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Virtua Striker 2, la MVP Yuki Chan e l'unica volta in cui giocai a un videogioco di calcio | Racconti dall'ospizio

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Io e il gioco del calcio siamo due linee parallele, non ci incontreremo mai. Oddio, faccio schifo nelle materie matematiche e forse c’è un qualche tipo di geometria per la quale all’infinito si possono incontrare, o ricordo male? Non sto a controllare, so che non è professionale ma tanto non servirebbe, perché io e il calcio non ci incontreremo mai, nemmeno all’infinito. Qualche tiro l’ho fatto eh, fino al liceo. Poi, finite le ore obbligatorie di educazione fisica, ci siamo salutati e detti addio. In generale, con lo sport ho quel rapporto classico del nerd che non ne è minimamente interessato, sarà che cerco una trama in ogni cosa e, se col pugilato e le faide tra lottatori ancora ancora ci riesco, col calcio, il basket e quant’altro capite che è più difficile. Che poi, il baseball e il basket mi affascinano, almeno da guardare, ecco. Il calcio, sarà che vivo in Italia, dove te lo infilano in gola con l’imbuto da sempre (ma con un odio tipo “Stasera in TV niente film solito, perché c’è la partita, quindi gli altri canali danno solo robaccia o repliche”. Ma cazzo! E internet praticamente non esisteva, quando ero bimbo).

Film, fumetti, cartoni, videogiochi… anche lì, sport praticamente mai. O sono folli tipo il Blitzball di Final Fantasy X o nulla. Per carità, Holly e Benji (Captain Tsubasa) l’ho visto praticamente tutto, ma appunto i giapponesi ci infilano dramma ovunque, quindi si faceva seguire. Mai un gettone speso in sala giochi, mai premuto mezzo tasto anche con le versioni casalinghe dei giochi… Per dire, non ho idea di come possano essere impostati i tasti di un gioco di calcio. Cross? Quando incroci la palla? Tipo che la passi in mezzo a due avversari? Ragazzi, ve lo giuro, non ho idea di un sacco di cose, altro che la battuta vecchia come il mondo e pure sessista della ragazza perfetta che sa spiegarti cosa sia un fuori gioco, ma che cazzo dite?

Una e una sola volta, però, è successo che un gettone per un videogioco di calcio l’ho speso. Era il 2000, forse il 2001, diciamo che oscillavo tra gli undici e i dodici anni. Ed era un pomeriggio all’oratorio del mio paesino, luogo che frequentavo assolutamente non per motivi religiosi ma perché per un ragazzino era praticamente l’unico posto dove andare, in un paese piccolo come il mio, e poi c’era una saletta con bar, TV e una seconda sala con ben tre cabinati. Che a dirlo oggi è il paradiso, praticamente, contando che ogni tot mesi i giochi cambiavano.

Ecco, quell’anno c’era Virtua Striker 2 nella sua ultima incarnazione, la versione 2000 (poi diventata 2000.1 alla sua uscita su Dreamcast). Per anni non avrei saputo dire che gioco fosse, non lo ricordavo, mi è tornato in mente prima di scrivere questo articolo. E parliamo di Virtua Striker, non del gioco semi-sconosciuto giocato da nessuno, per farvi capire davvero quanto poco i giochi di calcio significhino per me. Ma questo un po’ mi attirava. Come mai? Beh, innanziatutto, se si vinceva il torneo con un solo gettone, si affrontava la squadra F.C. SEGA: praticamente si sfidavano gli sviluppatori (e ho letto che era così anche nel primo episodio). Un tocco “nerd” che da ragazzino apprezzai molto, vedendo amici giocarci.

Una squadra con un nome così, in Italia, ha un appeal decisamente diverso rispetto al resto del mondo.

Ma il vero tocco di classe era la squadra di calcio segreta, la MVP Yuki Chan. Un giorno di quell’anno, di quella che credo fosse l’estate, all’oratorio c’era anche un ragazzo mai visto. Era il cugino di un amico, lì per qualche giorno. Non ricordo il nome né il suo aspetto, lo ricordo paciarotto. Era uno che sapeva tutto, di Virtua Striker 2 (e di un sacco di altri giochi), e ci svelò che c’era una squadra sbloccabile con uno strano metodo. Nella selezione delle squadre, bisognava premere il tasto centrale del cabinato (tra i due tasti Start per avviare la partita), evidenziando Yugoslavia, poi USA, poi Korea e poi Italia. Le quattro iniziali delle squadre formano la parola Yuki (“neve” in Giapponese) e infatti, appena fatto ciò, sopra al Giappone appariva una squadra inedita selezionabile. La MVP YukI Chan, appunto.

Follia totale, una serie di stravaganti personaggi ci si palesarono davanti agli occhi. Eschimesi, un orso polare, un fantasma trasparente col cuore in evidenza, una specie di mostro giallo. Tutti con proporzioni totalmente scombinate, rispetto agli altri calciatori, soprattutto il capitano, un pupazzo di neve. O meglio, quello che sembrava un uomo dentro il costume di gomma da pupazzo di neve. Anche il pallone non era più il solito, ma diventava più grosso, di gomma rossa. Io impazzii, perché un elemento così folle e così giapponese, così segreto, aveva acceso in me l’interesse per il gioco. Usando la Yuki Chan e scardinando la serietà del calcio stesso, potevo approcciarmi al titolo SEGA.

Eccola in tutto il suo splendore, la MVP Yuki Chan, tutta a tema neve. O quasi. Tipo, c’è anche… un mariachi.

Quando giorni dopo tornai in oratorio, il paffuto latore di segreti non c’era più ma io portavo con me il segreto della MVP Yuki Chan. A giocare al gioco in quel momento c’era un ragazzo molto più grande, che decisi di sfidare, dicendogli fra l’altro che conoscevo una squadra segreta. Non mi credette ma… quattro squadre, quattro lettere ed ecco che ero pronto a sfidarlo con quella bizzarra accozzaglia di pupazzoni. Non vinsi, facevo schifo, ma durai un po’, anche perché era un vero delirio, con quei personaggi in campo.

Forse iniziò lì la mia era da saputello nerd dei videogiochi che mi ha portato a scrivere queste cose in giro per internet. So solo che utilizzai il trucco della Yuki Chan allo sfinimento, ogni volta che potevo, per farmi bello. Facendola anche scegliere a tanti giocatori, che poi si pentivano della scelta, visto che spesso la palla non si vedeva, coperta da calciatori grossi come il pupazzo di neve. Forse qualcuno mi chiese anche un gettone dei miei, come se lo avessi costretto a scegliere quegli strambi personaggi. Poi Virtua Striker 2 scomparve, sostituito da un altro gioco, e da lì la mia brevissima storia coi giochi di calcio si esaurì. Devo dire che quando oggi sento la gente sognare un ritorno di titoli più arcade, proprio parlando di giochi di calcio, penso sempre alla Yuki Chan e una parte di me spera che torni Virtua Striker, che manca ormai da una quindicina d’anni, solo per vederla nuovamente in campo. E ovviamente sceglierla.

Questo articolo fa parte della Cover Story pallonara, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.