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The Sojourn, puzzle a go go tra luce e oscurità

Ci sono giochi che sembra di aver già visto. Sarà un certo tipo di design, di colori, di tipologia di gameplay, ma hanno un senso di déjà-vu che non sconfina assolutamente nel plagio, eh, sia chiaro, ma può dare l’impressione di “ma io questo l’ho già visto”. The Sojourn mi ha fatto un po’ questo’effetto, perlomeno all’inizo, e non perché copi spudoratamente qualche altro gioco, anzi, ma il materiale che può essere stato di ispirazione è abbastanza chiaro..

Innanzitutto, partiamo con lo spiegare come funziona, The Sojourn: il gioco degli inglesi Shifting Tides è un puzzle game in prima persona, che ci vede impegnati nella risoluzione di diversi rompicapi in un setting che può passare dal mondo di luce al mondo dell’oscurità, mediante alcuni meccanismi che vediamo tra poco. Già dai primi secondi di questa solitaria avventura (sì, siamo sempre soli, senza alcun NPC presente), veniamo accompagnati da una serie di frasi, che ci istruiscono in maniera particolarmente criptica sul nostro destino, e da luci sferiche che, danzando di fronte a noi, ci mostrano il percorso che dobbiamo seguire.

Questo stratagemma ci obbliga a passare da determinati punti, in modo da poter godere della storia che ci viene proposta: una sorta di arco di vita, dalla nascita in poi. Una volta conclusa questa parte iniziale, che sinceramente mi ha fatto pensare di essere di fronte a un walking simulator, si arriva al vero cuore del gioco, un puzzle game tridimensionale in cui la luce e le tenebre hanno un ruolo determinante.

Prima di addentrarci nella vera essenza del gameplay di The Sojourn, è meglio chiarire come mai l’effetto sia stato quello del già visto. Negli ultimi anni, sono usciti diversi puzzle game in prima persona nei quali il fulcro è risolvere enigmi vari, basati soprattutto sulla fisica e sull’ambiente circostante, e il gioco di Shifting Tides ne ricorda alcuni esteticamente e altri come meccaniche: The Witness per la parte artistica, The Talos Principle e Portal per alcuni enigmi sono tre dei giochi (e che giochi) che mi sono balzati subito in mente, con una spruzzatina di Myst per alcuni interni. Insomma, di sicuro gli sviluppatori hanno ottimi gusti, ma cosa c’è, da fare, in The Sojourn? Fondamentalmente, l’obiettivo e raggiungere la fine del livello. Ovviamente, tra noi e l’uscita ci sono degli ostacoli variegati, che diventano sempre più complessi, come ponti mancanti o distrutti, cancelli bloccati o cespugli di rovi.

Come detto, il gioco è diviso in due dimensioni: una di luce e una di oscurità. Possiamo passare da una dimensione all’altra utilizzando delle fiamme azzurre o, più avanti, tramite delle gemme particolari, chiamate reliquie. Gli ostacoli di cui sopra sono invalicabili solo in uno dei due mondi; nell’altro, per esempio, i ponti esistono e i rovi non ci sono, permettendoci quindi di accedere a zone altrimenti irraggiungibili. Grazie a questa possibilità di viaggiare tra le due dimensioni (Legacy of Kain, quanto ci manchi), è possibile superare i vari ostacoli ambientali e raggiungere la fine del livello. Nella parte iniziale, questa nostra prosecuzione ci porta attraverso vari portali, come se fosse un percorso unico. Più avanti, la progressione diventa verticale, dato che ci troviamo dentro una torre e dobbiamo esplorare le varie porte, che rappresentano ognuna un livello o, anzi, “una sfida”. Man mano che si avanza, si esplorano altri ambienti, tutti molto suggestivi e ispirati.

Quando siamo nella dimensione dell’oscurità, possiamo attivare (anzi: “risvegliare”) determinati meccanismi, come delle statue che ci permettono di teletrasportarci al loro posto. Più avanti, ci vengono in aiuto altre diavolerie, come delle statue che producono una melodia che ripara ponti e strutture per alcuni secondi o dei riflettori che proiettano un fascio di luce oscura, utile ad attivare meccanismi altrimenti troppo distanti. Man mano che l’avventura prosegue, saremo impegnati con portali che se attraversati ci permetteranno di avere i poteri del mondo oscuro senza limiti di tempo (le fiamme ci permettono solo di avere pochi metri a disposizione), o troveremo capsule che possono duplicare le statue in modo da poterci teletrasportare in zone molto più distanti.

The Sojourn non risulta particolarmente ostico per chi apprezza questo genere e anche gli altri troveranno una sfida onesta, sicuramente difficile in alcuni punti ma mai impossibile.

Tecnicamente parlando, The Sojourn è molto grazioso, non ha una grafica spacca mascella ma non è neanche quello il suo obiettivo. L’Unreal Engine 4 è utilizzato bene, per creare scenari che si costruiscono con il nostro passaggio, colori pieni, caldi, e quando si passa nel mondo dell’oscurità, tutto viene ammantato da una tonalità violacea e irregolare. Molto bella la colonna sonora, sempre dolce, mai fuori luogo, con musiche che aiutano a ragionare, a trovare la soluzione con calma e tranquillità senza strafare. Visto che, in alcuni momenti del gioco, le frasi che appaiono ci raccontano una storia anche in maniera non proprio semplicissima da comprendere, e che nel corso dell'avventura possiamo trovare diverse pergamene che ci spiegano alcune massime della vita , il fatto che il gioco abbia tutti i testi in italiano è un bell’aiuto. Capiamoci, quello che conta veramente sono i suggerimenti quando viene presentata una nuova meccanica e lì non ci sono molte difficoltà, anche se i testi fossero in inglese, ma insomma, per il popolo italico, meglio così.

Ogni sfida, una volta raggiunta la sua fine, ci permette di tornare nell’area di quel mondo che fa da hub centrale, ma se vogliamo, possiamo continuare nello stesso livello, cercando appunto di prendere le pergamene citate prima. Se la risoluzione dei rompicapi per finire il livello non è mai veramente complicatissima, prendere le pergamene bonus è sicuramente più difficile, ma queste, oltre a raccontarci parti in più della trama, permettono di accedere a livelli bonus.

The Sojourn è un gioco piacevole, ben fatto, longevo, che non sfocia mai nella frustrazione estrema, tecnicamente valido e con una colonna sonora veramente molto buona. Forse, l’unico vero difetto è che al nostro protagonista non è permesso di velocizzare l’andatura; non dico correre, perché non sarebbe il gioco adatto, ma almeno spostarsi un po’ più velocemente, soprattutto in quei livelli dove è necessario rifare diverse volte il percorso, mentre si impara come risolvere l’enigma, non sarebbe male.

Se si è in astinenza di puzzle game tridimensionali in prima persona, comunque, direi che il gioco di Shifting Tides va tenuto in considerazione  

Ho giocato a The Sojourn su PC tramite Epic Games Store, grazie a un codice per il download gentilmente inviatomi da chi gestisce le PR del gioco. Ho superato le varie sfide bloccandomi per un po’ più di tempo in due o tre livelli ma senza mai invocare i santi o altre divinità. The Sojourn è disponibile solo tramite download su PC, su PlayStation 4 e su Xbox One. Come al solito, se lo acquistate su Epic Games Store usando questo link, una piccola parte di quello che spendete andrà a noi, senza sovrapprezzi per voi.