a 16 bit. Le musiche chiptune sono fantastiche, l’ottimo gameplay presenta una miriade di situazioni differenti, rese perfettamente dal nostro ventaglio di mosse possibili. Inoltre, l'intera storia è accompagnata da un umorismo davvero azzeccato, che prende in giro in modo intelligente il medium videoludico, con battute davvero azzeccate, come quando il nostro personaggio dichiara di essere quasi arrivato alla sua meta e gli rispondono che "evidentemente non ha visto il trailer". Purtroppo il gioco non è stato localizzato in italiano, quindi, chi di voi non mastica l'inglese non potrà godere appieno di questa caratteristica ma, per quanto sia un peccato, la cosa non va in alcun modo ad inficiare la godibilità del titolo. Ciliegina sulla torta sono una difficoltà ed un senso di progressione davvero ben bilanciati, capaci di restituire una grande soddisfazione al giocatore che pian piano padroneggia le differenti tecniche, concatenandne una all'altra per poter avanzare fino all'epilogo. Alla luce di questi fatti, perchè The Messenger non centra in pieno il suo obbiettivo?

Tra le cause sicuramente minori non si può non menzionare la poca varietà dei nemici comuni (i boss, di contro, sono fantastici), ma in seconda battuta, quello che davvero fa cascare il proverbiale asino è un utilizzo dei cambi temporali non perfettamente riuscito. Intendiamoci: il gioco sfrutta bene e abbondantemente questa meccanica, ma senza eccellere davvero. Le transazioni tra il passato e il futuro, infatti, avvegono in aree ristrette dei livelli, dando il più delle volte l'impressione che si tratti più di un orpello estetico che di un escamotage per risolvere puzzle ambientali, e questo è forse l'unico punto su cui The Messenger sembra inciampare un po'. Un vero peccato, perché questo limite non gli permette di fare quel piccolissimo passo che fa la differenza fra un bel gioco e uno imprescindibile. Nonostante ciò, ve ne consiglio caldamente l'acquisto perchè trasuda stile, amore e giocabilità da ogni pixel.

Ho giocato a The Messenger tramite un codice per il download su Switch fornito dal distributore. Ci ho giocato prevalentemente in modalità portatile, ma anche sul mio 42 pollici, il titolo di Sabotage Studio fa la sua porca figura. La recensione arriva un po' in ritardo, un po' perchè il codice ci è stato donato in extremis a ridosso dell'uscita, un po' perchè il gioco si è rivelato essere mooooolto più lungo del previsto. The Messenger è disponibile solo tramite download su PC e su Switch.