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Ragazzi, ballare con gli Yokai su Wii U è un casino

Non so se ci abbiate mai pensato ma la preservazione dei videogiochi è veramente un casino. Pensate al caso PlayStation 3: non molto tempo fa, Sony avrebbe voluto chiudere il PlayStation Store su PS3, PSP e PS Vita. Moltissimi giochi sarebbero scomparsi dal commercio e, se fosse stato per le software house che hanno creato quei giochi, sarebbero stati cancellati per sempre. Ho sempre pensato che la pirateria avrebbe potuto metterci una grossa pezza: dumpare e conservare giochi digitali è decisamente più semplice che farlo con i giochi su supporto fisico, specialmente per la facilità di reperimento.

Dumpare e rimuovere le protezioni di un gioco sugli store digitali è relativamente più semplice, perché già il file è in digitale e non si deve reperire la cosa fisica da rendere digitale. Tuttavia, però, l’ingente peso dei giochi moderni sarà un grosso problema per la preservazione digitale del futuro: i giga pesano e i siti di hosting, giustamente, fanno pagare i giga di storage per i dati. In futuro, penso proprio che qualche gioco, molto oscuro e magari pure brutto, verrà dimenticato e cancellato dalla memoria di tutti, togliendoci il gusto di riscoprire dei giochi con un gameplay pessimo e bizzarro.

I menu del gioco, così come la presentazione, sono molto carini. Il problema è che ci sono solo sei o sette canzoni.

Al di là del futuro, ché magari qualcuno una soluzione prima o poi la trova, quanti sono i giochi che ci siamo persi per strada che sono disponibili soltanto in copia fisica? Di certo non posso dare un numero preciso ma oltre a svariati bootleg arcade, in futuro potrebbero esserci problemi anche per alcuni giochi su console moderne, ad esempio Wii U.

Un paio di settimane fa, in live, feci una scommessa “ Se parte un hype train, ballo in diretta con Just Dance Special Edition Yokai Watch”. Questa particolare edizione del celebre titolo danzereccio di Ubisoft la comprai in Giappone più per pura curiosità che per altro: la pagai 400 yen circa, quasi due euro e 50, e non potevo lasciare lì un titolo che non avevo mai visto, così assurdo e poco costoso.

Che poi, insomma, lo sapete che io c’ho il fetish per i giochi brutti.

Il problema è che non avevo messo in conto che Wii U fosse region locked: non lo ricordavo né al momento dell’acquisto, né tantomeno quando ho fatto la scommessa con gli amici.

Visto che la mia Wii U non è proprio al 100% originale, mi sono detto che, in qualche modo, avrei fatto.
Non sapevo in quale odissea mi sarei imbattuto per far funzionare il gioco. Ho iniziato a provare con gli homebrew che illudono Wii U di far star partire un disco del proprio region code ma niente, non funzionavano. A quel punto, mi sono detto che qualche file lo avrei potuto trovare online, installarlo e giocare serenamente senza passare dal lettore DVD.

Ho scandagliato tutti gli angoli del web, fino ad arrivare alle pagine più losche del deep web, ma non c’era traccia di un dump di Just Dance Special Edition Yokai Watch. Ho trovato un file su un social network molto conosciuto, che ha risultato non funzionare.

Ero nel panico.

Internet, e Nintendo stavano per sconfiggere la mia follia e la mia fissa per la preservazione digitale. Dopotutto, tra le mie ricerche, ho scoperto che è uno dei pochi giochi usciti soltanto per il mercato retail giapponese: mi stavo letteralmente rassegnando al fatto che non ci si potesse giocare, perché nessuno sarebbe stato interessato a comprare il gioco danzereccio di Yokai Watch.

Poi, l’illuminazione: io quel gioco ce l’ho. Non ho bisogno di cercare file su internet. Il disco era lì, potevo dumparlo io.

E così ho fatto: ho estratto i file di gioco dal disco grazie a un homebrew per Wii U e ne ho tirato fuori un file installabile come gioco scaricabile da eShop.

Ovviamente, non posso lasciarvi in alcun modo il file estratto, sarebbe favorire la pirateria di un gioco ancora in commercio di una console che non viene prodotta da relativamente poco tempo, però la domanda sorge spontanea: se non lo avessi fatto io, qualcuno lo avrebbe fatto? Quanti altri giochi only retail non sono mai stati dumpati? E di quanti giochi ignoriamo l’esistenza perché nessuno si è preso la briga di metterli online? Quanto sarà lacunosa la nostra memoria del videogame, in futuro?

Non ho le risposte, ma spero che gli esseri umani cercheranno sempre di fare il meglio possibile per preservare le loro creazioni, che esse siano videogiochi e fruibili in digitale, opere architettoniche, quadri o sculture.