RIVE → MACELLO
La storia probabilmente la sapete già, ma per sicurezza, e per scrivere la solita introduzione banale, ve la ripeto: RIVE sarà l’ultimo gioco sviluppato da Two Tribes, uno studio olandese in attività da ormai quindici anni e il cui principale lascito rimane probabilmente la bella serie di puzzle game Toki Tori. A seguito dei guai finanziari capitati loro nel 2014 per l’insuccesso di Toki Tori 2, i simpatici ragazzi olandesi hanno deciso che si erano rotti le palle di lavorare solo su generi ritenuti “a botta sicura” e volevano provare a fare qualcosa di più simile alle loro passioni di una volta, quando qui era tutta campagna e i treni arrivavano in orario. Anche perché, oh, se oltretutto quando pubblichi un gioco “sicuro” ti va malissimo e rischi la bancarotta…
Ma, già che c’erano, hanno anche deciso che si erano proprio rotti le palle di lavorare nel mondo dei videogiochi, che erano troppo vecchi per queste stronzate e che ormai bisogna lasciare spazio ai giovani. Scatta quindi la decisione di chiudere in grande, sviluppando un gioco che racchiuda il loro amore per le meccaniche e i cliché del gaming classico, un piccolo sparatutto/platform bidimensionale figlio della passione, in cui strizzare per l’ultima volta tutta la voglia e la carica di chi sa di non avere niente da perdere. Due anni dopo, RIVE sta per arrivare sui negozi digitali PC e PlayStation 4, con una data di uscita fissata al 13 settembre (e le versioni per le altre piattaforme in arrivo più avanti), e io mi sono spupazzato una versione di anteprima che includeva più o meno la prima metà del gioco. L’ho fatto un po’ in ritardo, perché l’hanno smazzata in giro mentre ero in ferie, ma, ehi, che ci posso fare? Quel che conta è che mi sono divertito come uno scemo.
In RIVE si controlla una navetta capace di muoversi con agilità, sicumera e cazzutaggine un po' in tutti i contesti, dallo spazio profondo agli abissi marini, passeggiando fra superfici metalliche e infilandosi nelle tubature. Il sistema di controllo è semplice e diretto: gli analogici per muoversi e sparare, un grilletto per "saltare" sfruttando i motori del mezzo, un grilletto per scatenare una fra le quattro armi secondarie, selezionabili tramite i tasti frontali, e un dorsale per attivare la modalità hacking, tramite cui prendere il controllo di porte, torrette semoventi, droidi riparatori e chissà che altro. Aggiungiamoci un semplice sistema di progressione, che permette di spendere la valuta recuperata seminando distruzione per ottenere armi secondarie e potenziamenti, e abbiamo detto più o meno tutto quel che c'è da dire sul sistema di gioco.
Anche perché in teoria RIVE sarebbe pure un mezzo metroidvania, dato che è ambientato in un grosso mondo di gioco nel quale ci si muove avanti e indietro, esplorando le varie zone e sfruttando un sistema di portali per tornare spesso sui propri passi, ma è una struttura più di facciata che altro. L'avanzamento è infatti assolutamente lineare, c'è sempre una sola vera strada da seguire e sono le decisioni dettate dal protagonista (attraverso un doppiaggio molto accattivante) a guidarci di qua e di là. Non che sia un problema, perché il punto, in RIVE, è il MACELLO.
Ai comandi della simpatica astronavina, accompagnati dai commenti sarcastici del pilota e dai buffi interventi di un droide che ogni tanto salta fuori a farsi maltrattare, si passaggia sereni fra un momento di MACELLO e l'altro. Quando non c'è il MACELLO, tipicamente, ci sono fiumi di lava o altri simpatici ostacoli mortali da schivare, piccoli lampi di esplorazione o addirittura quasi accenni di semplici puzzle, ma sono solo lievi distrazioni, attimi fugaci, apostrofi rosa fra la calma e il MACELLO. E, fra l'altro, ogni tanto pure loro si trasformano in MACELLO.
E il MACELLO? Eh, il MACELLO. Orde, sciami, branchi di nemici robotici che ti si scaraventano addosso come se fossi un bel panino alla porchetta o distribuissi arrosticini dal finestrino dell'astronave. Quando scatta il MACELLO, RIVE diventa un turbinio di nemici da abbattere, schivare, saltare, FARE A PEZZI. Ed è uno spacco. Avranno anche trascorso la loro carriera sviluppando puzzle game e casualate, ma in quanto a design dei livelli, gestione del MACELLO e creazione di situazioni spettacolari, coinvolgenti, toste e punitive ma mai ingiuste, questi vecchi ragazzi di Two Tribes non sembrano avere molto da farsi insegnare. Giocando a RIVE muori un sacco, ti gasi quando riesci ad eseguire quella manovra spettacolare a base di doppio salto carpiato per schivare cento missili mentre esegui un hack e infili una bomba dove non batte il sole al boss [respiro] e, insomma, ti diverti un sacco. Tu, tu ipotetico che fra un paio di settimane giocherai a RIVE su PC e PS4, successivamente su un po' tutte le piattaforme che contano. Tu: ti divertirai. Fidati.