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Zheros, Dr. Vendetta e un sacco di mazzate

Videoludicamente parlando, posso dire di essere abbastanza vecchio. Quell'abbastanza significa che giocavo a Pac-Man in piedi su uno sgabello nel 1980, e che con l'andare del tempo ho passato un numero considerevole (spropositato) di ore a pigiare i tastoni multicolore sui cabinati dell'epoca. Tra i miei generi preferiti c'erano sicuramente i picchiaduro a scorrimento: Double Dragon, Final Fight, Golden Axe, non ne mancavo quasi nessuno. Insomma, ci si divertiva a menare le mani virtualmente. Zheros, titolo d'esordio del team siciliano Rimlight Studios, è chiaramente un omaggio a quel tipo di videogioco, in cui la materia grigia non è lo skill principale da mettere in campo ma sono richieste velocità, coordinazione e tanta perseveranza. Zheros è infatti un beat'em up a scorrimento in cui il giocatore, controllando uno dei due personaggi disponibili, deve combattere contro tutti i cattivoni capitanati dal Dr.Vendetta, che gli si presentano di fronte, seguendo un po' il canovaccio classico di questo genere. I livelli sono divisi in mini aree dove il giocatore, per poter proseguire, deve necessariamente eliminare tutti i nemici presenti. Solo a quel punto i muri (quasi) invisibili che fermano il procedere del nostro avatar si dissolvono e noi possiamo continuare la nostra missione fino al termine del livello.

Bisogna fare attenzione anche alle piattaforme elettrificate.

Anche se tecnicamente siamo di fronte ad un gioco con grafica in 3D, i livelli si snodano in ambienti molto stretti, dove non è praticamente possibile deviare dal percorso indicato. I paragoni con i vecchi classici del genere, per l'appunto Streets of Rage o Golden Axe, non sono così campati per aria: come capitava in quei giochi storici, il nostro personaggio può muoversi solamente nella piccola sezione di percorso che il gioco ha previsto per lui.

I due personaggi utilizzabili sono ben caratterizzati, anche se poi, dal punto di vista pratico, la loro efficacia non è così differente:  Mike è il tipico eroe mascellone tutto muscoli con le gambettine, Captan Dorian è la combattente tutta d'un pezzo che richiama la tostissima Tamora Jean Calhoun di Ralph Spaccattutto. Se i personaggi principali sono ben delineati e azzeccati, purtroppo non si può dire lo stesso delle loro capacità. Entrambi hanno praticamente lo stesso set di mosse, possono utilizzare una pistola come attacco da lontano e uno scudo, che si attiva premendo il grilletto di sinistra, per difendersi. Una piacevole aggiunta sono gli esoscheletri, che si trovano vagando per i livelli e che possono essere utilizzati per aumentare, temporaneamente, il livello di distruzione. I nemici sono piuttosto anonimi e, anche nell'ambito di un citazionismo dei picchiaduro anni Ottanta, risultano veramente numerosi ma troppo monotoni da eliminare.

Il fatto è che se in Final Fight (1989) era normale combattere contro decine di nemici tutti uguali (e comunque uguali uguali non erano), nel 2016 una situazione simile può essere difficile da accettare, almeno per la massa. Però qui veniamo al punto cruciale del gioco: Zheros non è per tutti. Sempre creando un parallelismo con i coin-op del passato, il gioco di Rimlight Studios è parecchio impegnativo, sia perché in molte sezioni ci ritroviamo a combattere con numero spropositato di nemici, sia perché, in caso di morte, si riparte quasi sempre dall'inizio del livello. E sono cose che, messe insieme, rendono abbastanza frustrante la progressione. Purtroppo, a mio avviso, il problema più grande di Zheros sta nella non precisissima risposta ai comandi da parte del gioco, che ci porta a fare una parata, sicuri di azzeccare il momento giusto per poi contrattaccare, e subire in pieno il colpo nemico, con la parata che arriva subito dopo. Una cosa del genere, in un gioco basato prettamente sul combattimento, è oggettivamente un problema. È presente anche una piccola gestione delle abilità del personaggio. A ogni livello completato superando un determinato punteggio, è possibile spendere dei punti su una delle tre abilità disponibili.

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È chiaro che Zheros è un gioco a budget ridotto, ma nonostante questo, sul piano visivo, non è particolarmente povero. Purtroppo, le ambientazioni soffrono di una certa ripetitività e questo, unito all'alta difficoltà, non invoglia molto il giocatore a scoprire cosa si nasconda nel livello successivo.

Tirando le somme, pur non essendo un brutto gioco, il lavoro di Rimlight Studios non riesce ad essere particolarmente valido, a causa di una difficoltà sbilanciata verso l'alto e di una monotonia di fondo persistente. È chiaro, però, che il team ha delle buone potenzialità, che potrebbero trovare situazioni più felici con un budget superiore a disposizione.

Ho giocato a Zheros su PC grazie ad un codice Steam gentilmente inviatoci dagli sviluppatori. Ho passato circa quattro ore in compagnia di Captan Dorian, provando qualche livello anche con Mike. Ho giocato utilizzando il joypad di Xbox 360, constatando che non è contemplato l'uso della croce direzionale neanche nei menù. Il gioco è completamente in inglese, ma non è affatto un problema anche per chi non lo mastica, dato che non ci sono particolari momenti in cui è necessario aver a che fare con la lingua d'Albione.