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Il pesce rosso ricorda Xbox 360: Rockstar Games Presents Table Tennis

Oggi, il mondo videoludico celebra (?) i dieci anni dal lancio di Xbox 360 con articoli (e altro) scritti a cinquanta mani, in cui si ricorda la rava e la fava di quella console memorabile. Siccome qui le mani sono impegnate altrove e comunque ci siamo svegliati fin troppo tardi, ma soprattutto siamo dei grandissimi cazzari, per celebrare l’occasione ho riesumato l’idea che ho avuto due anni fa, quando con questo pezzo ho scimmiottato la rubrica più bella di internet, La memoria del pesce rosso de i 400 Calci, in cui si parla di una roba vista anni prima basandosi solo sui ricordi e senza controllare i dettagli su internet. Inutile dire che l’assurdo della questione aumenta se mettete a scrivere uno come me, con una memoria prossima allo zero… tanto che ero convintissimo che Rockstar Games Presents Table Tennis, ovvero il gioco di cui cercherò di parlarvi oggi, fosse un gioco di lancio uscito assieme alla console in quel lontano 2 dicembre 2005. Invece, contravvenendo subito alla regola principale della rubrica, ho scoperto che Rockstar Games Presents Table Tennis è uscito nel maggio 2006. Bene così.

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La premessa: Io me li immagino, quelli di Rockstar. Gente a cui non frega un cazzo di niente, i più fregni dell’industry, reduci da quella roba talmente grossa dall’essere ai limiti dell’ingiocabile che era Grand Theft Auto: San Andreas (era quello? Non ho controllato su internet), che si riuniscono intorno a un tavolo e si dicono: “Oh, e quindi, le nuove console. Più potenti. Più grafica. Dobbiamo creare qualcosa che ci faccia prendere le misure con il nuovo hardware. Qualcosa di grosso, con un’epica leggendaria in grado di dare una svolta a questa generazione di console, da subito. Come dite? Un gioco di ping pong? In esclusiva? Apposto”.

Da fuori, senza saperne niente, Rockstar Games Presents Table Tennis è un gioco praticamente inqualificabile e senza senso. Ancora mi chiedo cosa abbia spinto Rockstar a concentrare tempo e risorse su un videogioco di tennis tavolo, senza licenza e senza nessuna motivazione apparente, giusto perché non sapevano come occupare i pomeriggi. Probabilmente, durante una nottata di bagordi e B(r)acardi, Microsoft aveva strappato loro la promessa di un’esclusiva entro il primo anno di Xbox 360, pensando di ricevere in cambio un qualsiasi GTA, e invece “tieni la racchetta, le palle con cui giocare ce le hai già”. Col senno di poi, comunque, è facile trovare della lungimiranza nel lavoro di Rockstar, che si è buttata da subito sul devkit della console più facile da programmare (e con la migliore resa grafica) e ha lavorato alla grande sui modelli poligonali e sugli effetti grafici, prendendo le misure al tutto. Certo, rimane la scelta del tennis tavolo, ma continuo a pensare che ci sia stato del trolling forte nei confronti di qualcuno. O magari una scommessa persa, vai a sapere.

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Il plot: Un ex militare slavo sbarca negli Stati Uniti attratto dalla promessa del sogno americano e dalle continue insistenze di suo cugino Roman, un cazzaro tassinaro che vive una vita mediocre e a cui serviva un nuovo tassista da schiavizzare. Da lì comincia una spirale di violenza che culminerà in un bivio narrativo comunque insoddisfacente. Ah, no, scusate, quello è venuto dopo.

La verità è che Rockstar Games Presents Table Tennis non aveva una trama vera e propria, se non il classico torneone a eliminazione in cui tu prendevi il tuo bel tennista da tavolo per battere i tuoi avversari, uno dopo l’altro, per arrivare alla fine e (forse) sbloccarne altri, tipo Mortal Kombat. Anzi, no, forse sbloccavi solo i vestitini per i tennisti da tavolo, ché di roba, in Rockstar Games Presents Table Tennis, praticamente non ce n’era. Star Wars Battlefront prima di Star Wars Battlefront. Si vede che dovevano ancora inventarsi i DLC.

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Dettagli cruciali:

-Il gioco era di una bellezza abbacinante. Sarà che renderizzava davvero quattro cose e gli ambienti erano comunque vuoti (non c’era mai un pubblico, anche se si sentivano i commentini alla fine degli scambi… o forse ricordo male), ma i volti e l’illuminazione di Rockstar Games Presents Table Tennis erano pazzeschi, una di quelle robe che ti facevano sentire il bisogno di comprare una TV HD e attaccartici tipo The Ring. I menu avevano uno stile pop che era roba da leccare lo schermo.

-Le facce dei tennisti erano tutte mediamente giganti, probabilmente per la stessa linea di pensiero che ti spinge, da bambino, a tenerti più spazio per inserire più dettagli nei disegni, quando in realtà la bellezza sta tutta nella misura e nella simmetria. O, forse, le facce dei tennisti erano tutte mediamente giganti perché, per la stessa linea di pensiero che ti spinge da bambino, in Rockstar non erano ancora abbastanza maturi per comprendere l’importanza delle proporzioni. Ad ogni modo, i tennisti da tavolo erano fatti benissimo ma erano tutti mediamente brutti, per un motivo o per l’altro.

-È stato forse il primo videogioco con il sudore. Il sudore vero, quello che ti fermi a guardare i volti per contare le goccioline e meravigliarti della magia dell’alta definizione. E poi, i vestiti zuppi alla fine del match. Col senno di poi, se nei GTA abbiamo avuto i protagonisti pezzati dopo la corsa/attività sportiva, lo dobbiamo soprattutto a Table Tennis.

-A proposito di GTA, Rockstar Games Presents Table Tennis è la dimostrazione che il paragrafo “e comunque Rockstar è talmente brava che potrebbe campare con i giochi sportivi se solo espandesse tutti i minigiochi presenti” che leggiamo in ogni singola recensione dei vari GTA è una verità fin troppo sottovalutata. Rockstar Games Presents Table Tennis è un gioco di tennis tavolo pazzesco, immediato ma difficilissimo, divertente ma anche al limite del frustrante, con una miscela pazzesca di arcade (poco) e simulativo (molto) che lo rende coinvolgente come pochi altri sportivi sanno essere.

-Quando gli scambi cominciavano a farsi serrati e numerosi, scattava il momento droga. Una sorta di occhio di bue dai contorni psichedelici si accendeva sul tavolo, i movimenti dei due tennisti da tavolo venivano amplificati ed enfatizzati da una sorta di bullet time che rendeva tutto più galvanizzante e opprimente, e il terrore di morire (AKA sbagliare risposta e vanificare una cinquantina di scambi al limite della poesia) ti coglieva come neanche un trip di LSD preso male.

-C’era una voce, che chiamava il giocatore di battuta, assolutamente meravigliosa. Bassa, impostatissima, una roba che mi è rimasta impressa nonostante fosse totalmente marginale.

-C’era una modalità online. Per come andavano le linee in quel periodo, non mi ricordo di esserne rimasto molto entusiasta, ma non saprei dire quanto demerito ci fosse nel netcode e quanto nelle infrastrutture italiane del 2006.

-Il cast di personaggi era a prova di social justice warriors. C’era poco, in Rockstar Games Presents Table Tennis, ma c’era tutto quello serviva: diversi personaggi femminili, personaggi di diverse etnie e diverse stazze (con diverse caratteristiche), l’inevitabile cinese fortissimo e Jesper, il cazzaro del nord, con il mento a punta e la vaga somiglianza con Evgenij Kafel’nikov.

-Ora, fino a qualche giorno fa, ero convinto che Jesper si chimasse veramente Kafel’nikov, ed ero convinto che la voce impostatissima che chiama i servizi dicesse “Kafel’nikov to serve”. Forse lo diceva l’amico tossico con cui giocavo sempre a Table Tennis, ma tant’è.

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Gioco con cui viene confuso più facilmente: Pong HD Remaster. O un qualsiasi minigioco di un qualsiasi GTA, nonostante in nessun GTA ci sia stato un minigioco sul tennis tavolo.

Opinione esemplare dell’utente tipo trovata su Metacritic: “For once, a game by Rockstar Games doesn't feature hookers, grandmas, and policemen getting murdered. And it's an okay game”.

Segni che è stato giocato nel 2006: Quel mio amico tossico ormai lo vedo una volta all’anno. E ormai è diventato calvo. Comunque, anche il sito ufficiale del gioco è rimasto fossilizzato a quell'epoca, così vicina così lontana.

Titolo più fico dato al gioco sui mercati non ispanofoni: Rockstar Games Präsentiert Tischtennis, che ha quella marzialità che solo i crucchi possono imprimere a un innocente titolo di ping pong. Menzione d'onore per la Francia, in cui il gioco si intitola solo Table Tennis: detto così non fa ridere, ma voi immaginatevi un francese che dice Tàble Tenìs. Ve lo avevo detto.

Lo rigiocheresti? Sì. Mi chiedo perché non sia stato ancora portato sulle nuove console, considerando pure che è rimasto esclusiva 360 per un anno e poi si è fatto vedere solo su Wii, con un port pensato probabilmente per enfatizzare il controllo scadente del Wiimote. Però, anche qui, Rockstar ha potuto trollare tutti dicendo che aveva un suo gioco su una console Nintendo. Geni assoluti.

Evgenij Kafel'nikov, circa 2006.

Box-Quote suggerita:

“Kafel'nikov to serve.”

“Il miglior gioco di lancio di Xbox 360.”