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Sorcery: il mago Sony ha la bacchetta spuntata

Disquisire su quanto e come la periferica Move abbia attecchito sul mercato videoludico sarebbe ridondante. Non c'è stato alcun guizzo degno di nota, ecco: ci limiteremo a dire questo. E anche Sorcery, pur avendo del potenziale, non fa nulla oltre il minimo indispensabile per sfruttare il controller di movimento Sony. A metà strada tra La spada nella roccia ed Harry Potter, le atmosfere Disneiane che dipingono Sorcery sono sicuramente un elemento distintivo dell'intera produzione, collocandolo tra quei titoli che sembrano per bambini ma hanno molto da donare anche ai grandi. Le tavole da fumetto animate, di un gradevole color seppia, ci narrano i punti focali del gioco, sancendone definitivamente lo status di fiaba.

Pur non andando oltre il maghetto maldestro e curioso accompagnato da una gatta parlante, l'incipit è un mero pretesto per indottrinarvi all'uso della bacchetta magica. Certo, la storia è sempre pronta a sgomitare per ricordarvi che siete all'interno di una meravigliosa favola, ma alla fine non c'è nulla che rimanga scolpito nella mente. Oltre a consigliare vivamente l'uso di un Navigation Controller in luogo del normale joypad, l'altro avvertimento è di non scoraggiarsi di fronte ad un sistema di controllo ostico ed esigente. Fin dalle prime battute, armati della vostra bacchetta e di un generico colpo magico, potreste rimanere indispettiti di fronte alla difficoltà nel lanciare dei normali colpi. La mappatura dei controlli è precisa, forse fin troppo, ed è proprio questa mancata indulgenza a rendere Sorcery rigido ed ingessato, incapace, almeno inizialmente, di divertirvi in maniera genuina, come la natura del gioco suggerirebbe.

Il punto è molto semplice: tutti i movimenti da compiere non devono essere ampi ma netti. Lanciare una sfera magica significa muovere il Move dall'alto verso il basso, però deve trattarsi di una vera e propria sferzata, pena l'inefficacia dell'incantesimo. Se verrete a patti con questa scelta, le varie magie non saranno più un problema. In avanti, verso l'alto, ai lati: i vostri colpi partiranno senza problemi, almeno fino al collasso del braccio. Senza scherzare: Sorcery è veramente faticoso, e questo è un limite reale, visto che durante l'intero gioco non dovrete far altro che sfruttare le vostre arti magiche. Un sistema più elastico avrebbe garantito una maggiore giocabilità e una minor fatica, senza il rischio di lanciare magie per sbaglio (forse il cruccio degli sviluppatori in fase di testing). Per quanto non eccessivamente lunga - il ventaglio va dalle sei alle otto ore - la campagna di Sorcery si sforza, con innegabile costanza, nel proporre situazioni sempre nuove, ora sotto forma di magie, ora davanti a semplici enigmi.

Ma il fattore più importante è sicuramente l'interazione tra gli incantesimi. Tracciate una linea orizzontale e creerete un muro di fuoco. Lanciate una saetta magica attraverso le fiamme e diventerà una sfera infuocata. Allo stesso modo potrete generare un tornado, ed eseguire su di esso una magia del fulmine, per veder guizzare lampi per tutto lo schermo. Benché le combinazioni siano tutte suggerite dall'estenuante tutorial, la soddisfazione che ne consegue è sempre buona. Peccato che il ritmo sia un po' monocorde, con bei momenti limitati alla scoperta di una magia o allo scontro con un boss. Un tiepido backtracking ci consente di esplorare piccole aree alla ricerca di bonus inizialmente irraggiungibili, ma tutto in maniera limitata. L'intera avventura si snoda senza picchi di divertimento, probabilmente perché non dona mai al giocatore la piena consapevolezza delle proprie arti.

Il tenore fiabesco di Sorcery, tuttavia, resta comunque in piedi, grazie anche al lato tecnico. Mentre il character design spazia dall'anonimo (il protagonista) al gradevole (le cutscene ed alcuni paesaggi), l'aspetto generale rimane sempre godibilmente in bilico tra Pixar e Dreamworks, pur senza sfiorarne le punte qualitative. La scelta dei colori è ottima, la rappresentazione del mondo è attenta e meticolosa, le animazioni sono curate e spesso simpatiche: basti vedere i maiali trasformati in pecore perché vi sfugga un sorriso. La magia, e perdonate il banale gioco di parole, è rotta dall'incostanza del frame-rate, che nei momenti più concitati scende spesso sotto i 30 FPS. Senza contare la monotonia del monster design, che ripropone ad libitum orde di nemici sempre uguali.

A risollevare in parte la situazione, una coerenza stilistica tutto sommato discreta, unita a un doppiaggio in italiano davvero eccellente, e per una volta degno di non essere sostituito da quello anglosassone. Il Move, a volte, pare un peso per Sorcery piuttosto che lo strumento per innalzarlo dalla media. Non va tutto male, intendiamoci, basta scendere a patti con dei controlli assai faticosi, proprio in termini fisici. La linearità dell'avventura, unita alla rigidità dei controlli, confina il titolo Sony nella gabbia dei videogiochi nella media, pur mostrando ottime idee e alcuni passaggi molto gradevoli. Il prezzo budget di 39 € è un ulteriore incentivo nel caso voleste togliere un po' di polvere dal vostro Move, visto che Sorcery è probabilmente il gioco che, pur a fatica, ne incarna meglio le velleità.

Ho acquistato Sorcery in negozio e l'ho portato a termine in sette ore circa. Il titolo si presta ad una tiepida ricerca di bonus e segreti, allungando di un pizzico la longevità.

Voto: 6,5

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