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VGB - Vecchi Giochi Brutti #15

“Tutti ricordano le vecchie glorie come il non plus ultra del divertimento, ma in pochi hanno il coraggio di criticarle. Forte del suo tasso alcolico e della voglia di farsi male, aleZ riprende in mano i giochi della sua infanzia, e li insulta uno ad uno.”

Episodio 15 – After Burner

Con After Burner, ma anche con altri titoli già apparsi in questa rubrica, ho un malsano rapporto di amore/odio che va avanti da oltre un ventennio, con somma sofferenza di portafogli e sistema nervoso. Amato in sala giochi ai tempi della prima uscita, lo acquistai nell'orrido port per Commodore 64, quindi nell'adattamento per Mega Drive (del cosiddetto seguito) per chiudere in bellezza con la recente versione Climax. Tutte le sante volte, alla esaltazione dei primi cinque minuti fa seguito un lungo periodo di incazzatura causato dal gameplay oltremodo sadico.

Perché, siamo onesti, After Burner fu creato in funzione della giostra/cabinato che ne affiancò il debutto in versione arcade, non certo per ridefinire il settore video game a livello di contenuti. E lo dimostra anche un seguito che è praticamente la copia del primo capitolo con qualche piccolo extra, della serie “spremere il pubblico fino all'ultima goccia”.

Ma non va dimenticato il suo valore storico e il semplice fatto che è stato uno dei simboli degli anni'80 (e primi '90) per il settore coin-op. Celebre il cameo in Terminator 2, nelle scene iniziali all'interno della sala giochi.

Anche Terminator 2 ha avuto il suo momento nerd.

Ispirato chiaramente al filone cinematografico di Top Gun, era e rimane una shooting gallery in finto 3D (o poligoni nella versione più moderna) dove si prega continuamente che qualche missile non abbatta il nostro velivolo. Il divertimento dov'è? Bella domanda: nel coin-op arrivava sicuramente dalla struttura in cui eravamo seduti, ma nelle uscite da casa c'è giusto la curiosità di vedere quanto si resiste prima di finire inesorabilmente schiantati al suolo.

Innegabile che fosse - e sia ancora oggi - spettacolare e frenetico, oppure che come concept vantasse una discreta originalità per i tempi, ma il fatto che abbia pochissimi cloni la dice lunga su quanto l'idea stessa, alla fine, funzioni. Che poi esista una nicchia consistente di fan, come il sottoscritto nei momenti più bui della sua esistenza, non è sinonimo automatico di qualità. Il mondo dei videogame, e il retrogaming in generale, è ormai talmente vasto che a cercare con una grossa torcia si trovano estimatori di qualsiasi cosa.

Tra le qualità di After Burner, oltretutto, ci sono svariate caratteristiche esterne al gioco stesso, come la colonna sonora e relativa animazione dello schermo dei titoli. Chi non ricorda le sfere roteanti dietro al logo? Ai tempi erano un elemento “futuristico” che giocava sulla finta profondità della grafica bitmap messa in prospettiva, soluzione già applicata da Sega ad altri successi come Out Run. La stessa grafica, pensando al periodo, era il top per qualità visiva e presa sull'osservatore, grazie al finto 3D velocissimo e molto fluido.

Ma l'aereo dovevano proprio piazzarlo in mezzo allo schermo?

Però se osserviamo più da vicino la struttura di gioco, se così vogliamo chiamarla, è impossibile non capire che l'intero impianto ludico fosse pensato per macinare crediti e game over, molto più di altri cabinati. L'inquadratura con l'aereo piazzato in mezzo a coprire una buona fetta di scenario, i nemici che attaccano in maniera caotica e imprevedibile e i controlli esageratamente rapidi riescono a confondere anche l'utente più allenato.

Ma il sistema di mira? Capire a cosa puntino le nostre armi è già difficile, colpire proprio quello che si vuole una scommessa. Tant'è che, in quasi tutte le versioni seguiti compresi, si fa molta più strada restando in un angolo dello schermo ad avitare i colpi in arrivo.

La versione C64 aveva una bella cover cartonata

Eppure, nell'assurdo caos dei livelli avanzati spunta una scintilla di genialità che spinge ad andare avanti, tra mille imprecazioni e la consapevolezza di essere diventati una vittima sacrificale – o uno di quei bersagli da Luna Park, stavolta a forma di aereo. Forse è qui, nel piacere masochistico di esplodere tra mille oggetti in movimento, che After Burner ha colpito nel segno. A molti giocatori piace soffrire con un controller in mano: basta che lo facciano nel modo più spettacolare possibile.

Ora scusatemi, devo controllare le aste online per vedere a quanto si trova la versione originale in cabinato, ché ho già fatto spazio in garage.

Fattore Nostalgia: 9

Valore Reale: 5