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Voglio lavorare alla Planet Express!

Durante gli anni delle superiori, era ormai un’abitudine quotidiana, una volta arrivato a casa, spaparanzarmi sul divano e guardare I Simpson, che andavano regolarmente in onda su Italia 1. I gialli di Springfield, con la loro ironia e il loro umorismo dissacrante, costituivano il modo migliore per rilassarmi dopo una lunga mattinata. E credevo che nulla avrebbe potuto rivaleggiare con Homer e soci, fino a quando non ho visto Futurama.

Ideata dallo stesso papà de I Simpson, Matt Groening, la prima puntata di Futurama venne trasmessa in Italia il 6 gennaio del 2000, ben ventitré anni fa, sempre su Italia 1, che aveva trasmesso subito dopo anche la prima di South Park. Se quest’ultima, a causa di scurrilità e volgarità varie, non poteva avere certo vita facile sulle reti in chiaro, tutt’altra sorte ebbe Futurama, che per molto tempo venne trasmessa regolarmente di pomeriggio insieme al “fratello maggiore”.

Philip J. Fry, un fattorino, si trova costretto a effettuare la consegna di una pizza durante la sera di Capodanno del 1999, finendo per sbaglio imprigionato in una capsula criogenica che lo avrebbe conservato in stato di ibernazione per mille anni, risvegliandosi quindi nel 2999, in un futuro decisamente strano. Una volta fatta la conoscenza dell’aliena monocola Turanga Leela e del robot Bender Rodriguez, che diventerà il suo migliore amico, Fry trova ospitalità presso un suo pronipote, il professor Hubert Farnsworth, ottuagenario professore di fisica che finanzia la sua ricerca tramite l’attività di famiglia, la ditta di consegne Planet Express, di cui i tre entreranno a far parte, anche se Fry dovrà accontentarsi di riprendere il suo ruolo di semplice fattorino.

Da quel momento, gli impiegati della Planet Express diventano una sorta di grande famiglia allargata, e ciascun personaggio, ognuno con le sue peculiarità, mescolato con gli altri forma un mix folle e irresistibile: Fry è il prototipo del perdente medio, ma ha un cuore d’oro. Bender è un robot alcolista, cleptomane e amante della “robopornografia” (ma ha anche dei difetti). Leela è forte e indipendente. Amy, assistente dell’eccentrico vegliardo professore, è una ragazza dolce ma superficiale. Completano il cast il metodico e precisino burocrate Hermes Conrad e il folle Dr. Zoidberg.

Nonostante in prima battuta potesse sembrare poco più di una nuova versione de I Simpson, Futurama, puntata dopo puntata, finì con l’acquisire una personalità tutta sua. Fermo restando che le due serie avevano in comune una vena ironica e umoristica non convenzionale e sopra le righe, Futurama si differenziava da I Simpson in alcune cose. Prima di tutto, l’ambientazione. Il futuro di Futurama vede una forte connotazione tecnologia, fra cabine suicidio, macchine volanti, trasporto urbano tramite tubi di vetro e tante altre cose incredibili. Un futuro in cui umani, alieni e robot convivono più o meno serenamente fra di loro. Se ne I Simpson la gialla famiglia di Springfield era sempre al centro dell’attenzione e i personaggi secondari ruotavano intorno alle loro vicende, in Futurama non è raro trovare degli episodi incentrati su personaggi secondari come Hermes e il Dr. Zoidberg. Futurama cercava, a modo suo, di raccontare un possibile futuro attraverso gli occhi del presente, e a volte del passato.  Nonostante nella maggior parte degli episodi si ridesse di gusto, spesso nella serie venivano affrontati temi delicati come la diversità (i mutanti costretti a vivere nelle fogne) e la fede (Bender che diventa Dio di una popolazione lillipuziana). Futurama era e rimane, soprattutto, una serie di cuore e sentimenti. Mi sento di citare in particolare tre episodi: Il Quadrifoglio vede Fry, colpito da sfortuna cronica, andare alla ricerca del suo vecchio amuleto, un quadrifoglio a sette petali, rubatogli anni prima dal fratello Yancy. Fry perdonerà il fratello quando scoprirà che quest’ultimo ha dato a suo figlio lo stesso nome dello zio, regalandogli il portafortuna. In Miele Amaro, Fry si sacrifica per salvare Leela dal pungiglione di un’ape spaziale. Leela crede che Fry sia ancora vivo perché le appare in sogno; si scoprirà poi che Leela è finita in coma dopo la puntura dell’ape, e Fry non ha mai smesso di vegliarla. La monocola capirà così (finalmente) di amarlo. In uno dei più celebri e commuoventi episodi della serie, Cuore di Cane, Fry tenta di riportare in vita Seymour, il suo vecchio cane, rinunciando poi a farlo perché sicuro che dopo tanto tempo non lo avrebbe riconosciuto. Invece Seymour non lo ha mai dimenticato, continuando ad aspettarlo fuori da Panucci’s Pizza ogni giorno, sperando di vederlo tornare. Fino al giorno della sua morte. E sì, Futurama è anche una serie sull’amore. Fry s’innamora della sua “capitana” Leela, ma non è ricambiato. Ma l’amore che Fry prova per Leela è testardo, ostinato, e soprattutto autentico: sarebbe disposto a tutto pur di far breccia nel cuore della collega, che non lo vede come un possibile partner. Ma alla fine la perseveranza paga, perché Fry riuscirà a conquistare Leela dopo gli eventi sopra citati dell’episodio Miele Amaro.

Un’altra delle caratteristiche vincenti dell’opera di Matt Groening sono i continui riferimenti alla cultura pop: per chi conosce l’argomento, non è difficile trovare lungo il corso di tutte le stagioni riferimenti a Star Trek, Ai Confini della Realtà, La Fabbrica di Cioccolato, Ritorno al Futuro, Titanic, Il Pianeta delle Scimmie, Terminator e tanti altri, fra cui anche citazioni videoludiche di Pac-Man e Space Invaders. Essendo, di base, una serie a forte connotazione fantascientifica, sono stati numerosi i viaggi dei nostri eroi su altri pianeti: ad esempio su Vergon 6 nell’episodio L’amore perduto nello spazio, in cui Leela adotterà il vorace Mordicchio. Chapek 9, pianeta abitato da soli robot in cui gli umani sono dei fuorilegge, in Paura del pianeta robot. Trisol, abitato da alieni liquidi di cui Fry diventerà temporaneamente l’imperatore nell’episodio I miei tre soli. Marte, con Fry che tornerà per un breve lasso di tempo al college in Università Marziana, e molti altri.

Futurama è stata senz’ombra di dubbio una delle serie cult dei primi anni Duemila, anche se la vita per la creatura di Matt Groening è stata piuttosto travagliata: cancellata nel 2004 al termine della quarta stagione, è stata poi rilanciata nel 2007 con quattro film per il mercato Home Video che ne hanno rappresentato la quinta stagione. Altre due stagioni composte da ventisei episodi ciascuno sono state prodotte fra il 2010 e il 2013 (non è mancato un crossover con I Simpson, in cui Bender viaggiava indietro nel tempo per uccidere Homer nell’episodio Simpsonrama) e quest’anno potremo finalmente vedere, a dieci anni di distanza, una nuova serie di episodi sulla piattaforma Hulu, anche se ancora non è dato sapere quando, perlomeno in Italia.

Sì, Futurama è uno di quei prodotti televisivi che ho nel cuore, sia per via dell’onnipresente effetto nostalgia, sia per il fatto che personaggi come Bender e Fry sono talmente scritti bene e così ben caratterizzati che meritano di essere riportati in scena (come presto sarà, fortunatamente). Sono arrivato persino ad acquistare il – pessimo, purtroppo – tie in per PlayStation 2, nonostante all’epoca non avessi trovato nemmeno mezza recensione che ne parlasse bene (in questo caso la celebre frase di Fry “Shut up and Take My Money” è stata quanto mai azzeccata). Ho sempre avuto una particolare simpatia per Fry (molto più che per Bender, il personaggio sicuramente più amato da parte della fanbase) e non nego di essere stato felice per lui quando, dopo tutti gli sforzi fatti, è riuscito a coronare l’amore per Leela. Alla fine, anche se nella finzione, il bravo ragazzo dal cuore d’oro ha vinto sul palestrato di turno. “Che fissa!”

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata allo spazio, che trovate riassunta a questo indirizzo.